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Patologia dell'abitudine
Dipendenza e società:-dall'emarginazione all'inclusione
Disagio psicologico e sociale
Reazione alla crisi di valori
Tecnologia e-nuove dipendenze
Dignità individuale e-diritti della società

Le dipendenze

Patologia dell'abitudine

Dipendenza e società:
dall'emarginazione all'inclusione

Disagio psicologico e sociale

Reazione alla crisi di valori

Tecnologia e
nuove dipendenze

Dignità individuale e
diritti della società

Che cosa sono le dipendenze?

Che cosa sono le dipendenze?

La dipendenza è un'alterazione del comportamento in cui la persona non è più in grado di controllare una o più abitudini, che diventano di conseguenza patologiche.

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Il concetto di dipendenza è oggetto di elaborazione scientifica in continua evoluzione e oggi tende a comprendere numerose forme patologiche legate all'abitudine, alcune delle quali molto recenti, come nel caso della dipendenza da Internet.

La crisi economica globale sembra poi avere effetti negativi sulle dipendenze: oltre all'abuso di sostanze, che cresce fra le persone prive di occupazione, aumenta la spesa destinata al gioco d'azzardo. Cresce anche il numero delle persone che si rivolgono ai servizi pubblici, nel tentativo di combattere una situazione patologica che ha, di solito, effetti devastanti sull'equilibrio affettivo e sociale dell'individuo colpito.
Si parla poi sempre più spesso di "polidipendenza", nel caso in cui l'individuo dipenda contemporaneamente da più sostanze o comportamenti patologici.

L'approccio alla dipendenza da parte degli specialisti è anch'esso in continua evoluzione, ed è basato su interventi integrati che tendono a prendersi carico dell'individuo nella sua interezza, sia sul piano fisico sia sul piano psicologico. Dal punto di vista legislativo tradizionalmente le dipendenze sono state affrontate con provvedimenti a carattere repressivo o, in tempi più recenti, con interventi di segno opposto, ispirati al principio della riduzione del danno.

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DIPENDENZE

fenomeno antico ma in continua evoluzione

AMBITI COINVOLTI

Diverse caratteristiche delle dipendenze

Dipendenze da sostanze e da comportamenti

Aspetti fisici e psicologici

Interessi economici

Dibattito sugli strumenti di contrasto e recupero

POSTA IN GIOCO

Definizione dei percorsi di recupero

Riscoperta della dignità personale

Fenomeno antico ma in continua evoluzione

Diverse caratteristiche delle dipendenze

Dipendenze da sostanze e da comportamenti

Aspetti fisici e psicologici

Interessi economici

Dibattito sugli strumenti di contrasto e recupero

Definizione dei percorsi di recupero

Riscoperta della dignità personale

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Le dipendenze

Perché è un problema etico

Il concetto di dipendenza non è di recente introduzione, poiché qualche forma di dipendenza accompagna da sempre la storia dell'uomo (si pensi alla diffusione fin dai tempi antichi dell'uso del vino e delle sostanze stupefacenti) ma implica numerosi fattori in evoluzione, che hanno portato gli esperti ad aggiornare continuamente gli approcci al fenomeno.

Distinguere con esattezza le diverse caratteristiche delle forme di dipendenza è importante specie dal punto di vista del recupero e del trattamento delle vittime.

Le dipendenze possono così essere classificate in base alla sostanza e/o al comportamento patologico, comprendendo quindi anche le forme di dipendenza più "recenti" (da Internet, [vedi Relazioni interpersonali] da materiale pornografico, da shopping...) o specifiche di particolari aree del pianeta (si pensi alla dipendenza da sostanze tradizionali locali come il qat, la foglia di coca o l'oppio). 

Il fenomeno della dipendenza deve poi tenere distinti, in sede di trattamento, gli aspetti fisici da quelli psicologici. 

I fenomeni descritti mettono in gioco interessi economici considerevoli, un aspetto che rende ancora più complesso l'intervento efficace nei confronti delle diverse forme patologiche legate alla dipendenza [vedi Welfare].

In materia di strumenti per la lotta e la prevenzione le posizioni degli esperti di dipendenza naturalmente sono molto diverse e causano tuttora un vivo dibattito. 

Anche oggi, sono diversi i modi di affrontare il trattamento del soggetto dipendente (che in molti paesi può essere punito anche con il carcere [vedi Legalità]) e la lotta alla diffusione delle dipendenze (caratterizzata dall'opposizione tra i fautori del proibizionismo e i sostenitori della liberalizzazione).

In generale, la lotta alle dipendenze è però prima di tutto un percorso di riscoperta di sé stessi e di recupero della dignità personale. 

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Il dramma della tossicodipendenza a Gerusalemme Est

Lucia Balestrieri

Una missionaria della Consolata descrive la situazione dei tossicodipendenti di Gerusalemme est, teatro della difficile convivenza fra cristiani, ebrei e islamici.

