1Gli umanisti trovarono nell'antichità classica gli ideali di verità e di bellezza che proposero al mondo occidentale: il passato era per loro la chiave del progresso; chi voleva diventare un essere razionale e coltivare l'eleganza del parlare e dello scrivere, doveva leggere gli antichi. 2Ma come procurarsi i testi degli autori classici? 3Poche erano le grandi opere su cui fosse facile mettere le mani; era una fortuna eccezionale riuscire a ottenere una copia di un illustre scrittore antico. 4Fu così che il Petrarca, che aveva raccolto e amato i libri fin da quando aveva imparato a leggere, diventò il primo sistematico cacciatore di manoscritti d'Occidente.
5Petrarca fu sempre in movimento, continuamente in viaggio attraverso l'Europa, dall'una all'altra città. 6Dappertutto dove andava cercava libri: seguiva voci e indicazioni, faceva indagini, comprava, trascriveva, faceva eseguire copie. 7Quando aveva in prestito un manoscritto prezioso, gli riusciva quasi impossibile separarsene: tenne un discorso di Cicerone per quattro anni, con il pretesto che non trovava una persona competente per farsela copiare, e alla fine, come faceva spesso, la trascrisse di sua mano. 8Spinse ben lontano le sue ricerche, in Italia, in Francia, in Germania, persino in Spagna e in Inghilterra; dalla Grecia gli arrivò un manoscritto greco di Omero e alcune opere di Platone, anche se Petrarca, come quasi tutti gli studiosi occidentali, non conosceva il greco.
9Le scoperte più importanti il Petrarca le fece di persona; non appena vedeva le mura di un monastero il cuore gli batteva forte. 10Andava a bussare alla porta del chiostro e con i suoi modi gentili convinceva i religiosi a aiutarlo. 11A Liegi ebbe la fortuna di scoprire due opere di Cicerone; ottenuto il permesso necessario, ne copiò una e fece trascrivere l'altra da un compagno. 12Si lamentò solo di una cosa, dell'incredibile fatica di trovare dell'inchiostro e, quando riuscirono a trovarne, della sua scarsa qualità.
13Più tardi visitò Roma per la prima volta e con sgomento vi trovò mura, palazzi e templi in rovina. 14Nessuno pareva preoccuparsene, i romani erano caduti così in basso che vendevano colonne marmoree e monumenti a Napoli; con un simile andazzo, di tutte quelle stupende rovine in poco tempo non sarebbe rimasto nulla.
15La scoperta più importante della sua vita ebbe luogo a Verona nella primavera del 1345: una raccolta di lettere di Cicerone. 16Gli studiosi ne ignoravano da generazioni l'esistenza e, senza la trascrizione del Petrarca, avrebbe potuto rimanere ignorata per sempre. 17Il codice originale veronese è oggi scomparso da gran tempo, ma era in stato di grave decadimento già quando il Petrarca lo trovò, sepolto nella biblioteca annessa alla cattedrale.
(ridotto e adattato da: Leo Deuel, Cacciatori di libri sepolti, Bompiani 1968)
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Petrarca e i libri antichi