ANALISI

Avvenimenti del passato e modernità dello stile

Tratto liberamente dalla biografia Maria Antonietta - La solitudine di una regina (2002) di Antonia Frazer, il film ripropone la figura storica di Maria Antonietta in chiave moderna e per certi aspetti provocatoria. In particolare, la regista Sofia Coppola ha voluto vedere nei capricci e nelle frivolezze della consorte del re di Francia un atteggiamento analogo a quello di qualsiasi ragazza, di oggi e di ieri, nata e cresciuta tra privilegi e agiatezza. Lavorando sul linguaggio proprio del cinema, la regista ha suggerito un’affinità tra i pensieri e le emozioni di Maria Antonietta, vissuta più di due secoli fa, e le esperienze di un’adolescente degli anni 2000, magari ricca e un po’ viziata.

Ha così messo a punto uno stile accattivante, che cerca in vari modi di unire il passato e il presente.



L’effetto di shock

Il recupero del passato avviene unendo l’ambientazione storica tradizionale e gli abbondanti riferimenti alle abitudini e alle mode di oggi. Basti pensare che le innumerevoli scarpe della regina e delle sue favorite sono state realizzate da uno dei più fantasiosi stilisti contemporanei: lo spagnolo Manolo Blahnik. Allo stesso modo, gli spettacolari dolciumi di cui le aristocratiche ragazze si saziano senza freni sono opera di Ladurée, noto marchio di pasticceria parigino.

Tutto il film si caratterizza per la ricerca dello shock visivo, come si vede dai colori usati per i vestiti e le pettinature, che fanno a gara per colpire lo sguardo: oro, malva, fucsia e vari tipi di rosa sono le tonalità che spesso predominano, come si può vedere dalla locandina stessa del film, riportata in queste pagine.

Dal punto di vista della narrazione, il film alterna le scene descrittive, i grandi quadri d’insieme ispirati alla pittura del passato, al ritmo veloce, incalzante, debitore della comunicazione pubblicitaria e dei video musicali.



L’importanza della musica

La colonna sonora rappresenta un aspetto importante della rilettura moderna, dichiaratamente “pop”, del personaggio di Maria Antonietta e della vita di corte presso la reggia di Versailles. A fianco di compositori del passato come Antonio Vivaldi e Domenico Scarlatti sono stati inseriti brani rock, punk, e altre canzoni dai toni aggressivi oppure malinconici e romantici. Il contrasto tra l’ambientazione settecentesca e le sonorità moderne può creare un effetto un po’ straniante, ma presto lo spettatore si abitua ed è in grado di cogliere perfettamente il significato dell’accostamento.



Una riconosciuta accuratezza storica

L’abbondanza di musica leggera e di situazioni vivaci, dinamiche, colorate non deve far pensare che Marie Antoinette sia un film superficiale.

La rappresentazione della reggia e dei suoi giardini, la descrizione della vita a corte, i ritratti dei personaggi più importanti a cominciare da Luigi XVI, lo sviluppo stesso degli eventi sono dal punto di vista dell’accuratezza storica quanto di meglio può offrire un film pensato per il grande pubblico. Per il rigore e la ricchezza delle immagini l’opera di Sofia Coppola si è aggiudicata vari premi, tra cui l’Oscar assegnato a Milena Canonero per i costumi (va ricordato che la torinese Milena Canonero aveva già vinto due Oscar, il primo dei quali per un capolavoro come Barry Lyndon, 1975, di Stanley Kubrick, anch’esso di ambientazione settecentesca).

Inoltre, a conferma del valore storico e didattico di Marie Antoinette, a Cannes una giuria di insegnanti e allievi ha attribuito al film il Premio del sistema educativo nazionale francese.



Dalla parte della regina

Nel portare sullo schermo Maria Antonietta, la regista ha selezionato una parte della vita della regina, cioè il periodo che va dal trasferimento a Versailles fino all’abbandono della reggia, nel novembre 1789, per volontà dei rivoluzionari. Della biografia di Antonia Frazer il film ha però conservato il giudizio fondamentalmente positivo sul personaggio storico, se non dal punto di vista politico, certamente da quello psicologico e umano. La studiosa inglese ha cercato di spiegare i comportamenti frivoli e gli errori politici di Maria Antonietta mettendoli in relazione con l’educazione ricevuta e con l’ambiente in cui la sovrana viveva.

Una donna cresciuta tra i privilegi più esclusivi ed educata a considera re il potere monarchico come diritto divino poteva comprendere soltanto a fatica gli importanti cambiamenti che si stavano manifestando in Francia e in Europa. Nonostante questo, sembrano dirci l’autrice del libro e la regista del film, Maria Antonietta seppe mostrare in molte occasioni intelligenza e virtù, evitando o quantomeno ritardando la fine della monarchia e con essa la distruzione della sua famiglia.