Il clima e l'uomo

Il clima sulla Terra non è sempre stato lo stesso. Secondo gli studiosi lungo tutta la sua storia la Terra ha conosciuto un'alternanza di periodi caldi e periodi freddi, detti glaciazioni. La più recente glaciazione è terminata circa 10 mila anni fa. Durante quella glaciazione si abbassò il livello degli oceani, e questo permise che emergesse un ponte di terra tra l'America e l'Asia, dove ora si trova lo stretto di Bering. Il collegamento dei continenti asiatico e americano permise il passaggio di uomini e animali dall'Asia all'America.

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Paesaggio olandese dipinto nel 1565 da Pieter Bruegel il Vecchio.

Le variazioni climatiche hanno avuto conseguenze sulla vita dell'uomo. Lo dimostra il progressivo abbassamento delle temperature che interessò l'emisfero settentrionale tra il XIV e il XIX secolo, e che va sotto il nome di Piccola era glaciale. A partire dal 1300, le temperature medie si abbassarono rispetto ai secoli precedenti, portando a un graduale avanzamento dei ghiacciai. La Piccola era glaciale portò a una diminuzione dei raccolti e a un impoverimento generale. Testimonianze di questo periodo freddo si possono vedere in alcuni quadri dell'epoca, come in questo paesaggio olandese dipinto nel 1565.

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Il sole fotografato dalla NASA.

Nel corso della Piccola era glaciale vi furono due momenti particolarmente freddi, noti con il nome di Minimo di Maunder (1645-1715) e Minimo di Dalton (1790 -1830). In entrambi i casi, la temperatura toccò il minimo storico a causa di un decremento dell'attività solare: in termini fisici e astronomici, si verificò un'espansione del sole e un rallentamento della sua rotazione. Si ritiene infatti che i due fenomeni, combinati, riducano il calore che il Sole irradia verso la Terra. All'interno del Minimo di Dalton, vi fu addirittura il cosiddetto "anno senza estate", il 1816: fu, con tutta probabilità, il più freddo di tutto la Piccola era glaciale.

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La tipica imbarcazione vichinga, il drakkar.

Gli effetti della Piccola era glaciale furono ancor più disastrosi perché gran parte del mondo – e, in particolare, il continente europeo – veniva da un lungo periodo di clima mite chiamato l'"ottimo climatico medievale". Questa fase riguardò la zona nord atlantica e durò dal IX al XIV secolo. Oltre a favorire le coltivazioni e quindi il popolamento, l'ottimo climatico facilitò i viaggi e le esplorazioni. Gli storici, per esempio, mettono questo periodo in diretta relazione con la colonizzazione della Groenlandia da parte dei Vichinghi, che si avvantaggiarono del parziale ritiro dei ghiacciai.

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Molti scienziati ritengono che la Terra stia vivendo un periodo "interglaciale", compreso tra l'ultima glaciazione e un nuovo fenomeno di abbassamento delle temperature. Ma, a differenza del passato, questi processi naturali interagiscono oggi con l'azione umana. Nell'ultimo secolo, infatti, l'attività umana ha contribuito ad aumentare le temperature. Alcuni studiosi stimano che l'aumento della temperatura abbia aggravato le conseguenze di alcuni fenomeni meteorologici, per esempio gli uragani. Tra il 1989 e il 2011, l'uragano Mitch e l'uragano Irene (nella foto) hanno fatto segnare nuovi record in termini di velocità dei venti e quantità di piogge riversate nel bacino atlantico.

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