Un dramma nel dramma, poiché molti vorrebbero tenerlo nascosto, mentre pochi volontari lo affrontano con coraggio e dedizione.

Vi è un dramma segreto a Gerusalemme Est, un effetto collaterale di decenni di occupazione. Nella parte palestinese della città santa vi è una delle più alte concentrazioni al mondo di spaccio e uso di droga: sono oltre seimila i tossicodipendenti che devono ricorrere a dosi quotidiane, pari al 2,5 per cento della popolazione araba locale. Per fare un paragone, la percentuale internazionale si attesta sullo 0,4 per cento. Altre 20 mila persone si drogano saltuariamente. Sono le cifre che riferisce a Terrasanta.net l’Old City Counseling Center (Occc), un centro specializzato della Caritas nella città vecchia di Gerusalemme.

Si tratta di cifre che tuttavia non rendono il quadro completo della situazione, perché riguardano solo chi si dichiara tossicodipendente e solo la popolazione maschile. La diffusione della droga tra le donne, un fenomeno che si intreccia spesso con la prostituzione, è un tabù nel tabù. Del problema droga, infatti, le autorità palestinesi non amano parlare, considerandolo una macchia che offusca l’immagine di un popolo in lotta per la propria indipendenza. Le autorità israeliane, che pure hanno proclamato l’intera città di Gerusalemme come capitale del loro Stato, si disinteressano della popolazione araba, e mentre investono con generosità in programmi di prevenzione per la parte ovest, ad est sono invece totalmente assenti.

Nella latitanza di impegno pubblico, per le strade di Gerusalemme est è il volontariato cristiano o islamico, con propri fondi o con l’aiuto di donatori internazionali, ad affrontare il dramma di tante famiglie. «Perché i palestinesi si drogano? Per tantissimi motivi; per l’occupazione israeliana, per la mancanza di lavoro, per l’incertezza del futuro, perché la droga è facile a trovarsi…» spiega a Terrasanta.net Rima, un’assistente sociale dell’Occc. Il lavoro del Centro Caritas è particolarmente impegnativo. I volontari avvicinano i tossicodipendenti uno per uno, li convincono ad accettare un trattamento di disintossicazione, tengono i contatti con le loro famiglie, con la moglie, i figli. La Caritas organizza corsi per le donne che vivono il dramma dei propri mariti o dei propri figli, gestisce programmi di prevenzione in 20 scuole e campi estivi per i bambini e i ragazzi palestinesi. Ogni mese, dal centro Occc nel cuore della città vecchia passano centinaia di persone.

Le statistiche ufficiali parlano di un’impennata nel consumo di droga nell’ultimo decennio, dovuta anche all’entrata in scena della mafia russa portata dall’immigrazione ebraica degli anni Novanta; tra i giovani palestinesi nella fascia tra i 14 e i 25 anni si è quasi decuplicato. Come si presenta la situazione oggi? «Difficile dirlo – risponde Rima – tuttavia, grazie al lavoro del volontariato, abbiamo la sensazione che vi sia più consapevolezza e più preparazione di fronte ai pericoli mortali della droga».

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Copertina

La definizione

Il problema

Il fatto

La dipendenza è:

  • una condizione esclusivamente psicologica, che deriva dal bisogno d'affetto

  • un'alterazione patologica del comportamento che ha di solito aspetti fisici e psichici

  • la ricerca eccessiva del piacere materiale

  • l'uso eccessivo di droghe e sostanze alcoliche

2

La dipendenza riguarda:

  • la droga

  • tutte le sostanze chimiche, alcol e tabacco inclusi

  • ogni forma di abitudine incontrollabile che assuma caratteri patologici

  • la ricerca sfrenata del piacere 

 

3

Storicamente le dipendenze:

  • non esistevano prima della civiltà industriale

  • sono caratteristiche di ogni epoca storica, pur con modalità diverse

  • sono tipiche dei paesi occidentali

  • risalgono agli anni della contestazione giovanile

2

La Chiesa Cattolica:

  • è a favore di politiche e leggi ispirate al principio della
    "riduzione del danno"

  • sostiene che i tossicodipendenti debbano essere duramente puniti

  • è contraria alla liberalizzazione delle droghe

  • lascia libertà di coscienza all'individuo, che può scegliere
    come meglio regolarsi

3

Domande per riflettere

  • Quali esempi di dipendenza ci vengono in mente se pensiamo alla nostra vita di tutti i giorni?

  • Quali conseguenze possono avere, a lungo termine, e come possiamo affrontarle?

  • Che cosa significa affrontare il problema delle dipendenze nel rispetto della dignità umana?

  • Possiamo fare qualche esempio a noi vicino?

  • Riflettiamo sull'uso della tecnologia. È frequente l'utilizzo quotidiano che ne facciamo?

  • Possiamo decidere di cambiare le nostre abitudini?

