Pur essendo uno fra i pittori più apprezzati del Rinascimento, le informazioni sulla vita di Antonello da Messina sono scarse e la sua biografia, scritta da Giorgio Vasari, è poco attendibile. Probabilmente, anche i ripetuti terremoti verificatisi in Sicilia hanno contribuito alla perdita di documenti e opere d’arte, che avrebbero potuto far luce su molti aspetti della vita e dell’attività dell’artista.
Sappiamo che Antonello nasce a Messina attorno al 1430 e che a quattordici anni è apprendista nella bottega del pittore Colantonio, a Napoli.
Dobbiamo comunque ritenere che il primo periodo della sua formazione si svolga in Sicilia, forse sotto la guida del padre, artigiano specializzato in lavori di scultura, intarsio e intaglio. Il tirocinio a Napoli presso Colantonio comincia poco dopo il 1444, anno in cui Messina viene colpita da un terremoto. Questo evento non è comunque la sola causa del trasferimento di Antonello. Napoli, infatti, capitale del regno aragonese, in questo periodo è una città fiorente e straordinariamente ricca sul piano culturale. Vi si incontrano artisti di ogni provenienza, perché Alfonso d’Aragona è un grande mecenate e collezionista d’arte e Colantonio, famoso come copista di opere fiamminghe, ha tutti i requisiti che lo rendono un buon maestro.
Si ignora la durata dell’apprendistato di Antonello e non si conosce la data del suo rientro in Sicilia, ma sappiamo che nel 1457 l’artista è titolare di una bottega a Messina.
Al 1460 risale un viaggio dalla destinazione sconosciuta, ma che si deve supporre lungo, visto che al seguito dell’artista viaggiano familiari, servitori e masserizie. Proprio questo viaggio misterioso deve aver indotto Vasari a ipotizzare un trasferimento di Antonello nelle Fiandre, per apprendere la tecnica della pittura a olio da Jan van Eyck.
In realtà, quando van Eyck muore a Bruges, nel 1441, Antonello ha poco più di dieci anni.
Nel 1474, l’artista è a Venezia, dove rimane circa due anni e dove entra in contatto con Giovanni Bellini.
In questa città Antonello è definitivamente riconosciuto per tutta la sua grandezza e riceve incarichi di prestigio anche dopo il suo rientro in Sicilia.
Promotore del Rinascimento nel Meridione d’Italia, Antonello da Messina è fra gli artisti che riescono a fondere la preziosità dell’arte fiamminga con la spazialità luminosa della scuola veneta.
La grandissima padronanza tecnica e la raffinatezza del suo disegno incisivo appaiono evidenti in capolavori come San Gerolamo nello studio. Straordinaria inoltre è la sua capacità di rendere intensamente vitali i volti dei suoi personaggi, come nei ritratti e nella celebre Annunziata.
Muore nel 1479.