Architetto fra i più grandi del Rinascimento, Bramante nasce nel Ducato di Urbino, secondo alcune fonti a Fermignano, secondo altre a Monte Asdruvaldo.
Non si hanno notizie certe dei suoi anni giovanili. Sembra che Bramante abbia cominciato la sua attività artistica a Urbino, dedicandosi soltanto alla pittura.
Certamente nel 1477 si trova a Bergamo, per la decorazione ad affresco del Palazzo Pubblico; nel 1480 è a Milano, in qualità di architetto di Ludovico il Moro e rimane in Lombardia fino alla caduta del duca, nel 1499.
Delle sue opere pittoriche restano pochi esemplari, fra i quali un Cristo alla Colonna, e alcune porzioni di affreschi staccati e riportati su tela, attualmente conservati nella Pinacoteca di Brera.
Al soggiorno milanese di Bramante risale, in particolare, la costruzione della nuova tribuna con cupola per la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
L'architetto concepisce la tribuna come uno spazio cubico ai cui lati si trovano due absidi. Il terzo lato è occupato da una sacrestia, anch'essa dotata di abside.
Agli inizi del Cinquecento, Bramante è a Roma, per studiare dal vero le grandi costruzioni imperiali e dedicarsi prevalentemente all’architettura.
Secondo il Vasari, Bramante fu molto amato anche per il suo carattere sereno e generoso.
Il suo capolavoro indiscusso è il Tempietto di San Pietro in Montorio, eretto a Roma per volere del Papa. Il piccolo edificio a pianta circolare assume il valore di forma simbolica, modello di armonia universale.
Dopo vari interventi nei palazzi di illustri esponenti dell’aristocrazia e del clero, sotto il papa Giulio II viene posto a capo di lavori grandiosi, in Vaticano e nella basilica di San Pietro.
Con la morte del papa, i lavori vengono sospesi e poco più di un anno dopo, nel 1514, muore anche Bramante. Considerato artista di grandissimo valore, alle sue solenni esequie in San Pietro partecipano tutti i pittori, gli scultori e gli architetti di Roma.