  • Quali nuove attività potremmo affrontare per variare le nostre giornate?

  • Se osserviamo uno spot pubblicitario possiamo trovare dei messaggi più o meno nascosti che ci spingono alla dipendenza?
    Se la risposta è affermativa, fate almeno un esempio concreto.

Dilemmi per discutere

La dipendenza è causata:

Unicamente dalla volontà dell'individuo

Anche dal contesto sociale in cui l'individuo è inserito

Chi ha una forma di dipendenza:

Deve essere aiutato a superarla con interventi integrati e personalizzati

Difficilmente potrà essere recuperato

Proibire le sostanze stupefacenti:

Aiuta a tenere lontani da esse i potenziali consumatori

Rende ancora più potenti e ricche le organizzazioni criminali

Le nuove tecnologie:

Creano dipendenza perché sono divertenti e coinvolgenti

Creano dipendenza perché molte persone sono sole

Fare il punto

Riflettere

Discutere

Le dipendenze | Per approfondire

Che cosa dice la Legge

Il fenomeno delle dipendenze in ambito legislativo è affrontato con particolare attenzione alle dipendenze da sostanze (soprattutto droghe e alcoolici).

Gli orientamenti di massima sono due: quello "proibizionista", basato sul divieto di circolazione e uso delle sostanze incriminate, o sulla proibizione dell'impiego a determinate categorie di soggetti (ad es. i minorenni) e quello basato sul concetto di "riduzione del danno", che mira a evitare che i tossicodipendenti debbano ricorrere a mezzi illegali per procurarsela, peggiorando la loro situazione e causando danni a terzi.

A prescindere dal sistema adottato, i principali sistemi legislativi prevedono inoltre, per legge, diversi percorsi di recupero per chi è affetto da dipendenze patologiche.

Unione Europea, Strategia dell'Unione Europea in materia di droga (2013-2020), doc. 2012/C 402/01

La strategia in materia di droga si basa innanzitutto sui principi fondamentali del diritto dell'Unione Europea e riafferma, sotto tutti gli aspetti, i valori su cui è costituita l'Unione: rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, solidarietà, stato di diritto e diritti umani. Essa si prefigge di tutelare e rafforzare il benessere della società e dell'individuo, salvaguardare la salute pubblica, offrire un elevato livello di sicurezza per la popolazione e adottare un approccio equilibrato, integrato e fondato su dati nei confronti del fenomeno della droga.

Le dipendenze | Per approfondire

Il parere della Chiesa Cattolica

La Chiesa Cattolica da molti anni è attiva a sostegno dei soggetti più deboli in situazioni di dipendenza.

Nel nostro e in diversi altri paesi, numerosi sacerdoti sono il primo punto di riferimento per chi decide di abbandonare la propria condizione di dipendenza, guidano comunità per il recupero dei tossicodipendenti, o sono attivi nella lotta ai trafficanti di stupefacenti.

La Chiesa Cattolica condanna le dipendenze, ma è al fianco di chi ne è vittima.

Catechismo della Chiesa Cattolica

I giochi d’azzardo o le scommesse non sono in se stessi contrari alla giustizia.
Diventano moralmente inaccettabili allorché privano la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui.
La passione del gioco rischia di diventare una grave schiavitù. 


Francesco

«Non è con la liberalizzazione dell'uso delle droghe che si potrà ridurre la diffusione e l'influenza della dipendenza chimica». Ancora una volta, papa Francesco ha spiazzato gli operatori dei media che dopo il clamoroso e improvviso annuncio di un nuovo viaggio papale in Brasile nel 2014 ritenevano esaurito per oggi il loro impegno. Invece, visitando la struttura per il recupero dei tossicodipendenti finanziata dalla Cei nell'ospedale "Sao Francisco de Assis" di Rio, Francesco ha preso posizione con molta chiarezza sul tema scottante della legalizzazione delle droghe. Una questione «che si sta discutendo in varie parti dell'America Latina». La Chiesa resta dunque contraria al permissivismo in tema di droghe, pesanti o leggere che siano. «È necessario - ha spiegato il Pontefice - affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro». Francesco si è poi rivolto agli ospiti della struttura e ai loro parenti. «Vorrei ripetere a tutti voi che lottate contro la dipendenza chimica, a voi familiari che avete un compito non sempre facile: la Chiesa non è lontana dalle vostre fatiche, ma vi accompagna con affetto».

Huffington Post, 25/07/2013

Le dipendenze | Per approfondire

Il parere delle diverse religioni

 


Tariq Ramadan, Vivere secondo ragione

L’Islam vuole che l’uomo, grazie alla sua innata intelligenza, progredisca verso l’obiettivo supremo della propria esistenza. Questa religione indica la ragione quale responsabile dell’organizzazione della vita individuale e sociale dell’uomo, e accorda una grande importanza al ruolo di questa facoltà, la quale è considerata come guida e come prova del cuore. L’Islam respinge tutto quello che danneggia la ragione e la naturale attività di questo dono divino, poiché non permette nemmeno per un istante che il suo funzionamento sia perturbato.

