Carlo V

Obiettivo prova Invalsi

1Carlo V governò un immenso mosaico di possedimenti, da Tunisi alla Patagonia, l'impero più esteso dei tempi moderni. 2Alcuni ritratti lo fanno apparire imponente, ma in realtà era piccolo e brutto, con il mento sporgente degli Asburgo e la bocca mai completamente chiusa: difetti che egli dissimulava sotto una corta barba. 3Amava molti i fiori, soprattutto i garofani, tanto che dopo la presa di Tunisi mandò in Europa la prima pianticella di una specie indiana. 4Aveva una forte passione per la musica e si portava sempre appreso il coro imperiale, anche durante le campagne di guerra. 5Cristiano convinto e valoroso soldato, Carlo tentò di impegnarsi soltanto in guerre difensive: un generale italiano ebbe a dire che la presenza dell'imperatore sul campo di battaglia contava quanto 25.000 fanti. 6Fondamentalmente semplice e buono, leggeva soprattutto romanzi cavallereschi, anzi amava considerarsi un cavaliere errante eletto da Dio per difendere l'Europa cattolica dai suoi nemici capitali, gli avidi principi luterani al Nord e il costante pericolo turco all'Est.

7La debolezza invincibile di Carlo V era la gola. 8"Di certo i re devono pensare che il loro stomaco non è fatto come quello degli altri!" esclamò un suo amico un giorno che a tavola Carlo stava ingozzandosi di dozzine di ostriche. 9L'imperatore apriva la giornata alle cinque del mattino sporgendo la mano dalla finestra per afferrare uno smisurato boccale di birra posato sul davanzale a rinfrescare. 10Poi ascoltava la messa però non prima di aver trangugiato una scodella di brodo di pollo. 11A pranzo, carne di montone, lepre, carne bovina, pollo e una montagna di pasticcini, il tutto ingollato a bocconi perché da tempo aveva perso i denti. 12Soffriva di emorroidi e di gotta, sicché la birra per lui era veleno, ma non ubbidì al medico che gli aveva consigliato di smetterla. 13Costretto a portare il fardello di tanta responsabilità politica, Carlo V aveva certamente bisogno di qualche distrazione, e la gola poté apparire un peccato che avrebbe danneggiato lui solo. 14Ma quando nel 1546 i principi cattolici e luterani stavano per affrontarsi in una guerra preoccupante, l'imperatore era a malapena in grado si salire a cavallo, tanto meno di guidare le truppe in battaglia. 15Fu persuaso a curarsi e ne trasse grande beneficio.

(ridotto da: Jack Beeching, La battaglia di Lepanto, Bompiani 2006)

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