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Il cambiamento climatico è positivo o negativo?
Un problema globale con conseguenze locali
Cambiamento climatico e sicurezza alimentare
Gestire il clima con modalità sostenibili
Cambiamento climatico: il ruolo della scienza e della tecnologia

I cambiamenti climatici

Il cambiamento climatico è positivo o negativo?

Un problema globale con conseguenze locali

Cambiamento climatico e sicurezza alimentare

Gestire il clima con modalità sostenibili

Cambiamento climatico: il ruolo della scienza e della tecnologia

Che cosa sono i cambiamenti climatici?

Che cosa sono i cambiamenti climatici?

I cambiamenti (o mutamenti) climatici indicano variazioni a livello più o meno globale del clima della Terra, o variazioni (in diversi punti dello spazio e del tempo) di uno o più parametri ambientali e climatici, per esempio le temperature, le precipitazioni, la nuvolosità, la temperatura degli oceani.

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Con il termine cambiamento climatico si intende qualsiasi mutamento di stato del clima, rilevabile attraverso l’analisi delle variazioni dei valori medi o di misure di variabilità climatica nel corso del tempo, solitamente nell’arco di decenni o secoli. Tali cambiamenti possono essere attribuiti alle attività umane e al loro impatto sulla biosfera, in maniera diretta o indiretta, o alla variabilità climatica naturale e alla sua evoluzione nel tempo. Oggi l’Intergovernmental panel on climate change (IPCC) è il principale organismo internazionale incaricato di studiare i cambiamenti climatici: a esso collaborano scienziati di numerose discipline e rappresentanti dei governi, predisponendo regolari resoconti dell’andamento del clima a livello globale, nella convinzione che il fenomeno del cambiamento climatico debba necessariamente essere affrontato con una strategia mondiale. Secondo questi esperti, il riscaldamento globale è una realtà ormai evidente, come dimostrano l’aumento della temperatura dell’aria e degli oceani, lo scioglimento delle nevi perenni, dei ghiacciai montani e delle calotte polari artiche, nonché l’aumento del livello medio degli oceani. Le conseguenze previste di questi fenomeni non riguardano soltanto l’ambito climatico, ma interessano anche la dimensione sociale ed economica: per esempio, l’aumento della siccità in alcune aree della Terra può costituire una seria minaccia alla sicurezza alimentare, e contribuire, nei casi più gravi, al verificarsi di eventi come i conflitti armati e le migrazioni.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI:

un fenomeno che preoccupa

AMBITI COINVOLTI

Le conseguenze dei cambiamenti climatici

Evitare l'allarmismo

La posizione della Chiesa Cattolica

 

LA POSTA IN GIOCO

Una risposta globale

La logica della sostenibilità

I CAMBIAMENTI CLIMATICI: un fenomeno che preoccupa

Le conseguenze dei cambiamenti climatici

Evitare l'allarmismo

La posizione della Chiesa Cattolica

Una risposta globale

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I cambiamenti climatici

Perché è un problema etico

I cambiamenti climatici hanno da sempre caratterizzato la storia e l’evoluzione del pianeta Terra (basti pensare al fenomeno delle glaciazioni), ma, dal 1970, si è sviluppata una nuova attenzione a questo fenomeno, a causa delle sensibili e costanti variazioni misurate dagli scienziati (aumento della temperatura media, innalzamento del livello dei mari, scioglimenti di nevi perenni e ghiacci ecc.), variazioni attribuite principalmente all’attività umana, in particolare quella industriale e agricola. 

Secondo i sostenitori della pericolosità di questi fenomeni, è necessario agire rapidamente per invertire o almeno arrestare le tendenze in atto: in caso contrario, le conseguenze potrebbero essere gravi, in grado addirittura di creare forti scompensi a livello e sociale, particolarmente nelle aree più povere del Pianeta.

Chi invece si oppone a questo approccio scientifico ritiene che esso sia troppo allarmistico, poiché da un lato esagera le conseguenze di fenomeni che hanno, in realtà, impatti economici e sociali ben inferiori a quelli della crisi economica. In sintesi, secondo questi ultimi esperti, è ben più necessario combattere gli effetti della disoccupazione, della diseguale distribuzione del reddito, del mancato accesso all’istruzione scolastica e così via.

La Chiesa Cattolica sostiene invece la necessità di studiare con attenzione il fenomeno dei cambiamenti climatici, per il dovere che l’uomo ha di difendere il Creato a vantaggio delle generazioni future.

La questione del cambiamento climatico pone sfide complesse e che richiedono l’azione comune di tutti i Paesi del mondo.

Si tratta naturalmente di un fenomeno che non può essere affrontato isolatamente, ma che va ricondotto nel quadro più generale delle politiche in materia ambientale, ispirandosi a principi di equità e promuovendo innanzitutto lo  sviluppo sostenibile.

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L’agricoltura e i cambiamenti climatici

Carola Traverso Saibante

I cambiamenti climatici hanno effetti anche sulla produzione agricola: una delle sfide per l’umanità è dunque quella di studiare e tenere sotto controllo tali effetti, per scongiurare fenomeni in grado di mettere a repentaglio la sicurezza alimentare globale.

Il riscaldamento globale minaccia l’agricoltura anche in Europa, un continente non immune dal problema della [vedi Sicurezza alimentare]. Le principali colture, come grano e mais, non solo rendono meno in termini quantitativi, ma rischiano anche in termini qualitativi. Specialmente nel sud, dove il clima diventa più caldo e secco, le risorse d’acqua più scarse e gli infestanti si diffondono, è l’ora di adattarsi. L’Europa è il più grande produttore mondiale di grano, il secondo cereale più coltivato al mondo dopo il riso, un cereale che patisce particolarmente i colpi di calore. Il caldo torrido, infatti, può accelerare la sua maturazione, determinando la riduzione nei raccolti.