IslamiCity


 

Corano, V - Sura al-Ma'ida

"O voi che credete,
in verità, il vino, il gioco d’azzardo, le pietre idolatriche,
le frecce divinatorie sono immonde opere di Satana.
Evitatele perché possiate prosperare.
In verità con il vino e il gioco d’azzardo,
Satana vuole seminare inimicizia e odio tra voi.
E allontanarvi dal Ricordo di Allah e dalla preghiera.
Ve ne asterrete?”


 

Vajra Karuna, Seguire la Via di Mezzo

La tradizione zen affronta la sessualità all’interno della più vasta categoria dell’indulgenza sensuale. La regola generale è evitare l’abuso della sensualità; ciò include sia l’indulgenza eccessiva sia la mortificazione estrema dei sensi.
La maggior parte della gente vive negli estremi. Diventiamo obesi perché mangiamo troppo, ci ammaliamo per il cibo troppo nutriente, abbreviamo la vita con l’alcol, la droga e il tabacco, ci assordiamo con la musica a tutto volume, intorpidiamo la mente con divertimenti stupidi e spesso ci stressiamo con lavori che odiamo per poterci vestire secondo l’ultima moda, guidare una nuova automobile e avere la casa più bella dell’isolato.

Facciamo tutto questo, insegna lo zen, perché pensiamo che così il nostro valore o la nostra autenticità aumenteranno; crediamo che queste cose cancelleranno il fatto (di cui ci rendiamo appena conto) che nulla, soprattutto noi stessi, è eterno; riteniamo che se riusciremo a tenere il corpo e la mente abbastanza occupati, non dovremo affrontare la sofferenza della vecchiaia, della malattia e della morte.

D’altra parte, anche privare il corpo e la mente di cose necessarie per conservare la salute o la consapevolezza è un abuso dei sensi. Sia l’edonismo sia il masochismo possono essere violazioni della Via di Mezzo.

Vajra Karuna, Zen e sessualità, Innernet, 2008 - International Buddhist Meditation Center


 

Roberto G. Salvadori, La Legge e la storia

La Bibbia non condanna specificamente il gioco d’azzardo, le scommesse o il gioco del lotto: ci avverte, però, di guardarci dall’amore del denaro (1 Timoteo 6:10; Ebrei 13:5). La Scrittura ci incoraggia anche a guardarci dai tentativi di «arricchire velocemente» (Proverbi 13:11; 23:5; Ecclesiaste 5:10). Il gioco d’azzardo è concentrato nel modo più assoluto sull’amore per il denaro e, indubbiamente, tenta le persone con la promessa di ricchezze veloci e facili.

Timoteo 6:10 dice: «Infatti l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori». In Ebrei 13:5 è scritto: «La vostra condotta non sia dominata dall’amore del denaro; siate contenti delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò e non ti abbandonerò"». Matteo 6:24 infine afferma: «Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.»

Come dovunque anche gli ebrei pitiglianesi avevano una passione incontenibile per il gioco d'azzardo e per quello delle carte in particolare, che, manco a dirlo, era severamente proibito e che, com'è ovvio, si continuava a praticare, nonostante che, soprattutto verso la metà del '600, fioccassero multe e, qualche volta, si procedesse anche all'arresto dei trasgressori.

[...] Il diffondersi del gioco finirà con il preoccupare anche i massari dell'università ebraica pitiglianese che chiederanno, nel gennaio 1747, di essere autorizzati a proibirlo dentro il ghetto, lamentando gli scandali che di continuo succedono, a causa del gioco stesso.

Roberto G. Salvadori, La comunità ebraica di Pitigliano dal XVI al XX secolo, Giuntina, 1991

Le dipendenze | Per approfondire

La parola agli esperti: "perché sì"

Le posizioni a favore delle dipendenze patologiche non provengono solitamente dall'ambito scientifico, ma sono di solito espresse nel quadro di provocazioni artistiche, influenzate da aspetti autobiografici, che spesso hanno lo scopo di sensibilizzare al problema attraverso una sorta di "esempio negativo".
Diverso è il caso delle posizioni che sostengono la "riduzione del danno" e che, ovviamente, non vanno lette come "favorevoli" in qualche misura alla condizione di dipendenza, ma che spesso sono interpretate in questo senso da chi sostiene la necessità di combattere le forme di dipendenza con approcci più radicali.

