Fra i grandi pionieri del Rinascimento italiano, Brunelleschi nasce a Firenze nel 1377, figlio di ser Brunellesco di Lippo Lapi, notaio.
Il giovane Filippo riceve l’educazione adeguata a un esponente della borghesia: studia greco, latino, matematica e storia sacra ed è appassionato lettore di Dante.
Poco più che ventenne, chiede di essere ammesso all’arte della Seta come orefice e collabora alla realizzazione di un altare d’argento per la cattedrale di Pistoia.
Nel 1401, sempre in qualità di orafo-scultore, partecipa al concorso per la costruzione di una delle porte bronzee del battistero di Firenze, in competizione con un altro grande artista, Lorenzo Ghiberti, che risulterà poi il vincitore.
Come richiesto dalla commissione esaminatrice, la formella rappresenta un tema biblico: il sacrificio di Isacco.
Rispetto a Ghiberti, Brunelleschi nel suo rilievo esalta la volumetria dei corpi e la dinamicità dei gesti, dando minore importanza al paesaggio e lasciando intuire la conoscenza di modelli classici.
A tal proposito gli studiosi ipotizzano viaggi di Brunelleschi a Roma, prima del concorso del 1401, ma anche successivi. In compagnia di Donatello, altro grande protagonista del primo Rinascimento, Brunelleschi avrebbe studiato quindi dal vero la scultura antica.
Solo a partire dal 1418, poco più che quarantenne, Brunelleschi comincia a emergere in qualità di architetto e, come tale, realizza una serie di opere straordinariamente innovative.
Fra tutte, la più impegnativa è la costruzione della cupola del Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore. Iniziata nel 1420, l’opera impegna l’artista per ventisei anni, fino al 1446, anno della sua morte.
Con Brunelleschi si afferma una nuova figura di architetto, che propone criteri progettuali basati sulla modularità delle strutture e sul rigore dei calcoli matematici.
Inoltre, la sua invenzione della prospettiva a punto unico di fuga rivoluzionerà la rappresentazione dello spazio e condizionerà gli artisti fino a oggi.