Uno studio appena pubblicato su “Nature” dimostra come gli eventi climatici estremi e avversi – che il cambiamento climatico sta esacerbando in portata e frequenza – siano una minaccia grave alla produzione di grano. Usando gli ultimi modelli climatici combinati alle più recenti stime sulle emissioni di gas a effetto serra, i ricercatori hanno mostrato come gli eventi climatici avversi aumenteranno in maniera sostanziale entro il 2060, e come – data l’oramai appurata correlazione negativa tra caldo estremo e raccolti - ciò si tradurrà probabilmente in un più frequente fallimento dei raccolti di grano nel Vecchio Continente. Gli scienziati l’avevano appena ribadito sulle pagine della stessa prestigiosa rivista scientifica: i raccolti europei risentiranno dell’innalzamento della temperatura globale. «I risultati hanno mostrato chiaramente come un cambiamento climatico anche di modesta entità possa avere un grande impatto sui raccolti di diverse colture in Europa», ha spiegato la co-autrice della ricerca Frances Moore.

Dal 1980, con il progressivo aumento delle temperature, gli agricoltori che si dedicano alle colture di grano, mais e orzo hanno già visto diminuire i raccolti - anche se, oltre a quello climatico, altri fattori possono aver contribuito a tale declino. Con l’aumento di temperatura previsto per il 2040, dicono ora gli scienziati, i raccolti di grano e orzo si ridurranno di oltre il 20%, mentre quelli di mais di circa il 10%. Entrambe le ricerche mettono in rilievo l’importanza dell’adattamento agli impatti del cambiamento climatico da parte degli agricoltori europei nei decenni a venire. Adattarsi vuol dire studiare una serie di misure - dall’uso di varietà colturali o colture diverse a quello di sistemi d’irrigazione più adatti - basandosi sulle tecnologie attualmente disponibili, per ridurre gli impatti negativi del riscaldamento globale. Strategie che sono mutualmente di supporto con le pratiche dell’agricoltura sostenibile [vedi Sviluppo sostenibile], dato che l’adattabilità e la flessibilità della gestione produttiva che tiene conto della vulnerabilità del sistema agli stress esterni (come il cambiamento climatico) è inerente al concetto stesso d’agricoltura sostenibile.

La novità dello studio citato sta nel fatto che i ricercatori hanno misurato le potenzialità di adattamento dell’agricoltura europea: se alcune colture hanno possibilità sostanziali di riduzione delle perdite, fino all’87%, con un adattamento a lungo termine, per altre – come grano e orzo - il potenziale è molto limitato. È il mais la coltura con il più alto potenziale d’adattamento.

C’è un aspetto, o meglio un effetto, che finora non era emerso: la maggior concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera peggiorerà la qualità nutritiva del cibo che mangiamo. La collaborazione tra otto istituzioni scientifiche internazionali, Harvard in testa, ha permesso uno studio sull’argomento recentemente pubblicato su Nature che ha confermato quello che già emergeva da studi simili in giro per il mondo. E cioè: le qualità nutrizionali delle colture decadono con l’aumentare di CO2. La squadra ha simulato le condizioni future, quelle che gli scienziati prevedono per il 2050, in campi all’aria aperta grazie a un sistema chiamato Face (Free Air Concentration Enrichment). Si sono studiate le reazioni di diverse varietà di grano, riso, mais, soia, piselli e sorgo. A crollare in particolare è l’apporto di zinco e ferro: due nutrienti importantissimi la cui carenza nell’alimentazione costituisce già un problema di salute planetario. Per quanto riguarda grano e riso, l’aumento di CO2 determina anche il declino del loro contenuto proteico. Reggono meglio mais e sorgo, grazie al tipo di fotosintesi caratteristico di queste piante. Considerando che già oggi almeno due miliardi di persone soffrono di carenza da zinco e ferro, la riduzione di questi nutrienti rappresenta la più importante minaccia alla salute associata al cambiamento climatico mai dimostrata finora. Secondo gli autori della ricerca, le implicazioni di emissioni più alte di CO2 sulla malnutrizione a livello mondiale sono enormi. «L’umanità sta conducendo un esperimento globale nell’alterare rapidamente le condizioni ambientali dell’unico pianeta abitabile che conosciamo», ha dichiarato Samuel Myers, ricercatore di Harvard e autore principale dello studio. «Via via che questo esperimento si svolge, ci saranno indubbiamente molte sorprese. Scoprire che l’aumento di CO2 minaccia la nutrizione umana, è una di tali sorprese».

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Copertina

La definizione

Il problema

Il fatto

Il cambiamento climatico è determinato:

  • principalmente dall’uomo

  • esclusivamente da fenomeni naturali

  • soltanto dalle attività agricole

  • soltanto dai Paesi in via di sviluppo

1

Il cambiamento climatico è causato da gas detti:

  • serra

  • polifenoli

  • spray

  • fluorocarbonici

1

La posizione delle più importanti religioni in materia di cambiamenti climatici è:

  • molto diversa

  • sostanzialmente concorde, per la comune preoccupazione rispetto all’ambiente

  • nessuna religione si è espressa in merito

  • contraria all’adozione di provvedimenti internazionali

2

Il principale trattato internazionale in materia di cambiamenti climatici è:

  • il Protocollo di Roma

  • il Protocollo di Tokyo

  • l’Accordo per la protezione dell’ozono

  • il Protocollo di Kyoto

4

Domande per riflettere

  • Quali sono i comportamenti quotidiani che possiamo adottare per evitare di contribuire all’emissione di gas serra e, di conseguenza, al riscaldamento globale?

  • Con l’aiuto dell’insegnante di scienze, identificate gli aspetti della vita quotidiana (a casa, a scuola, sul lavoro) in cui ognuno può dare il suo piccolo contributo alla salute dell’ambiente, sintetizzandoli in un breve elenco di “comportamenti consigliati”.