Charles Baudelaire, I paradisi artificiali

Gli intelligenti e gli ignoranti avidi di conoscere godimenti straordinari è bene, dunque, che sappiano che nulla di miracoloso produce l'hashish, all'infuori dell'esaltazione del naturale. Il cervello e l'organismo sui quali l'hashish ha la sua influenza riproducono soltanto i fenomeni che sono loro normali, individuali, ingranditi, ampliati, moltiplicati in quello che è numero e forza, ma sempre fedeli alla loro origine. Non può l'uomo sottrarsi alla fatalità del suo temperamento fisico e morale: per le impressioni e per i pensieri formidabili dell'uomo, l'hashish.
Sì, uno specchio d'ingrandimento, ma niente altro che uno specchio. Ecco la droga: è un confetto verde, dello spessore di una noce, di odore singolarissimo... Ecco, dunque, la felicità! Essa può essere contenuta in un cucchiaino! Felicità tutta ebbrezze, di follie, di oblii. Potete ingoiare senza temere nulla: non si muore. Il vostro organismo non riceverà alcuna scossa. In seguito, forse, un ritorno troppo assiduo al prodigio diminuirà la forza della vostra volontà. Forse diventerete meno uomo di quello che oggi non siate, ma il castigo è ancora molto lontano, e poi come si può precisare il futuro disastro di una natura?


LILA Milano Onlus, La riduzione del danno

Nel nostro paese la persona tossicodipendente è considerata come qualcuno che conduce una vita "non degna di essere vissuta". È in pratica un soggetto che abita nel mondo della non-vita, e la sua possibilità di tornare nel mondo dei vivi passa attraverso l'uscita dal "tunnel della droga", e il raggiungimento di una stabile disintossicazione.
La politica repressiva quanto all'uso di sostanze ha innescato meccanismi di:

  • Emarginazione

  • Clandestinità

  • Criminalizzazione

I media hanno sempre svolto un ruolo determinante nella costruzione dell'immagine sociale della persona tossicodipendente. Basti pensare alle campagne pubblicitarie di prevenzione in cui gli spot italiani presentano il tossicodipendente come un alieno dalle sembianze umane ma con gli occhi bianchi.
Così il primo grande ostacolo che si pone all'accettazione dell'approccio alla persona tossicodipendente in un'ottica di limitazione del danno è che questo significhi una sorta di resa a fronte dell'insuccesso della lotta alla droga.
È invece necessario sottolineare che "guarire" non è l'unico compito dell'operatore. L'operatore ha il dovere di "prendersi cura" della persona nella situazione specifica in cui avviene l'incontro. In questo caso la disintossicazione non può e non deve essere la pregiudiziale dell'intervento dell'operatore e di un rapporto di aiuto.
L'operatore che si ispira all'approccio di riduzione del danno sceglie un rapporto con l'utente in quanto persona. La limitazione del danno è anzitutto il riconoscimento dello spazio dell'altro e della possibilità dell'altro di compiere delle scelte, di assumersi responsabilità.
Riduzione del danno significa attivare tutte le forme possibili di contatto e di accompagnamento affinché siano garantite le condizioni cliniche, psicologiche e sociali che permettano alla persona, evitata ogni irreversibile compromissione, di compiere liberamente le proprie scelte.

"La riduzione del danno", Lila Milano Onlus


Cesare Lanza, Elogio del gioco d’azzardo

Elogio del gioco d’azzardo di Cesare Lanza è un pamphlet che nasce da una reazione al moralismo imperante contro i giocatori, bersagliati da una campagna di criminalizzazione. Lanza si siede dalla loro parte, perché tutti gli altri posti sono occupati. Il problema non è l’uso del mazzo di carte, ma l’abuso. Spiega Lanza:

«Il mio libro sul gioco nasce per un impulso simile a tanti altri che mi hanno animato nella vita: al centro, la reazione verso campagne di stampa ipocrite e moralistiche, senza fondamento. In questo momento i giochi e i giocatori sono al centro di una violenta ondata repressiva. Il mio intento è quello di dimostrare che il gioco, come qualsiasi altra abitudine che diventi dipendenza, è distruttivo solo in percentuali modestissime: come per gli alcolisti, più o meno, di fronte al vino. Chi beve un buon bicchiere di bianco o rosso, o un dito di Porto, di cognac o di whisky a fine pasto, non è certo considerato come, genericamente, si descrive un ‘giocatore’, vil razza dannata…»

Il gioco, secondo Lanza, è un modo per imparare il difficile mestiere di vivere:

«Tutta la vita è un susseguirsi di sfide: dal momento in cui veniamo al mondo (mai per nostra volontà) e poi in ogni giorno e stagione, quando ci sposiamo, ci ammaliamo, corriamo in automobile, nuotiamo, concludiamo un affare, ecc. Chi gioca d’azzardo, senza eccessi, impara facilmente a saper vincere e saper perdere, cioè le regole che tormentano l’esistenza della maggior parte degli umani, indispensabili per raggiungere un equilibrio. Tutto questo, come si dice, e ovviamente molto altro, troverete nel libro. Aggiungo solo che il gioco nasce praticamente fin da quando si ha notizia della vita umana. Una ragione ci sarà…».

