I Maya

La Piramide delle Nicchie, El Tajín (Veracruz, Messico).

Negli anni ’30 del ‘500, dopo avere rapidamente sottomesso l’impero Azteco e quello Inca, gli  spagnoli si mossero alla conquista dei territori dello Yucatan e dell’attuale Guatemala, allora abitati dalle popolazioni Maya. La conquista di quelle aree si rivelò, però, particolarmente complessa. La fitta giungla che ricopriva la regione, infatti, rendeva più difficile lo spostamento degli eserciti, e consentiva agli attaccati di tendere imboscate e di darsi rapidamente alla fuga. I Maya, inoltre, non erano uniti in un vasto Stato centralizzato, ma vivevano in numerose città-stato indipendenti, che dovettero essere assoggettate una a una.

Pagina 1/11

Il serpente piumato, uno degli dei onorati dai Maya.

La resistenza dei maya durò più di 14 anni, dal 1526 al 1540. La loro civiltà verrà presto cancellata: con le armi, ma anche a causa delle malattie. Così si espresse un poeta maya pochi anni dopo la conquista spagnola: «Vivevano sani. Non c’erano malattie, allora; non c’erano dolori d’ossa, non c’era febbre, non c’era vaiolo, non c’era bruciore di petto, non c’era dolore di ventre, non c’era consunzione. Allora i loro corpi camminavano dritti ed eretti. I signori bianchi, quando sono arrivati qui, hanno insegnato la paura e sono venuti a fare appassire i fiori. Per far vivere il loro fiore, hanno rovinato e aspirato il fiore degli altri».Pagina 2/11

Tempio a piramide. Tikal, Guatemala.

Per secoli, i maya hanno costruito i loro templi sulla sommità di alte piramidi, che superavano in altezza tutte le altre costruzioni. Il significato di queste architetture è chiaro: gli dei erano superiori a tutto e a tutti e, dall’alto, governavano la vita degli uomini.Pagina 3/11

Tempio delle Iscrizioni. Palenque, Messico.

Prima dell’arrivo degli spagnoli, i templi Maya furono spesso il teatro di riti cruenti. Quasi tutti i popoli del centro e del sud America, infatti, erano soliti onorare i loro dei attraverso sacrifici umani. In alcuni casi (quando, per esempio moriva un re, o quando veniva inaugurato un luogo sacro) questi riti si traducevano nella morte di migliaia di persone.Pagina 4/11

Giocatore di pelota. Bassorilievo del VI-VII secolo proveniente da Chikultic, nel Chiapas (Messico).

Lo sport della pelota aveva presso i Maya un significato rituale: lo scontro tra le squadre avversarie rappresentava infatti la lotta tra il bene e il male. Alla fine di ogni partita, per onorare gli dei, uno dei giocatori veniva sacrificato per decapitazione. Non è chiaro, però, se la vittima venisse scelta tra i perdenti o se si trattasse, invece, del capitano della squadra vincente.

 

Pagina 6/11

La piramide maya denominata “El Castillo”. Chichén Itzà, Messico.

L’edificio raffigurato in questa immagine, dedicato al dio Kukulkan, è uno dei numerosi templi collocati nell’area centrale della città di Chichén Itzà: lo spazio in cui venivano celebrati i più importanti riti religiosi e civili. Il tempio di Kukulkan venne costruito tra il X e il XIII secolo d.C., nel periodo di massima fioritura di Chichén Itzà. È formato da nove terrazze sovrapposte, simbolo dei nove livelli che, secondo i Maya, formavano l’aldilà. Per raggiungere la sommità della piramide, occorre salire sulle scalinate collocate ai lati della costruzione. Ognuna di esse è composta da 365 gradini, corrispondenti ai giorni dell’anno solare.

Pagina 7/11

Scultura per le offerte denominata Chac Mool. Chichén Itzà, Messico.

Questa scultura, collocata nel Tempio dei Guerrieri di Chichén Itzà, rappresenta una figura umana seduta, con la testa piegata di lato. È probabile che, sul vassoio tenuto tra le mani di quest’uomo in pietra, venissero depositate le offerte destinate al dio maya della pioggia. Statue simili a questa sono state ritrovate in altri siti dell’antica civiltà maya.

Pagina 8/11

Riproduzione di affresco maya. Città del Guatemala, Museo Archeologico.

Riproduzione di uno degli affreschi del cosiddetto “Tempio delle Pitture Murali”, rinvenuto a Bonampak, nella regione messicana del Chiapas. I dipinti originali, oggi gravemente deteriorati, illustravano i momenti importanti della vita della città. In questa scena è raffigurata una processione di musici con copricapi piumati e gioielli di conchiglie.

Pagina 9/11

Vaso maya con interno dipinto. Gerusalemme, Israel Museum.

La vita dei Maya era spesso posta in relazione con il mais, il loro principale alimento: i templi e i sacrifici avevano il compito di assicurare abbondanti raccolti, mentre il calendario era suddiviso in funzione dei lavori da compiere nei campi. Il vaso qui riprodotto presenta l’immagine di una donna impegnata nella macinazione dei chicchi di granturco.

Pagina 10/11

Verifica le tue competenze!

Per avviare l’esercitazione, clicca sul titolo qui sotto: la prova comparirà in una nuova finestra del browser. Per rivedere il testo che hai appena esaminato e per consultare gli altri materiali dell’Atlante-Laboratorio, dovrai tornare alla finestra di partenza.

I Maya
Pagina 11/11