  • Nella vostra regione si sono verificati, negli ultimi decenni, cambiamenti climatici?

  • Cercate di rispondere a questa domanda con una serie di interviste a parenti e conoscenti di diverse fasce d’età, chiedendo loro di descrivere, con la maggior precisione possibile, le variazioni climatiche riscontrate nel corso degli anni.

  • Insieme all’insegnante, identificate le fonti di informazione disponibili al pubblico per verificare eventuali variazioni climatiche.
    Per esempio: chi si occupa di misurare le precipitazioni atmosferiche? Esistono uffici regionali che predispongono rapporti periodici sul clima? Ci sono associazioni che diffondono periodicamente dati in materia?

Dilemmi per discutere

I cambiamenti climatici:

Oggi sembrano un problema, ma saranno presto risolti dai progressi tecnologici.

Sono un problema soltanto perché la popolazione mondiale è cresciuta troppo.

Il problema dei cambiamenti climatici:

Deve essere affrontato soprattutto dai Paesi più ricchi ed evoluti, che al tempo stesso sono quelli che hanno il maggior impatto sull’ambiente.

È secondario rispetto all’esigenza di crescita economica dell’umanità, specialmente in un periodo di crisi.

Le decisioni in materia di cambiamenti climatici:

Devono essere prima di tutto decisioni politiche, ispirate al criterio dello sviluppo sostenibile.

Devono essere di esclusiva competenza degli scienziati.

Fare il punto

Riflettere

Discutere

I cambiamenti climatici | Per approfondire

Che cosa dice la Legge

Il problema dei cambiamenti climatici è affrontato principalmente a livello globale, attraverso l’adozione di trattati e politiche internazionali, la cui applicazione risulta però non priva di difficoltà e non sempre coronata da successi tangibili. Naturalmente i diversi Paesi possono contribuire ad arrestare i cambiamenti climatici con provvedimenti a livello locale, per esempio stabilendo limiti e sanzioni per le emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera, o bandendo prodotti a elevato impatto ambientale come gli spray a base di CFC.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, Il Protocollo di Montreal

Il Protocollo di Montreal sulle sostanze che danneggiano la fascia dell’ozono e i suoi emendamenti regolano la messa al bando delle sostanze lesive dello strato di ozono (Ozone Destroyng substances, ODS) sia per quanto riguarda la loro produzione, sia il loro utilizzo. Sotto l’egida del Protocollo di Montreal diverse organizzazioni internazionali riferiscono sul fenomeno del deterioramento della fascia di ozono, favoriscono i progetti volti all’abbandono degli ODS e forniscono un forum per discussioni politiche. Oltre a ciò il Fondo Multilaterale fornisce risorse ai Paesi in via di sviluppo per promuovere il loro passaggio alle tecnologie che garantiscano la conservazione dell’ozono.

Adottato nel 1987 da un gruppo di venticinque Paesi e divenuto effettivo il 1° gennaio 1989, il Montreal Protocol on Substances that Deplete the Ozone Layer aveva come obiettivo, per i Paesi sviluppati, la riduzione della produzione e del consumo di clorofluorocarburi  al 50% dei livelli del 1986 entro il 1988 e la stabilizzazione della produzione e del consumo di halon (polveri chimiche, che modificano i combustibili in modo da renderli non più atti alla combustione) ai livelli del 1986, onde contenere il danno che possono arrecare allo scudo d’ozono. Ai Paesi in via di sviluppo, invece, il Protocollo di Montreal concedeva un periodo di adattamento di dieci anni. I vincoli stabiliti dal Protocollo sono stati in seguito irrigiditi dal London Meetings of the Protocol Parties, del giugno 1990, che stabiliva l’eliminazione dei clorofluorocarburi e dell’halon entro il 2000.
La Conferenza delle Parti si riunisce ogni anno in uno dei paesi aderenti per valutare la validità e l'efficacia del Protocollo stesso. Eventualmente apporta delle modifiche al trattato al fine di mantenerne integra l'efficienza.
Circa settanta Paesi, tra quelli che producono il 90% del volume mondiale dei clorofluorocarburi, aderirono al protocollo A oggi 196 Paesi lo hanno ratificato.


Istituto Treccani, Il protocollo di Kyoto

Il protocollo di Kyoto fu adottato nel 1997. Individuando una delle principali cause dei cambiamenti climatici nelle emissioni in atmosfera di gas e inquinanti capaci di aumentare l’effetto serra naturale della Terra, il protocollo definisce alcuni obblighi di natura politica e socioeconomica che investono i paesi firmatari nei settori più rilevanti delle economie nazionali (produzione e utilizzazione dell’energia, produzione industriale, agricola e agroalimentare) con l’obiettivo di mitigarne gli effetti negativi nel breve termine. La convenzione impone ai Paesi industrializzati e a economia di transizione (in totale 36 Paesi e l’Unione Europea nel suo complesso) di ridurre complessivamente del 5% le principali emissioni nel periodo tra il 2008 e il 2012, con l’obiettivo di ritornare ai livelli del 1990-1995 (l’Unione Europea è impegnata in una riduzione complessiva dell’8%; l’Italia del 6,5%). Vi aderiscono 175 Paesi, in pratica tutti i Paesi industrializzati con l’eccezione degli Stati Uniti, e tutti i maggiori Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, nonostante il crescente allarme per le possibili conseguenze negative dei cambiamenti climatici, la maggior parte dei Paesi industrializzati firmatari è ben lontana dal conseguimento degli obblighi previsti. L’ONU ha promosso conferenze internazionali per proseguire il processo di riduzione delle emissioni di gas serra alla scadenza del protocollo di Kyoto nel 2012. I negoziati per la stesura del nuovo protocollo, però, si sono conclusi a Copenaghen (2009) con un accordo non vincolante.

