Spinello Aretino, Storie di San Benedetto. Particolare di affresco, 1387-1388. Firenze, Basilica di San Miniato al Monte
San Benedetto nacque a Norcia, in Umbria, nel 480. Di nobile famiglia, fu inviato a Roma a studiare, ma scelse ben presto di abbandonare le ricchezze e la carriera, dedicandosi alla vita religiosa. Ritiratosi in una grotta presso Subiaco, nel Lazio, visse tre anni in solitudine, nella penitenza e nella preghiera. Durante il suo eremitaggio, si diffuse, però, la fama della sua saggezza e rettitudine, tanto che in molti si recarono a Subiaco per seguirne l'esempio. Benedetto rinunciò allora alla vita solitaria, dando vita a tredici comunità monastiche. Nel 526, presso Frosinone, fondò il monastero di Montecassino, dal quale trarrà origine l'ordine benedettino. Proprio a Montecassino, verso il 540, Benedetto compose la Regola che, da allora in poi, avrebbe disciplinato la vita delle comunità a lui ispirate.
Pagina 1/7San Benedetto presenta la regola. Miniatura da un codice del XII secolo, Città del Vaticano, Archivio Segreto.
La Regola fissata da Benedetto governava la vita dei monaci in ogni dettaglio. Tra gli obblighi cui il monaco era tenuto, quello di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero. Era poi richiesta un'obbedienza gioiosa agli ordini dei confratelli e a quelli dell'abate, capo del monastero. L'abate, visto nella qualità di padre amorevole (la parola abate deriva dal siriaco abba, "padre"), era considerato responsabile della salvezza delle anime dei suoi sottoposti.
Pagina 2/7Monaci benedettini intenti all'aratura dei campi. Firenze, Biblioteca Laurenziana.
Elemento centrale della vita monastica benedettina era l'alternanza tra le occupazioni spirituali e la attività di lavoro e di studio, riassunte nel famoso motto latino ora et labora ("prega e lavora"). Tutte le attività lavorative erano considerate degne, a partire dal lavoro nei campi. La regola, inoltre, prescriveva che, a turno, tutti i monaci del monastero servissero i confratelli a tavola.
Pagina 3/7Due monaci amanuensi al lavoro. Miniatura dell'XI secolo, Monastero di Esternach.
In diversi monasteri, la principale attività di lavoro fu la copiatura dei testi antichi, da quelli biblici ai classici greci e latini. È certamente merito dei benedettini se molte opere letterarie e filosofiche antiche sono giunte fino a noi.
Pagina 4/7San Benedetto in punto di morte. Miniatura dell'XI secolo, Città del Vaticano, Biblioteca Vaticana.
Si tramanda che San Benedetto sia spirato in piedi, sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la comunione e con le braccia sollevate verso il cielo, mentre li benediceva e li incoraggiava. Le diverse comunità benedettine ricordano il loro fondatore il 21 marzo, giorno della morte del santo. La Chiesa cattolica ne celebra ufficialmente la festa l'11 luglio. Nel 1964, papa Paolo VI ha proclamato san Benedetto da Norcia patrono d'Europa.
Pagina 5/7L'abbazia di Montecassino così come si presenta oggi.
Fondata da San Benedetto nel 529, l'Abbazia di Montecassino ha avuto una storia travagliata, segnata da distruzioni, saccheggi e terremoti. Venne distrutta per la prima volta nel 577, durante l'invasione dei longobardi. Riedificata intorno al 717, venne abbattuta una seconda volta dai saraceni (883). Ricostruita e rimaneggiata più volte, l'abbazia ha subito un nuovo disastro il 18 febbraio 1944, quando è stata pesantemente bombardata dalle forze alleate. Sembrava, infatti, che vi si fossero asserragliati dei reparti tedeschi. La ricostruzione, iniziata subito dopo la guerra, ha mirato a una riproduzione esatta delle architetture distrutte.
Pagina 6/7Per avviare l’esercitazione, clicca sul titolo qui sotto: la prova comparirà in una nuova finestra del browser. Per rivedere il testo che hai appena esaminato e per consultare gli altri materiali dell’Atlante-Laboratorio, dovrai tornare alla finestra di partenza.
San Benedetto e l'abbazia di Montecassino