“Elogio del gioco d’azzardo”, intervista a Cesare Lanza, Blitz quotidiano, 13/6/2013

Le dipendenze | Per approfondire

La parola agli esperti: "perché no"

Le posizioni che mettono in guardia dalla dipendenza patologica sono, naturalmente, numerosissime, e provengono da ambiti di ispirazione anche molto diversa, accomunati però dal concetto secondo cui la dipendenza rappresenta un limite al pieno sviluppo delle capacità individuali.
In tempi recenti, molti operatori che lottano contro la dipendenza mettono in guardia dai tagli di bilancio, che finiscono per penalizzare l'anello più debole della catena, cioè il soggetto "dipendente".

Flavia Amabile, I nativi digitali hanno bisogno di guida

Più si è connessi meno si studia. Sembra una banalità, uno di quei mantra ripetuti dalle madri ai figli, ma è anche un’affermazione supportata da un’indagine condotta sugli studenti lombardi risultati molto social, forse troppo. Trascorrono circa tre ore al giorno in rete, principalmente chattando sui social network (83%) e cercando informazioni e approfondimenti (53%).
Ma per ogni ora passata in più su Internet, l’apprendimento cala. Secondo quanto calcolato utilizzando i dati Invalsi la diminuzione di 0,8 punti in italiano e di 1,2 punti in matematica. 

È il risultato a cui è giunta l’Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde condotta dal Gruppo di Ricerca sui Nuovi Media del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca, coordinata da Marco Gui, ricercatore in Sociologia dei media e con la supervisione scientifica di Giorgio Grossi, ordinario di Sociologia della comunicazione. Alla ricerca ha collaborato anche l’Osservatorio sulla Comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. 
La ricerca è stata svolta su un campione di 2327 studenti delle seconde superiori in Lombardia, e ha analizzato le dotazioni tecnologiche, l’uso dei nuovi media e le competenze digitali degli studenti. Per la prima volta in Italia, inoltre, ha associato l’utilizzo dei media digitali ai livelli di apprendimento, utilizzando i dati dei test Snv/Invalsi . Il campione è rappresentativo per tipo di scuola e area geografica. 
E, quindi, c’è poco da fare, più si è connessi meno si riesce a studiare. Il calo nell’apprendimento è ancora più marcato se si considera solo la quota di tempo che gli studenti trascorrono online per motivi di studio: meno 2,2 punti in italiano e meno 3,2 punti in matematica. Inoltre, gli usi poco frequenti e molto frequenti della rete sono associati alle performance peggiori, mentre gli utilizzi moderati sono associati a quelle migliori.  
La posizione sociale dei ragazzi non conta. I ragazzi dei centri di formazione professionale ormai superano quelli dei licei e dei tecnici nel tempo speso online. La permanenza online dello studente medio è infatti di circa 3 ore giornaliere, ma i ragazzi dei licei stanno online in media circa 2 ore e 48 minuti, quelli dei centri di formazione professionale circa 3 ore e un quarto.

Flavia Amabile, "I nativi digitali hanno bisogno di guida", La Stampa, 23/9/2013


Alfio Lucchini, Tossicodipendenza: la prevenzione e la cura

«Ci sono stati parecchi cambiamenti negli ultimi anni nel settore delle dipendenze patologiche: la comparsa di nuove sostanze, nuove modalità di assunzione per sostanze già note, nuove dipendenze legate ai comportamenti, come il gioco d’azzardo patologico o la dipendenza dalla rete web» dice Alfio Lucchini, Presidente nazionale FeDerSerD, la Federazione che in Italia riunisce gli operatori dei dipartimenti e dei servizi legati alle dipendenze. «Ogni anno 300mila persone varcano le soglie dei servizi pubblici per le dipendenze, i SerD, 550 presenti sul territorio, che lavorano in modo multidisciplinare con compiti di prevenzione, accoglienza, diagnosi e cura. Circa 115mila persone sono in carico per problemi di eroina, ma sono in aumento le persone con dipendenza da alcol (70mila), cocaina (30-40mila) o con più dipendenze contemporaneamente.

Negli ultimi anni è aumentata la presenza di pazienti – giovani e meno giovani – con problemi di gioco d’azzardo patologico o di dipendenza dal web.
Un altro cambiamento riguarda l’età dei pazienti dei servizi: se da un lato stiamo assistendo a un invecchiamento medio dei nostri pazienti, dall’altro abbiamo un picco di richieste in giovane età, dai 18 ai 24 anni
».