I cambiamenti climatici | Per approfondire

Il parere della Chiesa Cattolica

La Chiesa Cattolica, come per tutti gli aspetti legati all’ambiente e all’ecologia, ha una posizione di estrema attenzione e preoccupazione per l’evoluzione di fattori capaci di accrescere ulteriormente la povertà e la distanza fra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo. La Chiesa Cattolica sottolinea dunque la responsabilità dell’uomo nei confronti del Creato e il dovere che egli ha di difendere il patrimonio naturale a vantaggio delle generazioni future.

Giovanni Paolo II, Responsabili della Creazione

Se l’uomo stravolge gli equilibri della creazione, dimentica di essere corresponsabile dei suoi fratelli e non si prende cura dell’ambiente che il Creatore ha affidato alle sue mani, questo mondo, programmato secondo i nostri progetti, potrebbe diventare irrespirabile.


Francesco, Custodi del Creato

Noi siamo i custodi del creato …. Se distruggiamo il creato il creato distruggerà noi. Non dimenticatelo mai!


Caritas Internationalis, Un'azione globale

La Caritas fa pressione sui governi affinché concludano un accordo globale sul clima post 2012, che limiti l’aumento delle temperature medie globali entro la soglia dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.

Le nazioni industrializzate, riconoscendo il loro debito ecologico verso la comunità internazionale, dovrebbero assumere un ruolo guida nella riduzione dell’emissione di gas a effetto serra del 40% entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990. Tale obiettivo dovrebbe essere ridefinito secondo le indicazioni scientifiche emergenti.

I Paesi sviluppati devono fornire livelli sufficienti e sicuri di sostegno finanziario e tecnologico ai Paesi in via di sviluppo affinché possano attenuare gli effetti del cambiamento climatico e adattarvisi. In senso più ampio, è anche essenziale che lo sviluppo sostenibile delle popolazioni, nei Paesi in via di sviluppo, sia riconosciuto e considerato.

Per provvedere a suggerimenti immediato ed efficace riguardo alle implicazioni in materia di diritti umani, nelle operazioni destinate ad influire sul cambiamento climatico, il meccanismo delle Nazioni Unite sui diritti umani deve partecipare pienamente ai processi della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico.

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Il parere delle diverse religioni

Sul tema del cambiamento climatico la preoccupazione delle diverse religioni è comune e condivisa, e ha portato a iniziative diverse, ma tutte ispirate dalla necessità di sviluppare la consapevolezza dell’opinione pubblica e di stimolare le iniziative politiche e scientifiche volte a contrastare il fenomeno.

Jewish Climate Initiative, Una preoccupazione comune

Fra le tante iniziative del mondo ebraico a favore dell’ambiente, va ricordata, in relazione alle questioni legate al cambiamento climatico, l’attività della Jewish Climate Initiative Campaign (Iniziativa ebraica sul cambiamento climatico), nata in Inghilterra nel 2009. Attualmente essa opera nel quadro della Alliance of Religions and Conservation, un’organizzazione senza scopo di lucro che unisce esponenti di diverse confessioni religiose accomunati dalla preoccupazione in materia ambientale, tutti impeganti nella promozione della sostenibilità e dell’amore per l’ambiente.


Southern Baptist Convention, Rafforzare l'impegno

Pensiamo che il nostro impegno formale nei confronti di tali argomenti sia stato finora troppo timido. La nostra risposta esitante nei confronti di un fenomeno sempre più evidente come quello dei cambiamenti climatici può essere interpretata dal mondo come indifferenza, mancanza di scrupoli, disinformazione. Possiamo fare di meglio.


Moslem Association for Climate Change Action, L'ora di agire

Si è tenuta nel marzo 2010 la prima conferenza islamica sui cambiamenti climatici durante la quale Bogor (in Indonesia), Medina (in Arabia Saudita), Salleh (in Marocco) e Sana'a (nello Yemen) sono state individuate come ''le quattro città verdi del mondo islamico''. Ovvero, si tratta di esempi da seguire in nome del rispetto dell'ambiente.
Durante i due giorni di conferenza, i partecipanti hanno inoltre discusso su come i paesi musulmani possono contribuire alla lotta contro i cambiamenti ambientali e sulla necessità di formare una Moslem Association for Climate Change Action, ovvero un'organizzazione ombrello incaricata di portare avanti i programmi del gruppo.
La conferenza di Bogor segue l'agenda del Moslem Seven Year Action Plan for Climate Change, dichiarata a Istanbul, Turchia, nel giugno del 2009. Questa prevede, appunto, un coinvolgimento sempre maggiore e graduale dei paesi islamici nei prossimi anni.


Sogyal Rimpoche, Vivere sostenibilmente

La situazione che abbiamo davanti è molto seria: siamo di fronte a degrado ambientale, cambiamenti climatici, scarsità di cibo, di acqua e di energia. Occorrono urgentemente una visione che ci faccia andare oltre i nostri interessi egoistici e limitati, e il coraggio per attuarla. È necessario modificare i nostri vecchi atteggiamenti e la miopia con cui abbiamo trattato gli altri e la Terra: sono stati causa di sofferenza e sono alla base della crisi economica e della distruzione dell’ambiente. I governi, le imprese e gli individui, ovunque nel mondo, dovrebbero realmente informarsi sulla situazione e sostenere gli sforzi tesi a creare stili di vita più equi e sostenibili.

I cambiamenti climatici | Per approfondire

La parola agli esperti: "perché sì"

Gli esperti che mettono in guardia dai pericoli dei cambiamenti climatici evidenziano, come nel caso di Mastrojeni, la catena di effetti, spesso irreversibili, che il protrarsi di tali fenomeni potrebbe innescare, con pesanti conseguenze sociali, oltre a quelle ambientali. La poesia di Brecht indica invece le gravi responsabilità dell’uomo, mosso dall’avidità e, di conseguenza, insensibile nei confronti della natura.

