Eretici catari al rogo. Miniatura medievale.
Istituita da papa Lucio III nel 1184, l’Inquisizione è stata per secoli l'istituzione ecclesiastica incaricata di indagare e punire i sostenitori di teorie considerate contrarie alla dottrina cattolica. Presente in diversi Paesi e sottoposta all’autorità dei vescovi, servì in un primo tempo a stroncare i movimenti ereticali (catari, valdesi, dolciniani, ecc.), perseguitando, inoltre, le persone sospettate di stregoneria. Con la sviluppo del protestantesimo, a partire dal ‘500, l’attività dei tribunali dell’Inquisizione si concentrò nella lotta contro le Chiese riformate.
Pagina 1/8La macchina della tortura in funzione durante l'interrogatorio dell'imputato durante l'Inquisizione. Miniatura medievale.
Imprigionati e sottoposti a tortura, eretici, protestanti e sospetti di stregoneria subivano processi spesso sommari, che terminavano in diversi casi con la condanna al rogo.
Pagina 2/8La ruota, uno dei più terribili strumenti di tortura usati dagli inquisitori.
L’Inquisizione spagnola, nata nel 1478 e posta dal pontefice alle dirette dipendenze della corona di Spagna, agì in totale autonomia rispetto all’autorità papale e si distinse per la sistematicità e spietatezza con cui assolse al suo compito. Essa, tra l’altro, non si limitò a operare entro i confini della Spagna. La sua autorità venne estesa infatti anche alle colonie spagnole in America.
Pagina 3/8P. Berruguete, San Domenico al tribunale dell'inquisizione. Madrid, Museo del Prado.
L’Inquisizione spagnola si accanì a lungo contro gli ebrei e i musulmani che, per evitare l’esilio, erano stati costretti ad abbracciare il cattolicesimo (i cosiddetti “nuovi convertiti”). Si sospettava infatti che la loro conversione non fosse autentica e che molti continuassero a praticare clandestinamente i vecchi culti. La lotta ai presunti “falsi convertiti”, peraltro, fu per la corona spagnola un gigantesco affare: molti di loro erano particolarmente ricchi e i loro beni vennero confiscati e incamerati dallo Stato.
Pagina 4/8Edouard Moyse, La persecuzione. Parigi, Museo dell'Arte e della Storia del Giudaismo.
Secondo Hernando de Pulgar, segretario della regina Isabella, in soli 12 anni, tra il 1478 e il 1490, le persone condannate a morte e mandate al rogo dall’Inquisizione spagnola furono duemila. Questo dipinto ottocentesco, opera di Edouard Moyse, mostra il terrore e la disperazione di una famiglia di ebrei convertiti al cristianesimo, in attesa di essere arrestati dagli emissari del Tribunale dell'Inquisizione, che deciderà sulla sincerità della loro fede.
Pagina 5/8Re Ferdinando d'Aragona, particolare della Madonna dei Re Cattolici, Scuola di Madrid (1490-95). Madrid, Museo del Prado.
Il più noto esponente dell’Inquisizione spagnola è il monaco domenicano Tomas de Torquemada, nato a Valladolid nel 1420. Capo del Consiglio dell’Inquisizione, godette di poteri amplissimi, dovuti all’influenza che seppe esercitare sulla famiglia reale (era, tra l’altro, il confessore dei sovrani Isabella e Ferdinando). Fu lui, tra l’altro, a convincere il re Ferdinando a espellere gli ebrei dalla Spagna (1492).
Pagina 6/8L'espulsione dei "moriscos". Così erano spregiativamente chiamati gli arabi convertiti al cattolicesimo.
A partire dal ‘500, l’Inquisizione spagnola si volse contro i protestanti. Complice del fanatismo degli inquisitori fu lo stesso re, Filippo II, che si adoperò in ogni modo per impedire la diffusione della “nuova eresia”. Continuò nel frattempo la persecuzione contro i “nuovi convertiti”. Durante il regno di Filippo II, fu proibito l’utilizzo della lingua araba e vennero vietati gli abiti e le tradizioni di origine moresca. Il successore del re, Filippo III, si spingerà oltre, decretando l’espulsione dai territori spagnoli di tutti i cattolici di origine araba. (1609).
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L’Inquisizione spagnola