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Il vero nome di Botticelli è Sandro Filipepi e il soprannome con cui è noto gli deriva dall’essere stato messo a bottega, giovanetto, presso un orafo, un certo Botticello.
Cagionevole di salute durante l’infanzia e poco incline ad applicarsi negli studi, Sandro dimostra però vivo interesse per la pittura e suo padre lo affida a Filippo Lippi, famoso pittore fiorentino, perché lo educhi all’arte.
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Nel 1470, Botticelli è già noto e apprezzato, tanto che il suo maestro gli chiede di provvedere all’educazione artistica di suo figlio Filippino, che poi diventerà anch’egli un noto pittore.
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Al servizio dei Medici dal 1475, Botticelli entra stabilmente nella cerchia degli artisti protetti dai principi di Firenze e presso la loro corte frequenta colti umanisti. Probabilmente la sua produzione di dipinti a tema mitologico e allegorico è legata anche al contenuto di conversazioni con letterati, poeti e filosofi.
A questo periodo risale la produzione di molte Madonne con il Bambino, in cui Botticelli sperimenta svariate composizioni.
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Nel 1481, Botticelli è a Roma, per affrescare la Cappella Sistina in Vaticano insieme ad altri grandi artisti, fra i quali Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino.
Tornato a Firenze, continuerà a lavorare sempre in Toscana. Quando la famiglia Medici cade in disgrazia, anche la fortuna di Botticelli ne risente e nell'ultimo periodo della sua vita conduce un’esistenza modesta.
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Grandemente apprezzato dai contemporanei, Botticelli muore quasi dimenticato e per lungo tempo verrà considerato un artista di secondaria importanza. Soltanto la critica moderna lo ha rivalutato come uno dei più originali interpreti del Quattrocento. Le sue figure femminili, le sue Madonne, i personaggi delle sue scene profane esprimono una bellezza ideale pervasa di grazia malinconica.