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L’arte fiamminga

L’arte fiamminga

GENOVA (Liguria)

Chiesa di Santa Maria di Castello
Giusto di Ravensburg, Annunciazione, 1451.
Affresco.

Il complesso romanico di santa Maria di Castello (900 circa) conserva in uno dei chiostri l’Annunciazione, un affresco di Giusto di Ranvensburg, pittore svizzero che portò in Italia l’arte fiamminga.
All’interno di una stanza, aperta su un paesaggio collinare, l’arcangelo Gabriele annuncia a Maria la futura maternità, come documenta la frase dorata che unisce i volti dei due protagonisti. L’arcangelo è riccamente abbigliato con un manto dorato, con un prezioso bordo e le ali con piume di pavone all’interno, mentre Maria, leggermente in disparte accanto al leggio, è avvolta in un fulgido manto turchese. Dall'alto Dio, rivolto verso Maria, assiste alla scena.
La narrazione ci lascia intravedere il futuro: oltre la loggia attraverso le aperture sullo sfondo, il pittore rappresenta la Visitazione di Maria a Elisabetta, e oltre la finestra sulla sinistra, la Natività.
La scena è ricca di minuti e preziosi dettagli, di tipica derivazione fiamminga, che conferiscono al dipinto la dimensione domestica della dimora della Vergine. Si notano un vaso di maiolica decorato a motivi turchesi, che contiene un flessuoso giglio bianco, una collana con pietre turchesi attorno a esso, una scatola aperta con rocchetti di filo, un macramè appeso sulla destra, il grande leggio finemente decorato che permette uno sguardo all'interno sui libri in esso contenuti, un bacile pieno per metà d'acqua in cui si specchia un cardellino, una brocca metallica appesa a un gancio e, sopra di essa, un ripiano coperto di oggetti, tra cui un candelabro con tanto di mozzicone di candela.
A questi dettagli descrittivi se ne aggiungo altri simbolici, come il finto cartiglio sullo stipite della finestra a sinistra, che ci fornisce i dati su autore e anno di realizzazione dell'opera, il simbolo dei Grimaldi, committenti dell’opera, la ricca trapunta alle spalle della Vergine su cui è impresso con caratteri dorati il simbolo YHS (Jesus Hominum Salvator), ripreso anche sul soffitto turchese.
L’influsso fiammingo è sottolineato anche dalla luce diffusa e dall’assenza di ombre portate.
La scena è realizzata in prospettiva, con tanto di punto di fuga, anche se individuato empiricamente. Da ciò derivano evidenti storture, come il letto alle spalle di Maria.

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VICENZA (Veneto)

Musei Civici, Pinacoteca di Palazzo Chiericati
Hans Memling, Cristo crocifisso con la Madonna, i santi Giovanni evangelista e Battista, la Maddalena e due abati cistercensi, 1468-1470 circa.
Olio su tavola, 84,5 × 66 cm.

L’opera è la parte centrale di un trittico ora smembrato tra diversi musei: le ante esterne si trovano a Bruges, quelle interne a New York e la tavola centrale a Vicenza. Questa rappresenta una Crocifissione, i cui personaggi in piedi sono da sinistra Maria, Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Bernardo; inginocchiata ai piedi della croce si trova la Maddalena, con gli abiti di una nobildonna dell’epoca, accanto a lei il committente Jan Crebbe, abate cistercense.
Il paesaggio sullo sfondo, in cui si vede una città, è eseguito nei minimi dettagli, secondo i canoni della pittura fiamminga.

www.museicivicivicenza.it/it/mcp/index.php

REGGIO CALABRIA (Calabria)

Pinacoteca Civica
Antonello da Messina, Visita dei tre angeli ad Abramo, 1460-1465.
Tecnica mista su tavola di noce, 21,4 × 29,3 cm.

Nel museo calabrese sono esposte due piccole tavole di Antonello da Messina: il San Girolamo penitente e la Visita degli angeli ad Abramo, dove però il patriarca non è rappresentato.
Questa tavola è ripresa da una tavola del pittore fiammingo Josse Leiferinxe, in cui oltre ad Abramo compaiono anche altri personaggi.
È interessante notare come Antonello abbia riprodotto i particolari dei vari elementi della scena, grazie all’influsso della pittura nordica, di cui evidentemente circolavano i modelli anche nella parte più meridionale dell’Europa.
Gli abiti dei tre angeli coprono con le loro pieghe i corpi quasi inesistenti; le foglie e i fiori sono minuziosamente descritti, caratteristica tipica della pittura fiamminga.

www.iresudcalabria.it