Nel 989-990 a Charroux, in Francia, si riuniscono le prime assemblee in cui ai nobili guerrieri viene chiesto di onorare la pace di Dio, ovvero di rispettare una serie di norme cavalleresche, come quella che impone di non attaccare un nemico disarmato. Più tardi (metà dell’XI secolo), verrà istituita la tregua di Dio, vale a dire l’obbligo, per i combattenti, di interrompere gli scontri la domenica e in periodi liturgici come l’Avvento e la Quaresima. Il testo qui presentato, venne formulato nel 1023 da Guarino, vescovo di Beauvais. È una testimonianza importante perché documenta indirettamente il clima di violenza che segnò l’Europa in quegli anni.
Non attaccherò un chierico o un monaco disarmato, né i loro accompagnatori disarmati e senza scudo. Non m’impadronirò del loro cavallo, salvo in caso di flagrante delitto. Non catturerò un contadino o una contadina, né i sergenti [ufficiali giudiziari del re], né i mercanti; non li deruberò del loro denaro né li sottoporrò a riscatto. […] Non incendierò né abbatterò case, salvo il caso che vi abbia trovato rifugio un cavaliere mio nemico o un ladrone. Non taglierò, né sradicherò o devasterò i vigneti altrui sotto il pretesto della guerra, salvo quando si tratti di terra mia o che dovrebbe esser mia. Non distruggerò un mulino, né m’impadronirò del grano ivi contenuto, salvo quando sarò in cavalcata [scorreria militare]. Non ucciderò il bestiame del contadino, salvo che per assicurare il sostentamento mio e dei miei uomini. Queste promesse non avranno valore nel caso che io costruisca o assedi un castello, oppure sia presso l’esercito del re o vescovile, oppure ancora in cavalcata. […] Dalla Quaresima fino a Pasqua non attaccherò un cavaliere disarmato.
(Guarino di Beauvais, formula del Giuramento per la «pace di Dio»)
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Cavalleria violenta