«Non si può ignorare l’attuale necessità di risparmio del Servizio sanitario nazionale, ma le nuove dipendenze hanno fatto capire di più a tutti come sia importante saper costruire reti territoriali, che uniscano le strutture del Ssn, le istituzioni regionali e locali, i servizi sociali comunali, il tribunale dei minori. È importante specializzarsi sempre di più nel seguire giovani e meno giovani nelle loro dipendenze, ma anche nella capacità di comunicare efficacemente. Inoltre, c’è un interlocutore che deve diventare più importante: la rete di medici di Medicina generale e i Pediatri di libera scelta. Si tratta di 5Omila professionisti, una risorsa immane per il nostro Paese se riescono a entrare in modo proficuo in una rete di prevenzione, di diagnostica precoce, ma anche di cura insieme ai servizi specialistici. Stiamo lavorando su questo».
Secondo i dati FeDerSerD, le cure erogate attraverso i servizi pubblici per le dipendenze hanno prodotto 34 milioni di giorni liberi da droga e un miliardo e 700 milioni di euro sottratti alla criminalità organizzata. In altre parole, ogni euro investito in cure porta a sei euro di beneficio. È evidente, quindi, l’importanza dell’attività dei SerD e la necessità di potenziarli sempre più, di considerarli una risorsa per il nostro Paese.

Sapere e salute, 26/08/2013


Claudio Risé, Le droghe leggere non esistono

Claudio Risé, psicoanalista junghiano, è autore di Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita (San Paolo, 2007). A lui ci siamo rivolti per commentare la rinnovata penetrazione delle tendenze antiproibizioniste in Italia e negli Stati Uniti in relazione alle cosiddette “droghe leggere”.

Professore, stando al codice di comportamento dei suoi deputati, l’M5S dovrebbe presentare una proposta di legge dal titolo “Legalizziamo, tassiamo, e (con i suoi proventi) disincentiviamo l’uso e la vendita delle droghe!”, inteso da molti come un via libera alle droghe cosiddette “leggere”. Cosa ne pensa?
L’espressione “droghe leggere” non ha alcun significato scientifico da almeno dieci anni. La cannabis non lo è, lo ha spiegato a più riprese l’Istituto superiore di Sanità nei suoi documenti. Preoccupazione per la sua diffusione esprimono puntualmente l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, che a proposito dell’Italia propone dati allarmanti: il nostro paese fra il 2001 e il 2008 ha registrato il massimo incremento di consumatori in Europa, passando dal 9,2 al 20,3 per cento nelle persone fra i 15 e i 34 anni. I costi sociali di ciò sono altissimi e colpiscono le fasce più deboli della popolazione.

Negli Stati Uniti 19 stati hanno già legalizzato la cannabis per uso medico, due (Colorado e Washington) l’hanno legalizzata anche per uso ricreativo dopo referendum popolare e il Colorado ha iniziato la settimana scorsa l’iter legislativo che porterà alla prima legislazione antiproibizionista in piena regola. Cosa sta succedendo, secondo lei?
Gli Stati Uniti vengono da un lungo periodo di meticolosa lotta alla cannabis, considerata come la base su cui si innesta il consumo di altre droghe, comprese quelle legali come l’alcol. Durante la presidenza Bush il consumo è diminuito del 20 per cento e nei primi anni di amministrazione Obama il trend al ribasso è continuato. Ritengo inutile opporsi all’uso clinico della cannabis per certe malattie, fatto salvo che in alcuni casi ci si è trovati di fronte a strumentalizzazioni che miravano ad altro. Credo che dobbiamo preoccuparci più per l’Italia che per gli Stati Uniti. La comunità scientifica sa che la cannabis fa male, che ha conseguenze dannose sul cervello, alimenta disturbi psichici gravi e danneggia organi vitali. Ma la popolazione non è stata informata. L’Italia è l’unico grande paese europeo che non ha fatto campagne di informazione serie sulla cannabis, la droga più utilizzata. Penso che i divieti di legge relativi alle droghe aiutino a tenere bassa la percentuale dei consumatori, mentre l’assenza di divieti la farebbe aumentare. Ma i proibizionisti fanno troppo poco sul fronte dell’informazione.

Cosa muove il movimento antiproibizionista? L’ignoranza circa gli effetti della cannabis, una posizione ideologico-antropologica o altri interessi poco nobili?
Tutte e tre le cose, direi. Che però ritroviamo anche nel campo proibizionista. Ma credo che dei tre fattori quello più inquietante siano gli interessi poco nobili. Da una parte e dall’altra ci sono persone in buona fede e in malafede, persone che sostengono la loro posizione con motivazioni superficiali e persone mosse da interessi poco nobili che si approfittano di loro. La mancanza di informazione sulla dannosità delle droghe è funzionale sia a chi vorrebbe rincretinire la popolazione per controllarla meglio, sia a chi, in regime di proibizionismo, si arricchisce con attività criminali di narcotraffico.

Rodolfo Casadei, intervista a Claudio Risé, Tempi, 25/3/2013

GlossarioBiografie

Apprendimento

Acquisizione o modifica di conoscenze, comportamenti, abilità e valori.
L’apprendimento umano, in particolare, è oggetto di studio da parte delle scienze dell’educazione.


Hashish

Sostanza stupefacente ottenuta dalle infiorescenze della Canapa.


