Molto amato negli Stati Uniti e tra i più apprezzati artisti in ambito internazionale, Calder ha rivoluzionato l’idea di scultura, rendendola mobile e mutevole. L’artista nasce a Lawton, oggi periferia di Philadelphia, nel 1898. Il nonno e il padre sono noti scultori neoclassici e la madre è un’affermata ritrattista, ma tutti e tre desiderano per Alexander un avvenire senza troppe incertezze.
Perciò Calder si laurea in ingegneria meccanica a New York, ma dopo due anni si iscrive a una scuola di disegno. Nel 1926, dopo tre anni di studio e un’iniziale attività di illustratore, l’artista parte per Parigi, dove realizza piccole sculture in filo di ferro, nelle quali il vuoto diventa parte dell’opera e la materia è ridotta a una linea che si snoda nello spazio.
L’atmosfera di Parigi, mitica destinazione degli artisti più originali e innovativi, si rivela molto stimolante; qui Calder stringe amicizia, tra gli altri, con il pittore surrealista Joan Miró, con il dadaista Man Ray, con l’astrattista Piet Mondrian.
Nel 1929, l’artista espone per la prima volta le sue opere in una mostra personale e le sue sculture in fil di ferro e legno suscitano grande interesse.
A partire dagli anni Trenta, Calder si orienta verso l’Arte Cinetica e costruisce i suoi primi mobiles, utilizzando pezzi di lamiera variamente sagomati, colorati e collegati da fili metallici, che si muovono per effetto delle correnti d’aria o vengono azionati meccanicamente. I mobiles possono essere fissati con supporti a terra o a una parete, oppure essere sospesi. Gli studi di ingegneria meccanica si rivelano utili, aiutando l’artista a risolvere i problemi di statica, che l'equilibrio delle sue sculture richiede.
I primi anni Quaranta vedono la nascita delle costellazioni e delle torri, piccole sculture di oggetti di legno collegati da filo d’acciaio. Calder si interessa anche alla produzione di gioielli cinetici: orecchini, come mobiles miniaturizzati, e collane e bracciali con parti oscillanti.
La notorietà internazionale di Calder è sancita dalla grande mostra retrospettiva che il MoMA di New York gli dedica nel 1943. Da questo momento le esposizioni, i riconoscimenti e le commissioni per opere pubbliche e private si moltiplicano.
Le ultime opere sono caratterizzate da forme sempre più gigantesche: stabiles, costruzioni metalliche di grandi dimensioni, con piastre d’acciaio tenute insieme da viti e bulloni; alcune di esse si ispirano alle fantastiche forme di animali che suggeriva Miró.
Nel 1976, Calder muore improvvisamente per un attacco di cuore. Soltanto un mese prima, una grande mostra a New York ripercorreva le tappe del suo cammino artistico, celebrandolo come una delle menti più creative del XX secolo.