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Marzo/aprile

Questa ricorrenza è osservata da tutto il mondo cristiano. Essendo la data della Pasqua diversa tra Chiese occidentali e orientali, anche le date del Venerdì Santo non coincidono.

Il Venerdì Santo commemora la Passione e morte di Gesù. È una delle tre celebrazioni maggiori che costituiscono il Triduo Pasquale, assieme alla messa del Giovedì Santo e alla Veglia Pasquale che ricorda la Risurrezione del Signore.

Le prime celebrazioni liturgiche della Passione del Signore di cui abbiamo notizia risalgono circa al IV secolo e alla città di Gerusalemme. La comunità cristiana compiva un itinerario di preghiera nei luoghi santi della città, leggeva passi del Vangelo, salmi e preghiere.

Queste antiche devozioni si diffusero alla fine del XIV secolo grazie all’ordine francescano che le raccolse creando la base per quello che oggi è il rito per eccellenza del venerdì santo: la Via Crucis. Francesco d’Assisi, Bonaventura da Bagnoregio e Bernardo da Chiaravalle, di ritorno dai loro pellegrinaggi in Terra Santa, riprodussero la “via della Croce” come oggi è conosciuta.

È una processione in cui ci si ferma a meditare davanti a croci e immagini che ricordano gli episodi della Passione. Nel XVIII secolo l’autorità ecclesiastica stabilì il contenuto e il numero delle stazioni.

Oggi la Via Crucis comprende quattordici stazioni che ripercorrono le ultime ore della vita terrena di Cristo, dalla condanna a morte alla deposizione nel Sepolcro. È un rito che fa rivivere ai cristiani le sofferenze di Cristo. Famosa in tutto il mondo quella presieduta dal Papa che si svolge a Roma.

In tutti i paesi cattolici sono diffuse le processioni della statua del Cristo morto seguita da quella della Madonna addolorata. In particolare nell’area mediterranea prendono parte alle processioni le confraternite di devoti incappucciati in segno di penitenza.

Vengono portati in processione molti simboli della Passione: la scala, il gallo, i chiodi, il martello, la borsa di Giuda, la corona di spine, la croce e la lancia.

In alcuni paesi si svolgono ancora riti di penitenza estremi come la flagellazione. Il penitente colpisce il proprio corpo con una frusta o con un sughero in cui sono conficcati pezzi di vetro, in un’atmosfera mista di gioia e dolore.

La tradizione prevede che il giorno del Venerdì Santo:
le campane non suonino in segno di lutto poiché deve imperare il silenzio;
l’eucaristia non venga celebrata data l’assenza del Signore;
bisogna osservare il digiuno.