Grammenos Mastrojeni, Il pianeta è la nostra Arca

Il degrado dell'ambiente provoca malessere sociale, crisi economiche, persino carestie. In gioco non c'è la salvezza di alcune specie rare di pinguini o di balene: la corsa allo sfruttamento del territorio è un problema politico, non solo ambientale, e può essere causa di nuove guerre..
Non abbiamo molto tempo: siamo di fronte a un'emergenza da affrontare in tempi molto brevi. Il degrado ambientale non è solo qualcosa che riguarda il ciclo naturale ma un fatto che avrà pesanti conseguenze sulla stessa stabilità umana. Se riusciamo a orientare economia e vita civile in armonia con l'ambiente, arriveremo quasi senza volerlo a obiettivi quali giustizia sociale, pace [vedi Pace] e stabilità.
Le prime e più gravi conseguenze si stanno già abbattendo sulle società meno strutturate, quelle dei paesi del cosiddetto Terzo Mondo, che hanno minori mezzi per adattarsi a cambiamenti climatici così repentini. Questo non significa però che noi del primo mondo l'abbiamo nuovamente scampata: se crollano le strutture sociali nei paesi del Terzo Mondo siamo di fronte all'incubatore di fenomeni che poi si riversano direttamente su di noi, in termini comunque molto gravi: ondate di migrazioni [vedi Migrazioni], terreni fertili per il terrorismo, guerre che scoppiano per cercare di difendere le risorse in esaurimento, e non mi riferisco al petrolio, ma ad acqua e grano.

Io temo che una parte del problema che abbiamo a Lampedusa sia dovuta ai cambiamenti climatici; e anche le cosiddette primavere arabe sono indiretta conseguenza dei cambiamenti climatici: sono state infatti precedute da una serie di moti per il pane, a causa della crescita esponenziale dei prezzi alimentari dovuta ai cali di rendimento nelle regioni che producono cibo.
Secondo stime della FAO, in Medio Oriente e Nord Africa, negli ultimi due o tre anni, si sono creati 4,6 milioni di nuovi poveri: e sia pure attraverso una catena di trasmissione non diretta, il ruolo che possono aver svolto la siccità negli Stati Uniti o le alluvioni in Australia ha messo in moto un fenomeno che oggi ha portata mondiale. Il punto è l'interdipendenza globale [vedi Globalizzazione]: il pianeta è la nostra arca, su cui tutti galleggiamo insieme o affondiamo insieme.
L'interdipendenza globale si ripercuote su ogni angolo del pianeta: esiste un rapporto sempre più stretto fra causa ed effetto a livello globale, geografico, è inutile illudersi che le frontiere frenino o proteggano. Sono entità politiche artificiali, irrilevanti nel mondo naturale. Poi esiste un’interdipendenza sistemica, per cui qualsiasi tipo di fenomeno si ripercuote sul sistema nel suo complesso. Per esempio abbiamo introdotto animali da pascolo pesanti nelle savane, per quella che voleva essere una scelta economica: questo però ha comportato l'erosione delle radici delle erbe nelle savane mutando gli equilibri economici, che hanno favorito un certo tipo di povertà che a sua volta ha favorito l'insorgenza dei signori della guerra.
Si instaurano nel nostro sistema chiuso dei cicli che possono portare molto lontano: è il cosiddetto effetto farfalla, caro ai matematici, per cui il battito delle ali di una farfalla a Tokyo può essere il primo evento di una catena di cause che scatena un uragano in Florida. Anche il primo mondo sta già pagando il prezzo del cambiamento climatico. Il capo dell'agenzia britannica per l'ambiente, Lord Finsbury, ha recentemente dichiarato che la scarsità di fondi impone al governo una scelta tra difendere dall'erosione marina le città oppure le campagne: è un esempio perfetto dello stato di cose che porta dal cambiamento della condizione ambientale alla conflittualità. C'è un problema di dislocamento di risorse che sono limitate, eppure invece di scegliere tra città e campagna si potrebbe tutelare tutte e due e disinvestire da cose meno importanti.
Ma tutti noi stiamo già pagando salato il prezzo di questo tipo di fenomeni. Si pensi che c'è un marcato aumento dei prezzi assicurativi in tutto il settore, perché il comparto si deve rifare degli effetti degli estremi climatici, e le assicurazioni cercano di ripartire questi oneri, al punto che una assicurazione per l’auto più cara è indirettamente frutto dei cambiamenti climatici.

I governi hanno tentato di fare qualcosa, per esempio con Kyoto, ma quella che ha difficoltà a seguire è la società, neanche tanto le imprese (che se si varasse una fase di ristrutturazione dell'economia per renderla più compatibile vedrebbero un nuovo ciclo di crescita) ma sono proprio i consumatori quelli non ancora preparati a raccogliere questo messaggio: dobbiamo purtroppo puntare il dito contro noi stessi, dobbiamo renderci conto delle conseguenze di certe scelte, per difendere e sostenere i tentativi che pure ci sono stati.
Se non c'è luce verde dal pubblico, non esiste volontà politica in grado di portare avanti un cambiamento così necessario.


Bertolt Brecht, La primavera non c’è più

Molto tempo prima

che ci gettassimo su petrolio, ferro e ammoniaca

c’era ogni anno

il tempo degli alberi che verdeggiavano irresistibili e violenti.

Noi tutti ricordiamo

i giorni più lunghi

il cielo più chiaro

l’aria mutata

della primavera destinata a venire.

Ora leggiamo nei libri

di questa celebrata stagione

e pure da molto tempo

non sono stati scorti sulle nostre città

i famosi stormi di uccelli.

La gente ancora seduta sui treni è la prima

a sorprendere la primavera.

Le pianure la mostrano

nell’antica chiarezza.

Certo negli alti spazi sembrano passare tempeste:

esse toccano solo le nostre antenne.

