SEI

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Il trionfo della finzione

Il trionfo della finzione

MONDOVÌ (Cuneo, Piemonte)

Chiesa di San Francesco Saverio (o della Missione)
Andrea Pozzo, Apoteosi di San Francesco Saverio,
1676-1679. Affresco.

La prima opera quadraturistica di Pozzo, precedente alle decorazioni delle chiese romane, è l’affresco della cupola a pianta ottagonale della Chiesa della Missione a Mondovì, dove pittura, architettura e scultura sono fuse.
Infatti, l’artista immaginò un finto tamburo ottagonale, scorciato in prospettiva dal basso, costruito con finti balconi semicircolari da cui partono strutture ad arco con colonne in finto marmo, tutto ornato da tralci vegetali e putti svolazzanti.
L’architettura si apre poi su un cielo luminoso in cui è rappresentata l’apoteosi del santo a cui è dedicata la chiesa.

SIENA (Toscana)

Duomo, Cappella Chigi (o della Madonna del Voto)
Gian Lorenzo Bernini, San Girolamo, 1661-1663.
Marmo, h 195 cm.

La cappella Chigi del duomo di Siena, voluta da papa Alessandro VII Chigi, fu decorata con due statue scolpite da Bernini: santa Maria Maddalena e san Girolamo. Il santo è rappresentato non come studioso, ma in meditazione, nell’atto di abbracciare la croce.
Girolamo si ritirò a vita da eremita nel deserto, dove curò la zampa di un leone, che rimase poi con lui, simbolo della forza bruta vinta dalla pietà.
Lo scultore aumenta le dimensioni del santo, per dare l’illusione allo spettatore di un personaggio racchiuso in un antro; un’altra illusione è data dal leone, che sembra sprofondare, dilatando così l’impressone dello spazio.

GENOVA (Liguria)

Palazzo Rosso
Gregorio de Ferrari, L’estate, 1686-1687.
Affresco.

Palazzo Rosso, costruito nella seconda metà del Seicento, è decorato da Gregorio de Ferrari, che affresca quattro sale dedicate alle stagioni dell’anno e la volta del salone (purtroppo distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale).
Gli affreschi sono dinamici, la quadratura (architettura dipinta per creare un’illusione di realtà) è limitata agli stucchi dorati, mentre la pittura, in cui dominano le vedute di scorcio, dà l’illusione della profondità spaziale.