MOSCHEA

È il terreno riservato alla ṣalāt (la preghiera obbligatoria), ed è spesso delimitato da qualche oggetto (tappeto, stuoia, mantello, sassi). È l’unico elemento obbligatorio per la preghiera, perché deve essere purificato. Di per sé, i musulmani possono pregare ovunque, anche fuori dalla moschea, purché il terreno sia puro (per questo li vediamo spesso su appositi tappetini).

È una sorta di abside o nicchia che indica la direzione della Mecca (città santa dell’islam) e della Kàʾbah. È un elemento soprattutto pratico, spesso è anche solo disegnato sul muro, perché il fedele deve sempre pregare rivolto alla Mecca, che è il primo santuario musulmano dedicato al culto dell'unico vero Dio, cioè Allāh.

È il pulpito dal quale l’imam (la guida morale e spirituale dei musulmani, o anche l’incaricato a dirigere la preghiera rituale) si rivolge ai fedeli con una allocuzione. Oggetto dell’allocuzione non sono necessariamente passi del Corano, ma possono essere anche precetti civili e morali.

È l’elemento tipico che fa riconoscere la moschea dall’esterno (dall'arabo manār, "faro"). È una costruzione a torre sulla quale uno speciale incaricato (detto muezzin) richiama tutti alla preghiera in momenti fissi del giorno, mediante il tipico richiamo rituale salmodiato (adhān). Quando il muezzin chiama, tutti devono pregare, anche in casa, all’aperto o durante il lavoro.

All’interno della moschea è spesso visibile una grande vasca o una specie di piscina. Ha una funzione prettamente religiosa, perché serve a ottemperare le necessità della purificazione.