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10 di Tishri

Yom-Kippur, ovvero il “giorno dell’Espiazione”, è considerato il giorno più santo e solenne del calendario ebraico.

Comincia al crepuscolo del decimo giorno del mese ebraico Tishri e continua fino alla notte successiva. Completa il periodo di penitenza di dieci giorni iniziato con il capodanno di Ro’sh ha-shanah e cade nel periodo che va da settembre e ottobre.

I primi dieci giorni di Tishri sono i “giorni terribili, spaventosi”, i giorni in cui è necessario svolgere un esame di sé e della propria vita rispetto alla volontà di Dio. Contrariamente alle feste di pellegrinaggio, in cui prevale un clima gioioso, questi sono giorni seri, meditativi e di timore per il giudizio divino.

L’origine biblica si trova nel Levitico dove viene menzionato il rituale; si legge: «Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una riunione sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore» (Levitico 23, 27).

Durante il giorno di Kippur gli ebrei si radunano in sinagoga e pregano chiedendo fervidamente perdono per le colpe commesse nel corso dell’anno nei confronti di Dio. Le colpe commesse contro il prossimo invece possono essere cancellate solo dagli uomini, perciò alla vigilia del Kippur ogni fedele è tenuto a chiedere perdono alle persone contro le quali ha commesso peccato.

Tutti gli ebrei sono tenuti al digiuno totale e alla preghiera per l’intera durata dello Yom-Kippur che dura circa 25/26 ore. La regola è di abbondare al pranzo della vigilia al fine di adempiere meglio al digiuno del giorno successivo. Durante la festa si ha l’obbligo di astenersi da qualsiasi lavoro.

Nella città santa in questo giorno tutto si ferma; le strade sono deserte, i negozi sono tutti chiusi e sono sospese anche le trasmissioni televisive.

Oltre al digiuno molte sono le proibizioni durante questa giornata: non bisogna lavarsi, né usare profumi, né indossare gioielli d’oro o scarpe di pelle, né avere rapporti sessuali. È necessario abbandonare tutti i bisogni corporei per impegnarsi solo in attività spirituali come la preghiera e la penitenza. Il clima che regna è quello di un raccolto silenzio e la liturgia conserva da lunghissimo tempo un carattere austero.

Molti ebrei vestono di bianco a simboleggiare la purezza acquisita in questo periodo. In questo giorno bisogna allontanare da sé ogni tipo di odio o astio, altrimenti le proprie preghiere non verranno accolte.

La preghiera conclusiva del Kippur si chiama Neillà. Una volta conclusa si suona lo shofar, un corno di montone. La liturgia prevede la recitazione della Havadala, la preghiera ebraica che si recita al termine dello Shabbat, il sabato; dopodiché è possibile interrompere il digiuno.