L’Europa divisa

Lucas Cranach il Vecchio, I contrasti tra cattolici e protestanti, 1545 circa. Berlino, Gemäldegalerie.

La Riforma protestante provocò in Europa una frattura profonda, con implicazioni non solo religiose ma anche politiche. A quei tempi, la convivenza tra religioni diverse sembrava un fatto inconcepibile. Ognuno si riteneva portatore di una Verità assoluta e indiscutibile: la sola che portasse a Dio. Quella verità, pertanto, andava difesa e affermata a ogni costo: chi la pensava diversamente, secondo l’opinione dei più, diffondeva la menzogna e andava quindi combattuto. I cattolici perseguitarono i protestanti. I protestanti perseguitarono i cattolici. Non tutti, d’altra parte, avevano forze e mezzi sufficienti ad affermare la propria “verità”. Solo i principi, grazie ai loro eserciti, potevano imporre il rispetto della loro visione. Nei diversi Paesi d’Europa, quindi, la presenza di una fede piuttosto che dell’altra finì per dipendere dall’orientamento di chi deteneva il potere politico e militare (cuius regio, eius religio). Una delle poche eccezioni è rappresentata dal calvinismo. La dottrina di Calvino si diffuse in molti casi “dal basso” e in forma semiclandestina, soprattutto tra le élite borghesi dei centri urbani.

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I Padri Pellegrini si imbarcano sul Mayflower, la nave che da Plymouth, in Inghilterra, li porterà in America.

I credenti che non avevano la stessa fede del loro sovrano avevano due sole possibilità: sottomettersi alla religione di Stato, oppure cercare rifugio all’estero, nei Paesi in cui si praticava la loro stessa fede. Alcuni, per praticare liberamente il loro credo, lasciarono l’Europa per recarsi nel Nuovo Mondo.  È il caso del Padri Pellegrini, che, insediatisi in Massachusetts nel 1620, furono tra i primi colonizzatori delle coste atlantiche del nord America.

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Soldati spagnoli impiccano i protestanti di Haarlem, in Olanda.

La divisione tra Stati cattolici e Stati protestanti fu il risultato di un processo travagliato e segnato da conflitti: le cosiddette guerre di religione, che toccarono gran parte dell’Europa e furono contraddistinte da stragi sanguinose e pubbliche esecuzioni. Tra le guerre più cruente, quelle che tra il 1562 e il 1598 insanguinarono la Francia. A scontrarsi, in questo caso, furono cattolici e calvinisti (che nel Paese d’oltralpe venivano chiamati Ugonotti).

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François Dubois, Il massacro di San Bartolomeo. Losanna, Musée Cantonal des Beaux Arts.

Tra gli episodi che segnarono la contesa tra cattolici e ugonotti, il più famoso è il Massacro di San Bartolomeo, avvenuto a Parigi nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572, in un momento in cui, all'apparenza, cattolici e protestanti parevano aver trovato il modo di convivere pacificamente. La strage ebbe luogo quando il re Carlo IX, sobillato dagli esponenti più fanatici del partito cattolico, ordinò l'assassinio dei capi della parte avversa, giunti in città per presenziare alle nozze fra la sorella del re, Margherita di Valois, e il protestante Enrico di Borbone, futuro re di Francia. A essere colpiti, però, furono protestanti di ogni estrazione, dai più influenti ai cittadini comuni. Nei giorni successivi, la mattanza si estenderà a gran parte della Francia: le persone uccise saranno migliaia.

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Editto di Nantes, 13 Aprile 1598.

Nel 1598, con l’editto di Nantes, il re Enrico IV assicurava agli ugonotti la piena libertà di culto su tutto il territorio francese. Per la prima volta, in un atto pubblico, veniva introdotto il principio della tolleranza, attribuendo allo Stato il compito di garantire la libertà di pensiero delle minoranze. Il re stesso, del resto, era stato calvinista. È anzi proprio in occasione del suo matrimonio che, nel 1572, si era scatenato il massacro di San Bartolomeo. Poco prima di prendere la corona, però, per ragioni legate più alla politica che alla fede, Enrico si era convertito al cattolicesimo.

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Ritratto di Enrico IV.

L’editto di Nantes sembrò introdurre una nuova stagione di pace. A dispetto di quella legge, però, il clima di intolleranza continuò ad aleggiare. Nel 1610, Enrico IV fu ucciso da un fanatico cattolico. I nemici del re non gli avevano perdonato quel gesto di apertura. L’editto di Nantes, che Enrico aveva definito “irrevocabile”, verrà revocato da suo nipote Luigi XIV.

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Incisione del XVI secolo.

In questa vignetta allegorica, riformatori come Lutero e Calvino vengono ritratti accanto a orrendi demoni. L’immagine, ovviamente, è stata realizzata da un artista di parte cattolica. Scopo della vignetta è suggerire l’idea che l’azione dei riformatori sia stata provocata dal diavolo.

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Stampa del XVI secolo.

Questa stampa mostra un gruppo di protestanti intenti alla distruzione di statue e dipinti conservati in una chiesa cattolica. È un chiaro sintomo dell’intolleranza di quei tempi, praticata sia dai cattolici che dai protestanti. Alla base dell’episodio qui raffigurato c’è la convinzione, condivisa dalla maggior parte delle comunità protestanti, che la venerazione delle icone tenda a trasformarsi in una forma di idolatria pagana.

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