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Raffaello: la grazia del genio

Raffaello: la grazia del genio

URBINO (Marche)

Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale
Raffaello, Ritratto di gentildonna (La muta), 1507.
Olio su tavola, 64 × 48 cm.

Raffaello si ispira alla Gioconda di leonardo per la composizione del ritratto di donna a mezza figura leggermente di tre quarti.
La donna ritratta, chiamata “la muta” per la posizione delle labbra serrate, è descritta nei minimi particolari: dal vestito con nastri e orlo di pizzo, su cui è posato un velo trasparente che si intravede sulle spalle, agli anelli, che attirano l’attenzione sulle mani, in una posizione particolare.
È evidente nel dipinto l’alto traguardo raggiunto dalla tecnica ritrattistica di Raffaello, che dona al personaggio grande forza espressiva in una semplice e riservata eleganza.

PERUGIA (Umbria)

Cappella di San Severo
Raffaello e Perugino, Trinità e santi, 1505-1508 e 1521.
Affresco, 175 × 389 cm.

La cappella di San Severo conserva l’unico affresco di Raffaello rimasto a Perugia.
Nella parte superiore di una nicchia con arco a sesto acuto è rappresentata la Trinità: Cristo seduto su un trono di nuvole nell’atto di benedire, tra angeli e santi, la colomba dello Spirito Santo e una figura del Padre con un san Giovanni e un angelo, quasi completamente distrutte.
Lo scorcio dei santi seduti ai lati del trono guida lo sguardo dello spettatore verso Cristo, conferendo tridimensionalità all’immagine. Perugino, maestro di Raffaello, anni dopo fu incaricato di completare il registro inferiore dell’affresco con figure di santi, al centro dei quali si trova una nicchia con una Madonna col Bambino in terracotta di autore ignoto.

BOLOGNA (Emilia-Romagna)

Pinacoteca Nazionale
Raffaello, Estasi di Santa Cecilia, 1513.
Olio su tavola trasportato su tela, 236 × 149 cm.

Nella Pinacoteca bolognese sono conservate due opere di Raffaello: un san Giovanni Battista e l’Estasi di Santa Cecilia, che si trova qui perché commissionata da una nobildonna bolognese per un altare della chiesa di San Giovanni in Monte.
Lo schema è tipico della sacra conversazione, con la santa al centro, affiancata dai santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maddalena.
La santa, rapita nell’ascolto del coro celeste degli angeli, preferisce l’amore divino ai beni mondani, rappresentati dagli strumenti della musica terrena e profana abbandonati a terra.

www.pinacotecabologna.beniculturali.it