Papa Gregorio Magno mostra una pergamena con la vita di Benedetto. Affresco di scuola umbra, Subiaco.
Quando, nel 590, Gregorio I salì al soglio pontificio, la città di Roma viveva un momento di gravissima crisi. I monumenti cadevano in rovina, le case erano fatiscenti e semidiroccate, gli acquedotti fuori uso; a causa dell'insicurezza delle strade extra urbane, inoltre, minacciate dalle scorrerie longobarde, i rifornimenti di derrate alimentari erano irregolari, mentre fame ed epidemie seminavano innumerevoli vittime.
Gregorio seppe reagire alla situazione: curò la manutenzione degli acquedotti e favorì l'insediamento di coloni in vasti territori appartenenti al Patrimonio di San Pietro. Inoltre, riuscì nell'intento di normalizzare le relazioni diplomatiche con i longobardi, tanto da ottenere una relativa sicurezza delle vie di comunicazione. Da un punto di vista più strettamente religioso, regolamentò la formazione del clero e favorì lo sviluppo del monachesimo di matrice benedettina, che grazie al suo impulso si diffonderà in tutta Europa.
Servendosi di missionari di sua fiducia, inoltre, ma anche attraverso intense relazioni diplomatiche con i sovrani d'Europa, promosse la diffusione del cattolicesimo in diverse aree non ancora cristianizzate. Dopo la sua morte, la Chiesa gli riconoscerà l'appellativo di Magno.
Pagina 1/8Papa Gregorio Magno (con la classica tonsura monastica) ispirato dalla Spirito Santo sotto forma di colomba, detta ad un chierico una delle sue numerose lettere, manoscritto del 983, Staadtbibliothek di Treviri.
L'attività di Gregorio Magno fu particolarmente significativa nell'ambito dell'organizzazione dei riti religiosi. Grande conoscitore della letteratura sacra, riorganizzò la liturgia, ordinando le fonti antiche e introducendo nuovi testi da lui composti, che entreranno a far parte della tradizione liturgica cattolica.
Pagina 2/8Pagina del Graduale, codice miniato che raccoglie i canti della messa del repertorio gregoriano. XIV secolo. Firenze, Museo di San Marco.
Gregorio Magno è anche ricordato per avere promosso il canto liturgico che da lui prende il nome: il canto gregoriano.
Pagina 3/8San Gregorio Magno e il suo scriba, IX secolo, Treviri, Stadtbibliothek
Secondo la leggenda tramandata da Paolo Diacono, un intellettuale longobardo che prestò servizio presso la corte di Carlo Magno, Gregorio aveva dettato i suoi canti a un monaco, alternando la dettatura a lunghe pause. Il monaco, incuriosito dai silenzi del papa, scostò un lembo del paravento che lo separava dal pontefice, assistendo così a un miracolo: posata sulla spalla del papa, una colomba (che nell'iconografia cristiana rappresenta lo Spirito Santo) gli suggeriva i canti da trascrivere.
Pagina 4/8Antonello da Messina, San Gregorio Magno. Tavola trasportata su tela, 1470-1475 circa. Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.
Papa Gregorio Magno promosse fortemente la cultura del suo tempo, favorendo la copiatura e la diffusione di molti antichi manoscritti. Fine intellettuale egli stesso, fu l'autore di numerose opere scritte, quasi tutte di argomento religioso. Il suo vasto epistolario – 850 lettere – costituisce oggi una fonte storica di primaria importanza, in grado di gettare luce su molti eventi di quel tempo.
Pagina 5/8Manoscritto membranaceo, X secolo, Milano, Biblioteca Ambrosiana.
Il manoscritto da cui è tratta la pagina qui raffigurata contiene i Moralia in Iob di Gregorio Magno, opera di esegesi del libro di Giobbe.
Pagina 6/8San Gregorio Magno. Copertura d'avorio di un codice. Vienna, Kunsthistorisches Museum.
Nel bassorilievo qui raffigurato, Gregorio è intento a scrivere mentre l'ispirazione divina, sotto forma di colomba, gli suggerisce le parole.
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Gregorio Magno