I cambiamenti climatici | Per approfondire

La parola agli esperti: "perché no"

Gli esperti che criticano gli attuali modelli interpretativi dei cambiamenti climatici puntano l’indice, come nel caso di Richard Tol, contro l’eccessivo allarmismo che, secondo la loro opinione, porta a perdere di vista aspetti più globali e, perfino, a trascurare gli effetti positivi che il cambiamento climatico può avere. La poesia di W.H. Auden invece suggerisce che anche condizioni climatiche apparentemente sgradevoli possono avere un forte valore emotivo, in grado di consolare dai mali e dalle brutture della vita.

Richard Tol, Alcuni miti sui cambiamenti climatici

La riduzione delle emissioni non è l'unico modo per contenere gli impatti dei cambiamenti climatici in arrivo. Il rapporto IPCC, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, che ha ripetuto le sue profezie di sventura se le emissioni non verranno frenate, ha perso l'occasione per consigliare i responsabili politici su come migliorare la vita. Faccio parte dell'IPCC dal 1994, ma prima della pubblicazione dell'ultimo report sul clima uscito ho chiesto che il mio nome venisse tolto dall'elenco degli autori. Il rapporto è, a mio parere, troppo allarmista. Gli esseri umani sono una specie resistente e adattabile. C'è gente che vive sull'equatore e nell'Artico, nel deserto e nella foresta pluviale. Siamo sopravvissuti alle ere glaciali con le tecnologie primitive. L'idea che il cambiamento climatico rappresenti una minaccia esistenziale per l'umanità è risibile. Nel complesso, il cambiamento climatico nel secolo scorso ha addirittura migliorato le condizioni del genere umano. Di quanto? Si calcola del 1,4 per cento della produzione economica globale, che salgono all’1,5 per cento entro il 2025. Per alcune persone equivale alla differenza tra la sopravvivenza e la fame.
Il bilancio resterà ancora positivo dell’1,2 per cento fino al 2050 e non passerà in area negativa fino a circa il 2080. In breve, i miei figli saranno molto vecchi prima che il riscaldamento globale smetta di beneficiare il mondo. Si noti che se il mondo continua a crescere al 3 per cento l’anno…nel 2080 Bangladesh dovrebbe potersi permettere di difendersi dalle inondazioni, come fanno gli olandesi.

I principali vantaggi del riscaldamento globale sono: il minor numero di decessi invernali, i costi energetici più bassi [vedi Energie], la migliore resa agricola; una probabile riduzione della siccità (maggiore umidità, maggiori precipitazioni); la biodiversità probabilmente accresciuta. È un fatto poco noto che i decessi invernali superano le morti estive non solo in paesi come la Gran Bretagna, ma anche in quelli con estati molto calde, come la Grecia.

Gran Bretagna e Grecia hanno tassi di mortalità che aumentano del 18 per cento ogni inverno. Inverni particolarmente freddi causano un aumento delle insufficienze cardiache di gran lunga superiore rispetto alla crescita dei decessi durante le ondate di calore.

Il freddo, non il caldo, è il più grande assassino. Negli ultimi dieci anni gli inglesi hanno registrato un tasso medio di 29.000 morti in eccesso ogni inverno. La canicola di dieci anni fa ha causato 15.000 morti in Francia e appena 2.000 in Gran Bretagna. Nei dieci anni successivi non vi è stato alcun picco di decessi estivi. Il surplus di decessi invernali colpisce i poveri più dei ricchi per l’ovvia ragione che i primi non possono permettersi il riscaldamento… Il riscaldamento globale ha finora tagliato le bollette del riscaldamento più di quanto abbia fatto salire quelle per il raffreddamento.

Il cambiamento climatico avrà conseguenze, naturalmente. Dal momento che diverse piante e gli animali prosperano in climi diversi, interesserà gli ecosistemi naturali e l'agricoltura. Il clima caldo e umido aumenterà la diffusione di malattie tropicali. I mari saliranno, mettendo pressione a tutto ciò che vive sulle coste. Questi impatti suonano allarmanti, ma devono essere analizzati in prospettiva, prima di trarre conclusioni politiche. Secondo il rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, un ulteriore riscaldamento di 2 gradi centigradi potrebbe causare perdite pari allo 0,2-2 per cento del prodotto interno lordo mondiale. Seguendo le tendenze attuali, tale livello di riscaldamento dovrebbe essere raggiunto nella seconda metà del XXI secolo. In altre parole, mezzo secolo di cambiamenti climatici porterebbero, secondo lo scenario peggiore, l'equivalente di un anno di mancata crescita economica. Dall'inizio della crisi nella zona euro, il reddito medio greco è sceso di oltre il 20 per cento. Il cambiamento climatico non è, allora , il problema più grande dell'umanità. Non è nemmeno il suo più grande problema ambientale [vedi Inquinamento].


W. H. Auden, Grazie, nebbia

Abituato al clima newyorkese,

conoscendo lo Smog fin troppo bene,

mi ero dimenticato

di Te, la sua Sorella Immacolata,

di ciò che porti ai nostri inverni inglesi:

conoscenze native si risvegliano.


Acerrima nemica della fretta,

spauracchio di aerei e guidatori,

certo Ti maledice ogni volatile,

ma io sono felicissimo,

Perché ti seì convinta a visitare

Le campagne incantevoli del Wiltshire

l’intera settimana di Natale,

e nessuno può correre

nel mio cosmo, ridotto

ad una villa antica e a quattro Monadi:

Io, Sonia, Jimmy e Tania.

 

Fuori un silenzio informe:

perfino quegli uccelli spinti a stare

dal loro sangue caldo

qui intorno tutto l’anno,

come il bottaccio e il merlo,

da Te allettati frenano

il loro verso allegro,

nessun gallo si azzarda a strepitare,

e le cime degli alberi, visibili

appena, non stormiscono ma restano

immobili e condensano efficienti

in gocce esatte la Tua umidità.


