Carlo Magno

Obiettivo prova Invalsi

1Carlo ricevette una formazione poco libresca. 2La lettura non fu la base della sua istruzione: dovette aspettare di essere diventato un uomo ricco e potente per avere a sua disposizione ciò che era scritto nei libri. 3L'istruzione che ricevette nella sua giovinezza gli fu interamente e direttamente data con l'insegnamento orale. 4La sviluppò e la migliorò durante le conversazioni con personaggi illustri e utilizzando le osservazioni e le esperienze fatte durante i suoi viaggi. 5L'istruzione che acquistò fu completa e derivava più dall'esperienza pratica che dalle parole.

6Carlo non fu mai un dotto, tuttavia conosceva non solo la lingua franca, che era la sua lingua materna, ma anche il latino, parlato dai suoi sudditi gallo-romani, e perfino il greco. 7La conoscenza del latino è degna di essere sottolineata: essa infatti lo metteva su un piede di parità con la maggior parte degli uomini di Chiesa. 8È molto probabile che conoscesse anche i dialetti derivati dal latino, in uso nelle varie province dell'impero, dialetti che hanno dato origine al francese, all'italiano e alle altre lingue derivate dal latino. 9Non era un matematico, ma aveva la mente portata a penetrare rapidamente la complessità dei numeri e i loro rapporti.

10Carlo possedeva probabilmente cognizioni di anatomia umana e animale analoghe a quelle di un chirurgo di allora e superiori a quelle dell'uomo moderno. 11Come cacciatore, era abituato a scuoiare la selvaggina che uccideva; conosceva i punti vitali del corpo degli animali, sapeva le loro abitudini, da quelle del toro selvatico fino a quelle dei cani che i suoi valletti da caccia conducevano. 12Come falconiere era informato dell'anatomia e del modo di vivere di tutti gli uccelli.

13Una parte della sua educazione consistette nell'apprendimento dell'arte di trinciare a tavola, arte che a quei tempi era molto apprezzata; non vi si poteva riuscire senza una esatta conoscenza delle ossa, dei muscoli e delle altre parti del corpo degli animali. 14Le sue conoscenze geografiche erano considerevoli. 15Durante la sua vita, Carlo andò a caccia in tutte le parti della Gallia e in parecchie regioni della Germania; tra le sue prede c’erano gli uri, i cinghiali e i daini rossi. 16Le foreste occupavano una vasta superficie e, durante le battute, il cacciatore acquistava conoscenza del suolo, dell'orografia e dell'idrografia, tutte informazioni che oggi si possono ricavare solo dopo un attento studio delle carte geografiche.

17Anche quando Carlo non aveva personalmente visitato una regione, poteva sempre imparare i particolari che desiderava conoscere da uomini che gliene parlavano come da esperto a esperto. 18Acquisire conoscenze in questo modo presentava un inconveniente: mancava di ordine; ma aveva un grande vantaggio: le informazioni erano ben ancorate nella memoria.

(ridotto e adattato da: G. P. Baker, Carlo Magno, Dall'Oglio editore 1962)

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