A partire dal VII secolo, gli Arabi si sono imposti nel Mediterraneo sia come forza politico-militare, sia come civiltà particolarmente avanzata sotto il profilo culturale. La loro avanzata (illustrata in questa miniatura medioevale) ha toccato anche il territorio italiano e, in particolare, la Sicilia: qui, a partire dall’inizio del IX secolo, gli Arabi lanciarono un’offensiva destinata a completarsi solo all’inizio del secolo successivo. Meno significativi furono i tentativi di insediare degli emirati in Puglia e Calabria.
Pagina 1/5Zafferano - stampa antica.
La dominazione di parte dell’Italia e della Spagna favorì ulteriormente la diffusione della cultura araba, garantita già in precedenza dai commerci marittimi. Fu così, per esempio, che giunsero nell’Occidente cristiano piante del tutto sconosciute, come la canna da zucchero, le arance e i limoni, e molte spezie alla base della cucina araba, come lo zafferano, lo zenzero e il cardamomo.
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Nell’ambito della matematica e dell’algebra gli Arabi ottennero risultati straordinari. La stessa parola “algebra” ha origine araba, e deriva da una delle operazioni utilizzate dal matematico persiano Abū Jaʿfar Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī in un suo fondamentale libro, ben presto tradotto in latino (nell’immagine, una pagina dell’edizione originale). Ai suoi studi si deve anche la diffusione del numero zero e del sistema decimale, modellato su quello indiano.
Pagina 3/5Gli Arabi furono straordinari scienziati, particolarmente all’avanguardia nel campo della medicina e dell’alchimia. Con quest’ultimo termine ci si riferisce a quel ramo che anticipa la chimica, e che ebbe in a-Razi, vissuto tra il IX e il X secolo, uno dei primi interpreti (nell’immagine, la pagina originale di un suo scritto). Alla scuola alchemica araba si devono, per esempio, la scoperta della distillazione e la sintesi di alcuni acidi; di origine araba, non a caso, sono moltissimi termini della nomenclatura chimica, da “alcool” ad “alambicco”.
Pagina 4/5Questo grande impulso culturale non correva disgiunto dalla conservazione e dalla diffusione del sapere. Gli Arabi fondarono biblioteche e scuole pubbliche, lasciando testimonianze significative anche nei territori occupati e, di fatto, inaugurando in alcuni casi i primi nuclei delle future università. È il caso di Cordova, occupata nell’VIII secolo. Qui sorse uno dei principali centri culturali del tempo, arricchito anche di straordinari monumenti religiosi come la Grande Moschea (oggi Cattedrale di Santa Maria, nell’immagine, l’interno), costruita a partire dall’VIII secolo.
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