Dentro, spazi accoglienti ben precisi

rendono confortevole la lettura e il ricordo, i cruciverba,

le affinità e le risa:

ristorati da sapide cenette

e allietati dal vino,

sediamo lieti in cerchio,

ignari di noi stessi ma solerti

nei confronti degli altri,

cercando quanto più di approfittarne,

perché ben presto occorrerà rientrare,

finiti questi giorni di clemenza,

nel mondo del denaro e del lavoro,

dove si è attenti ad ogni punto e virgola.


Nessun sole d’estate potrà mai

dissolvere le tenebre totali

diffuse dai Giornali,

che vomitano in prosa trasandata

fatti violenti e sordidi

che non riusciamo, sciocchi, ad impedire:

la Terra è un brutto posto,

eppure, per quest’attimo speciale,

così tranquillo ma così festoso,

ti rendo Grazie, Grazie, Grazie, Nebbia.

GlossarioBiografie

CFC

Con il termine Clorofluorocarburi (CFC) si identificano alcuni derivati dal metano e dall’etano (per esempio il freon), utilizzati in particolare come refrigeranti negli impianti a compressione (per esempio i frigoriferi). Diversi di questi prodotti, per la loro pericolosità ambientale, sono stati banditi dal Protocollo di Montreal del 1990.


CO2

Formula chimica dell’anidride carbonica, una sostanza fondamentale per i processi vitali delle piante e degli animali, è anche uno dei principali gas “serra” presenti nell’atmosfera terrestre.


Effetto serra

Il termine indica genericamente gli effetti dovuti al riscaldamento dell’atmosfera terrestre, per la concentrazione crescente di gas prodotti dall’attività umana, soprattutto industriale.


Foresta pluviale

Foresta caratterizzata da elevata piovosità, caratteristica delle zone tropicali e temperate.


Monade

In filosofia, il termine rappresenta l’”ultima unità indivisibile” e indicava, per esempio, il principio da cui derivano tutti i numeri.


Ozono

Sostanza chimica formata da tre atomi di ossigeno, è un gas instabile, esplosivo allo stato liquido; è essenziale per la vita sulla Terra in quanto è in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette.


Parametro

Una costante che può assumere valori diversi all’interno di un sistema matematico-statistico: è spesso utilizzato come sinonimo di “variabile”.


Primavera araba

Termine di origine giornalistica utilizzato perlopiù dai media occidentali per indicare le proteste e le agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e il 2011 in diversi paesi arabi.


Protocollo di Kyoto

Trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale, sottoscritto nel 1997 a Kyoto, in Giappone, da più di 180 Paesi.


Protocollo di Montreal

Trattato internazionale che ha lo scopo di ridurre la produzione e l'uso delle sostanze che minacciano lo strato di ozono.


Riscaldamento globale

Fenomeno caratterizzato dall’aumento progressivo, nel tempo, delle temperature dell’aria, del suolo e dei mari.


Sicurezza alimentare

Il termine indica, in riferimento a una popolazione determinata, la capacità di disporre di cibo in quantità sufficienti al suo sostentamento. Per estensione, il termine definisce anche la disponibilità di cibo sano, nutriente, prodotto senza arrecare danni all’ambiente.


Auden

Auden, Wystan Hugh

Wystan Hugh Auden (1907-1973) è stato un poeta anglo-americano, che ha dedicato la sua opera soprattutto ai temi dell’amore, della politica e della cittadinanza.

Brecht

Brecht, Bertolt

Bertolt Brecht (1898-1956) è stato un poeta e drammaturgo tedesco, fortemente influenzato dal pensiero marxista.

Caritas Internationalis

Caritas Internationalis

Caritas Internationalis è la Confederazione di organizzazioni cattoliche, che rappresenta i Paesi più poveri e più ricchi nel mondo.

FAO

FAO

La FAO è stata fondata nel 1945: è l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Ha l'obiettivo di aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale.
La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo il settore agroalimentare.

Francesco

Francesco

Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1936. Dal 13 marzo 2013 è il 266° papa della Chiesa cattolica: è il primo pontefice proveniente dal continente americano, nonché il primo ad appartenere alla Compagnia di Gesù.

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla (1920-2005) è stato il 264° papa della Chiesa cattolica. Eletto pontefice nel 1978, fu il primo pontefice polacco. È stato proclamato santo da papa Francesco il 27 aprile 2014.

Harvard

Harvard

Fondata nel 1636 da John Harvard, questa università privata degli Stati Uniti oggi è considerata una delle più prestigiose, ricche e influenti sedi accademiche del mondo.

IPCC

IPCC

L'Intergovernmental Panel on Climate Change è un organismo scientifico istituito dall’ONU nel 1988 per studiare il fenomeno del riscaldamento globale.

Istituto Giovanni Treccani

Istituto Giovanni Treccani

L'Istituto Giovanni Treccani, fondato nel 1925, compila, aggiorna e pubblica la celebre Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere e Arti.

Mastrojeni

Mastrojeni, Grammenos

Grammenos Mastrojeni è un diplomatico italiano, autore di numerosi saggi dedicati a temi economici, ambientali e politici.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio

Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio è l’organo del governo italiano responsabile dell’attuazione della politica ambientale.

Moore

Moore, Frances

Frances Moore, nata nel 1944, è un’attivista e studiosa statunitense che si occupa in particolare dei fenomeni critici legati all’ambiente e agli squilibri nella distribuzione della ricchezza.

Nature

Nature

Nature, pubblicata dal 1869 in Gran Bretagna, è stata la prima rivista scientifica interdisciplinare ed è considerata ancora oggi fra le pubblicazioni accademiche più importanti.

Rimpoche

Rimpoche, Sogyal

Sogyal Rimpoche, nato in Tibet nel 1947, è un lama buddista che si dedica principalmente all’insegnamento.

Southern Baptist Convention

Southern Baptist Convention è la più grande chiesa Battista del mondo e la principale chiesa protestante degli Stati Uniti, con circa 16 milioni di membri.

