Ottone I, particolare del sarcofago di Carlo Magno. Aquisgrana, Tesoro della Cattedrale.
Nel 909, per resistere alle incursioni degli Ungari, i principi tedeschi decisero di attribuire la carica di re all'energico Enrico I, duca di Sassonia. Riorganizzando le difese, il re Enrico riuscì a contenere gli attacchi e, nel 926, arrivò a imporre al nemico la firma di una tregua: per dieci anni, gli Ungari si impegnavano a non superare le frontiere degli Stati germanici. La tregua, in realtà, verrà rotta prima della scadenza stabilita. Vi fu però un breve periodo di pace, che consentì al re di costruire numerose fortezze e di armare un potente esercito. Alla morte di Enrico, nel 936, verrà eletto re di Germania suo figlio Ottone I. Il nuovo sovrano saprà riportare importanti successi militari, non soltanto contro gli Ungari, ma anche ai danni degli Slavi e del Regno d'Italia. Nel 962, Ottone I si proclamerà imperatore. Sarà l'atto di nascita di quello che verrà chiamato Sacro Romano Impero Germanico.
Pagina 1/7Ottone I riceve alcuni monaci, miniatura del XII secolo. Parigi, Bibliothèque Nationale.
Dopo la sconfitta inflitta loro dall'esercito di Ottone I (battaglia di Lechfeld, 955), gli Ungari abbandonarono le razzie e smisero di uscire dai confini della Pannonia. Le diverse tribù che formavano la popolazione ungara, inoltre, si unificarono al di sotto di un monarca e, nel corso di pochi decenni, in seguito alla conversione dei loro re, finirono per abbracciare il cattolicesimo.
Pagina 2/7Particolare della porta in bronzo della Cattedrale di Gniezno, in Polonia.
Tra gli aspetti che contrattistinguono il regno di Ottone I, uno dei più significativi riguarda il rapporto con la Chiesa di Roma. Ritenendo di avere ricevuto il potere direttamente da Dio, Ottone I si proclamò, infatti, capo supremo della Chiesa, rivendicando il diritto di scegliere e destituire i vescovi e addirittura il pontefice. L'usanza di ordinare i vescovi verrà mantenuta anche dal suo successore, Ottone II, qui raffigurato mentre consegna al vescovo Adalberto il bastone pastorale, simbolo del potere vescovile. Questa consuetudine provocherà aspri contrasti tra l'impero e i pontefici, dando vita alla cosiddetta lotta per le investiture.
Pagina 3/7Corona del Sacro Romano Impero, indossata per la prima volta da Ottone I. Vienna, Museo di Storia dell'Arte.
Uno dei problemi con cui Ottone I dovette confrontarsi fu quello di ristabilire l'autorità imperiale, che nei decenni successivi alla morte di Carlo Magno si era indebolita a vantaggio dei piccoli e grandi signori locali. Questi ultimi, infatti, ricevendo i loro incarichi per via ereditaria, avevano preso la tendenza a considerarsi i proprietari dei territori che amministravano, cessando, in alcuni casi, di riconoscere un'autorità superiore. Ottone ebbe allora un'idea. Per contrastare la potenza dei grandi signori feudali, iniziò a concedere il titolo di conte a vescovi di sua fiducia. In questo modo, il rapporto tra il sovrano e il suo vassallo tornò a essere strettissimo. I vescovi conti, infatti, non potendo sposarsi, non avevano la possibilità di lasciare degli eredi legittimi. Alla loro morte, pertanto, il loro feudo tornava nelle mani dell'imperatore, che poteva a quel punto affidarlo ad altri.
Pagina 4/7Ottone I nomina un vescovo conte. Particolare del reliquiario di san Tiberto, XII secolo.
Ai tempi di Carlo Magno, i conti non erano che gli amici e i compagni di battaglia del re (la parola conte deriva dal latino comes, "compagno"): persone che, godendo della fiducia del monarca, erano state incaricate di rappresentarlo nelle diverse aree dell'impero, amministrando la giustizia e provvedendo alla sicurezza della popolazione. In cambio del servizio prestato, questi funzionari, detti vassalli, ricevevano in beneficio delle terre (feudi). In ogni momento, però, il sovrano poteva revocare l'incarico e riprendersi i benefici, che, in tutti i casi, tornavano in suo possesso alla morte dei feudatari. La situazione cambiò quando Carlo il Calvo concesse ai suoi vassalli il diritto di trasmettere i feudi ai figli. Il rapporto tra sovrani e feudatari prese allora ad allentarsi e questi ultimi cominciarono a considerarsi sempre più autonomi. L'idea di Ottone di affidare l'incarico di conte ai vescovi che gli erano fedeli servì a ristabilire la supremazia imperiale.
Pagina 5/7Disegno tratto dal Chronicon di Ottone di Frisinga (XII sec.). Milano, Biblioteca Ambrosiana.
Oltre a detenere il titolo di Imperatore, re di Germania e Duca di Sassonia, Ottone I ebbe la corona di Re d'Italia, che ottenne dopo averne sconfitto e sottomesso il legittimo titolare, Berengario II. In questo disegno, l'imperatore viene raffigurato mentre riceve l'omaggio di Berengario. Ottone I morirà nel 973.
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Ottone I