L'agricoltura nel basso medioevo

Obiettivo prova Invalsi

1La coltivazione a rotazione triennale fu usata per la prima volta a Treviri, in Germania, poi si diffuse nelle terre del nord della Francia e poco per volta nel resto dell'Europa.2I contadini sapevano che coltivare sempre cereali sullo stesso appezzamento impoveriva il terreno; invece con il sistema della rotazione triennale questo non capitava.3La coltivazione era divisa in tre turni: un campo era arato a frumento, un altro ad avena, orzo o fagioli, un terzo campo infine era arato, ma non era seminato, era cioè lasciato riposare.4L'anno successivo si faceva in modo che ogni campo cambiasse coltura; il risultato era che un anno su tre ciascun campo riposava.

5Altra importante innovazione basso medievale è quella delle marcite; esse furono probabilmente introdotte dai monaci cistercensi e risolsero il problema di avere erba verde per il bestiame anche durante i gelidi inverni lombardi. 6Il sistema era quello dell'acqua corrente: il prato era suddiviso in strisce e tra l'una e l'altra scorreva, in piccoli solchi, l'acqua che non solo dava umidità al campo, ma gli impediva anche di gelare; in più si otteneva lo scioglimento della neve.

7Il mulino ad acqua non è certo un'invenzione medioevale, infatti ne è stato rinvenuto uno di epoca romana; però è senza dubbio medioevale la sua ampia diffusione nell'Europa occidentale: alla fatica degli schiavi o degli animali per far girare le pesanti macine, si sostituì l'energia naturale dell'acqua. 8Il mulino ad acqua portò alla necessità di risolvere il problema del trasferimento del moto dal piano verticale delle pale a quello orizzontale della macina; la soluzione fu la costruzione di ingranaggi in legno.

9Si fecero molti studi sui mulini, per migliorarli e renderli più facili da usare. 10I Veneti crearono gli acquimoli: si trattava di mulini posti su isole della laguna e che sfruttavano le maree: il flusso e il riflusso della corrente faceva funzionare le macine, prima in un senso poi nell'altro.

11Lo sviluppo del mulino ad acqua si accompagnò allo sviluppo della trazione animale che permise trasporti da zone più lontane e con pesi più gravi. 12Il vecchio sistema del collare in cuoio per cavalli li incravattava proprio all'altezza della trachea; tale collare veniva poi legato al giogo. 13Ma così il collare veniva a premere direttamente sulla trachea; il cavallo era quindi obbligato a tenere la testa alta, per proteggere la trachea, non rendendo tutta la forza utile di cui era capace; con questo sistema un cavallo poteva esercitare una capacità di traino di circa 62 chilogrammi, cioè un quarto del rendimento che si ottenne coll'adozione del collare a spalla. 14Il nuovo collare appoggiava invece sulle scapole, sicché il cavallo poteva esercitare tutto il suo sforzo nel traino. 15Non solo, ma un sistema del genere dava anche la possibilità dell'attacco di più cavalli in fila.

(ridotto e adattato da: Antonio Viscardi e Gianluigi Barni, L'Italia nell'età comunale, UTET, Torino 1966)

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