Le parole che seguono sono tratte dal Testamento che Francesco scrisse nel 1226, poco prima della sua morte.
Così il Signore concesse a me frate Francesco di cominciare a fare penitenza. Quando vivevo nei peccati mi sembrava molto amaro vedere i lebbrosi. E il Signore mi condusse tra di loro e compii con loro opere di misericordia: ciò che mi sembrava amaro mi si trasformò in dolcezza d’animo e di corpo […]. E dopo che il Signore mi diede dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovevo fare, ma l’Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la regola del santo Vangelo. E io con poche parole e semplicemente la feci scrivere e il papa me la confermò […]. Lavoravo con le mie mani e voglio lavorare e voglio fermamente che tutti gli altri frati lavorino di un lavoro onesto. […] E quando non ci venisse data la ricompensa per il nostro lavoro, ricorriamo alla mensa del Signore chiedendo l’elemosina di porta in porta. Ordino fermamente a tutti i frati sotto il vincolo dell’obbedienza che, dovunque essi siano, non osino chiedere alcun privilegio alla curia romana, direttamente o per interposta persona, né per la chiesa né per altro luogo né con il pretesto della predicazione né per difendersi dalle persecuzioni.
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Il testamento di frate Francesco