Vita da cavaliere

Orlando morente. Miniatura del XIII secolo. Tubinga, Biblioteca Universitaria.

Abituati alla violenza, i cavalieri erano spesso uomini rozzi e feroci, capaci di esercitare ogni tipo di crudeltà, non soltanto verso i combattenti nemici, ma anche nei confronti della popolazione disarmata. Per rimediare a queste prepotenze gratuite, sovrani e prelati cominciarono a promuovere delle norme di comportamento cavalleresco, cercando di incanalare l'aggressività di chi portava le armi verso scopi di utilità sociale: aiutare le vedove e gli orfani, difendere i poveri, proteggere i sacerdoti e la fede cristiana. Nacquero così gli ideali della cavalleria e i racconti leggendari dei "cavalieri senza macchia e senza paura", pronti a difendere a costo della vita le vittime di prepotenti e malvagi.

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Re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, miniatura francese del XIV secolo.

Molti poemi e canzoni composti tra l'XI e il XII secolo esaltano le imprese dei cavalieri e i loro amori travagliati. I nomi di alcuni di questi eroi sono ancora oggi notissimi: Lancillotto, Tristano, Orlando, e tanti altri. Il più celebre tra gli autori che cantarono le imprese cavalleresche è il francese Chrétien de Troyes, vissuto tra il 1135 e il 1190. A lui si devono cinque romanzi ispirati alle leggende bretoni e, in particolare, alle avventure dei Cavalieri della Tavola Rotonda: i paladini che servirono il leggendario re Artù. Un'altra famosissima opera cavalleresca è la Chanson de Roland, scritta verso la metà dell'XI secolo e dedicata all'ultima, tragica battaglia di Orlando, uno dei cavalieri di Carlo Magno.

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Miniatura tratta da un manoscritto conservato presso la Bibliothèque Nationale, Parigi.

Miniatura tratta da un Canzoniere provenzale composto tra l'XI e il XIII secolo, raffigurante Jaufré Rudel, trovatore e, al tempo stesso, signore di Blaye. I trovatori erano poeti musicisti che componevano sia i testi che l'accompagnamento musicale delle loro opere. I primi trovatori, attivi in area provenzale, furono grandi signori feudali, amanti della guerra e delle conquiste galanti. Cantavano le imprese dei cavalieri, ma soprattutto i loro amori.

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Miniatura tratta dal Codice Manesse, XIII secolo. Heidelberg, Biblioteca Universitaria.

Questa miniatura, risalente alla fine del XIII secolo, è tratta da una raccolta delle opere dei Minnesänger, ovvero i trovatori tedeschi. Oltre ai componimenti poetici, la raccolta contiene 137 miniature raffiguranti poeti e cavalieri. In questa immagine è rappresentata una scena di vita di corte: il maestro cantore guida un gruppo di musicisti con flauti, viole e sonagli.

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Miniatura da un manoscritto del XV secolo. Parigi, Bibliothèque Nationale.

Questa miniatura mostra il bacio tra Lancillotto, cavaliere della Tavola Rotonda, e Ginevra, moglie del re Artù. Il bacio è il pegno di un patto reciproco, che ricorda l'investitura dei cavalieri: come il cavaliere serve il suo signore, così l'innamorato si impegna a servire la sua donna (non a caso, il termine donna deriva dal latino domina, ovvero signora, padrona).

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Miniatura da un manoscritto del XV secolo. Parigi, Bibliothèque Nationale.

Tristano, coraggioso e leale cavaliere al servizio del re Marco di Cornovaglia, conduce in sposa al suo sovrano la bella Isotta. I due, però, bevono un filtro magico, che li costringerà ad amarsi follemente e a tradire la fiducia di re Marco. In questa miniatura, Tristano e Isotta sono raffigurati mentre giocano a scacchi, uno dei passatempi più diffusi tra i nobili di allora. La partita ha, però, anche un significato simbolico: se la dama vincerà, il cavaliere dovrà essere pronto a dimostrarle il suo amore affrontando nuove prove.

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