Tol

Tol, Richard

Richard Tol, nato nel 1969 in Olanda, è docente all’Università del Sussex e di Amsterdam, dove studia gli aspetti economici dei cambiamenti climatici.

Traverso Saibante, Carola

Carola Traverso Saibante è una giornalista esperta di questioni ambientali e consulente di organizzazioni internazionali.

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Glossario Biografie

CFC

Con il termine Clorofluorocarburi (CFC) si identificano alcuni derivati dal metano e dall’etano (per esempio il freon), utilizzati in particolare come refrigeranti negli impianti a compressione (per esempio i frigoriferi). Diversi di questi prodotti, per la loro pericolosità ambientale, sono stati banditi dal Protocollo di Montreal del 1990.

CO2

Formula chimica dell’anidride carbonica, una sostanza fondamentale per i processi vitali delle piante e degli animali, è anche uno dei principali gas “serra” presenti nell’atmosfera terrestre.

Effetto serra

Il termine indica genericamente gli effetti dovuti al riscaldamento dell’atmosfera terrestre, per la concentrazione crescente di gas prodotti dall’attività umana, soprattutto industriale.

Foresta pluviale

Foresta caratterizzata da elevata piovosità, caratteristica delle zone tropicali e temperate.

Monade

In filosofia, il termine rappresenta l’”ultima unità indivisibile” e indicava, per esempio, il principio da cui derivano tutti i numeri.

Ozono

Sostanza chimica formata da tre atomi di ossigeno, è un gas instabile, esplosivo allo stato liquido; è essenziale per la vita sulla Terra in quanto è in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette.

Parametro

Una costante che può assumere valori diversi all’interno di un sistema matematico-statistico: è spesso utilizzato come sinonimo di “variabile”.

Primavera araba

Termine di origine giornalistica utilizzato perlopiù dai media occidentali per indicare le proteste e le agitazioni cominciate tra la fine del 2010 e il 2011 in diversi paesi arabi.

Protocollo di Kyoto

Trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale, sottoscritto nel 1997 a Kyoto, in Giappone, da più di 180 Paesi.

Protocollo di Montreal

Trattato internazionale che ha lo scopo di ridurre la produzione e l'uso delle sostanze che minacciano lo strato di ozono.

Riscaldamento globale

Fenomeno caratterizzato dall’aumento progressivo, nel tempo, delle temperature dell’aria, del suolo e dei mari.

Sicurezza alimentare

Il termine indica, in riferimento a una popolazione determinata, la capacità di disporre di cibo in quantità sufficienti al suo sostentamento. Per estensione, il termine definisce anche la disponibilità di cibo sano, nutriente, prodotto senza arrecare danni all’ambiente.

Auden

Wystan Hugh Auden

Wystan Hugh Auden (1907-1973) è stato un poeta anglo-americano, che ha dedicato la sua opera soprattutto ai temi dell’amore, della politica e della cittadinanza.

Brecht

Bertolt Brecht

Bertolt Brecht (1898-1956) è stato un poeta e drammaturgo tedesco, fortemente influenzato dal pensiero marxista.

Caritas Internationalis

Caritas Internationalis

Caritas Internationalis è la Confederazione di organizzazioni cattoliche, che rappresenta i Paesi più poveri e più ricchi nel mondo.

FAO

FAO

La FAO è stata fondata nel 1945: è l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura.
Ha l'obiettivo di aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale.
La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo il settore agroalimentare.

Francesco

Francesco

Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è nato a Buenos Aires, in Argentina, nel 1936. Dal 13 marzo 2013 è il 266° papa della Chiesa cattolica: è il primo pontefice proveniente dal continente americano, nonché il primo ad appartenere alla Compagnia di Gesù.

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla (1920-2005) è stato il 264° papa della Chiesa cattolica. Eletto pontefice nel 1978, fu il primo pontefice polacco. È stato proclamato santo da papa Francesco il 27 aprile 2014.

Harvard

Harvard

Fondata nel 1636 da John Harvard, questa università privata degli Stati Uniti oggi è considerata una delle più prestigiose, ricche e influenti sedi accademiche del mondo.

IPCC

IPCC

L'Intergovernmental Panel on Climate Change è un organismo scientifico istituito dall’ONU nel 1988 per studiare il fenomeno del riscaldamento globale.

Istituto Giovanni Treccani

Istituto Giovanni Treccani

L'Istituto Giovanni Treccani, fondato nel 1925, compila, aggiorna e pubblica la celebre Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere e Arti.

Mastrojeni

Grammenos Mastrojeni

Grammenos Mastrojeni è un diplomatico italiano, autore di numerosi saggi dedicati a temi economici, ambientali e politici.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio

Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio è l’organo del governo italiano responsabile dell’attuazione della politica ambientale.

Moore

Frances Moore

Frances Moore, nata nel 1944, è un’attivista e studiosa statunitense che si occupa in particolare dei fenomeni critici legati all’ambiente e agli squilibri nella distribuzione della ricchezza.

Nature

Nature

Nature, pubblicata dal 1869 in Gran Bretagna, è stata la prima rivista scientifica interdisciplinare ed è considerata ancora oggi fra le pubblicazioni accademiche più importanti.

Rimpoche

Sogyal Rimpoche

Sogyal Rimpoche, nato in Tibet nel 1947, è un lama buddista che si dedica principalmente all’insegnamento.

Southern Baptist Convention

Southern Baptist Convention è la più grande chiesa Battista del mondo e la principale chiesa protestante degli Stati Uniti, con circa 16 milioni di membri.

Tol

Richard Tol

Richard Tol, nato nel 1969 in Olanda, è docente all’Università del Sussex e di Amsterdam, dove studia gli aspetti economici dei cambiamenti climatici.

Carola Traverso Saibante

Carola Traverso Saibante è una giornalista esperta di questioni ambientali e consulente di organizzazioni internazionali.

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