Sociologia

Scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale.


Amabile

Amabile, Flavia

Flavia Amabile è giornalista di La Stampa e si occupa in particolare di tematiche relative al mondo dei giovani e della scuola.

Balestrieri, Lucia

Lucia Balestrieri è una missionaria laica della Consolata che opera da tempo a Gerusalemme Est, dedicandosi soprattutto a progetti per le fasce sociali più deboli.

Baudelaire

Baudelaire, Charles

Charles Baudelaire (1821-1867) è stato poeta, scrittore, critico d'arte e di letteratura, giornalista e saggista. Considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, è esponente chiave del simbolismo e ha anticipato il decadentismo. La sua opera principale, I fiori del male, è considerata uno dei classici della letteratura francese.

Francesco

Francesco

Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1936. Dal 13 marzo 2013 è il 266° papa della Chiesa cattolica: è il primo pontefice proveniente dal continente americano, nonché il primo ad appartenere alla Compagnia di Gesù.

Karuna

Karuna, Vajra

Vajra Karuna è docente di Zen Dharma all’International Buddhist Meditation Center (www.ibmc.info) ed è autore di numerosi saggi.

Lanza

Lanza, Cesare

Cesare Lanza, nato nel 1942, è giornalista, scrittore, autore cinematografico e televisivo.

LILA Milano Onlus

LILA è la Lega Italiana per la Lotta all'AIDS, una ONLUS nata nel 1987, attiva nella prevenzione della diffusione del virus HIV e nell'assistenza alle persone malate di AIDS.

Lucchini, Alfio

Alfio Lucchini è medico psichiatra e dirige il dipartimento dipendenze dell'Asl 2 Milano.

Ramadan

Ramadan, Tariq

Tariq Ramadan è docente universitario a Oxford, scrittore e giornalista svizzero. Ramadan sostiene la necessità di interpretare correttamente i testi e la natura eterogenea dell'Islam.

Risé

Risé, Claudio

Claudio Risé, nato nel 1939, è uno psicanalista junghiano e giornalista professionista, autore di numerosi testi di psicologia sociale ed educativa.

Salvadori, Roberto G.

Roberto G. Salvadori è uno storico, autore di numerosi saggi dedicati alla storia delle comunità ebraiche italiane.

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Glossario Biografie

Apprendimento

Acquisizione o modifica di conoscenze, comportamenti, abilità e valori.
L’apprendimento umano, in particolare, è oggetto di studio da parte delle scienze dell’educazione.

Hashish

Sostanza stupefacente ottenuta dalle infiorescenze della Canapa.

Sociologia

Scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale.

Amabile

Flavia Amabile

Flavia Amabile è giornalista di La Stampa e si occupa in particolare di tematiche relative al mondo dei giovani e della scuola.

Lucia Balestrieri

Lucia Balestrieri è una missionaria laica della Consolata che opera da tempo a Gerusalemme Est, dedicandosi soprattutto a progetti per le fasce sociali più deboli.

Baudelaire

Charles Baudelaire

Charles Baudelaire (1821-1867) è stato poeta, scrittore, critico d'arte e di letteratura, giornalista e saggista. Considerato uno dei più importanti poeti del XIX secolo, è esponente chiave del simbolismo e ha anticipato il decadentismo. La sua opera principale, I fiori del male, è considerata uno dei classici della letteratura francese.

Francesco

Francesco

Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1936. Dal 13 marzo 2013 è il 266° papa della Chiesa cattolica: è il primo pontefice proveniente dal continente americano, nonché il primo ad appartenere alla Compagnia di Gesù.

Karuna

Vajra Karuna

Vajra Karuna è docente di Zen Dharma all’International Buddhist Meditation Center (www.ibmc.info) ed è autore di numerosi saggi.

Lanza

Cesare Lanza

Cesare Lanza, nato nel 1942, è giornalista, scrittore, autore cinematografico e televisivo.

LILA Milano Onlus

LILA è la Lega Italiana per la Lotta all'AIDS, una ONLUS nata nel 1987, attiva nella prevenzione della diffusione del virus HIV e nell'assistenza alle persone malate di AIDS.

Alfio Lucchini

Alfio Lucchini è medico psichiatra e dirige il dipartimento dipendenze dell'Asl 2 Milano.

Ramadan

Tariq Ramadan

Tariq Ramadan è docente universitario a Oxford, scrittore e giornalista svizzero. Ramadan sostiene la necessità di interpretare correttamente i testi e la natura eterogenea dell'Islam.

Risé

Claudio Risé

Claudio Risé, nato nel 1939, è uno psicanalista junghiano e giornalista professionista, autore di numerosi testi di psicologia sociale ed educativa.

Roberto G. Salvadori

Roberto G. Salvadori è uno storico, autore di numerosi saggi dedicati alla storia delle comunità ebraiche italiane.

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