L’uomo al centro del mondo
FERRARA (Emilia-Romagna)
Palazzo Schifanoia
Francesco del Cossa, Il trionfo di Venere (Mese di Aprile), particolare, 1476-1484.
Affresco.
Il palazzo, iniziato alla fine del XIV secolo, è stato realizzato come luogo di ristoro e svago (infatti Schifanoia significa “schivar la noia”), su commissione della famiglia Este, signori di Ferrara.
All’interno, il Salone dei Mesi ospita un importante ciclo di affreschi profani, realizzato da un gruppo di pittori ferraresi, tra cui Francesco del Cossa, autore del mese di Aprile, che ospita il Trionfo di Venere. In un paesaggio fantastico, si scorgono le tre Grazie, sul prato in riva al fiume si trovano dei conigli, simbolo di fertilità, mentre giovani in abiti eleganti suonano liuti o si abbandonano a teneri abbracci.
www.artecultura.fe.it/72/storia-di-palazzo-schifanoia
LUCCA (Toscana)
Cattedrale di San Martino, sacrestia
Jacopo della Quercia, Monumento funerario di Ilaria del Carretto, 1406-1408.
Marmo, 66,5 × 244 × 88 cm.
Ilaria del Carretto è qui rappresentata su un sarcofago, voluto dal marito Paolo Giunigi, signore di Lucca, alla prematura scomparsa della sposa, a soli venticinque anni.
Su un’arca a forma di parallelepipedo, decorata da putti che reggono festoni vegetali, evidente citazione classica, è poggiata la figura della fanciulla, la cui veste nei panneggi rispetta ancora canoni tardogotici. Il volto, invece, ha tratti realistici: presenta lineamenti distesi, come si trattasse di una persona addormentata. Altro elemento realistico è il cagnolino posto ai piedi della defunta, che la osserva, simbolo di fedeltà coniugale.
NAPOLI (Campania)
Museo Nazionale di Capodimonte
Sandro Botticelli, Madonna col Bambino e angeli, 1468-1469.
Tempera su tavola, 100 × 71 cm.
La Vergine seduta, ritratta di semiprofilo, tiene in grembo il Bambino, sorretto da due angeli.
Il volto di Maria, dal mento appuntito, è incorniciato da un virtuoso velo trasparente che forma innumerevoli pieghe. Gesù gioca con il manto della madre. L’espressione dei personaggi è seria, pensosa, assorta nella propria bellezza, ma anche densa di malinconia, come se l’umanizzazione dei personaggi sacri alludesse al destino del neonato.
Lo spazio circostante ricorda un hortus conclusus (giardino cintato, simbolo di verginità). Infatti, un parapetto marmoreo separa la parte dove si trovano i personaggi dal paesaggio roccioso, in cui si intravede un tempietto classico a pianta circolare.
www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/museo_cp.html