Jan Vermeer, Soldato e donna che sorride, 1657 circa. Olio su tela. New York, Frick Collection.
A partire dal 1620 e per gran parte del XVII secolo, Amsterdam e la Repubblica delle Province Unite furono il fulcro dell’economia europea. All’inizio, la ricchezza olandese si fondò su attività relativamente povere, così come in passato aveva fatto Venezia, che prima di lanciarsi nel grande commercio con l’oriente si era arricchita vendendo il sale ricavato dalle acque dell’Adriatico. Per l’Olanda, la prima fonte di ricchezza fu la pesca delle aringhe del mare del Nord, vendute, in un primo tempo, nei porti dell’Europa settentrionale. La pesca delle aringhe era chiamata la grande pesca; intorno alla metà del Seicento, vi prendevano parte circa 1500 battelli, per un totale di dodicimila pescatori e trecentomila barili di pesce
Pagina 1/8Bartholomeus van der Helst, Banchetto della guardia civica di Amsterdam in celebrazione della pace di Münster, 1648. Olio su tela. Amsterdam, Rijksmuseum.
Nel Seicento, gli olandesi furono i principali importatori di grano di tutta l’Europa occidentale. I cereali venivano prodotti nelle grandi pianure della Prussia e della Polonia e i mercanti olandesi li acquistavano nei porti del mar Baltico. Amsterdam divenne il centro di distribuzione granaria più importante d’Europa. Coi proventi derivanti dalla pesca e dalla vendita dei cereali prodotti a est, gli olandesi raccolsero i capitali necessari per imprese sempre più costose, in terre lontane dalla madre patria.
Pagina 2/8Jan Vermeer (Johannes Vermeer), Giovane donna assopita, 1657 ca., olio su tela, 88x77 cm; New York, Metropolitan Museum of Art.
Decisi a prendere il posto dei portoghesi nel commercio delle spezie, gli olandesi divennero particolarmente aggressivi dopo la fondazione della Compagnia delle Indie orientali (1602): una società per azioni dotata di enormi capitali, che fu in grado di costruire un vero e proprio impero. Le principali basi portoghesi in Asia vennero attaccate e conquistate con le armi. Alla metà del Seicento, in occidente, gli olandesi erano ormai gli unici importatori di spezie. Forti di questo regime di monopolio, realizzarono profitti colossali, facendo pagare le loro merci a caro prezzo.
Pagina 3/8Jan Vermeer, Il geografo, 1668-1669 circa. Olio su tela. Francoforte, Städel Museum.
Verso la fine del Seicento, le navi olandesi erano prodotte in una maniera che possiamo già chiamare industriale. I cantieri navali, infatti, realizzavano modelli standardizzati, gli uni uguali agli altri, facendo uso delle più avanzate tecnologie del tempo (dalle segherie a vento alle grandi gru utilizzate per spostare il legname). Grazie all’organizzazione dei cantieri navali, gli Olandesi riuscirono a contenere fortemente il costo di produzione delle navi. Le imbarcazioni olandesi, inoltre, grazie alla loro perfezione tecnica, potevano essere governate da equipaggi ridotti, che permettevano grandi risparmi sul costo del lavoro, consentendo ai mercanti olandesi di praticare prezzi molto concorrenziali.
Pagina 4/8Lo Hollandtschen Tuyn nel 1605 veleggia verso Amsterdam con a bordo un carico di monete e zucchero. Le tre bandiere portano gli stemmi del leone rampante d’Olanda, del principe d’Orange e della città di Amsterdam.
Per molti decenni, l’Olanda fu la signora incontrastata dei traffici marittimi. Nel 1670, gli olandesi trasportavano un tonnellaggio di tre volte superiore a quello inglese, e più del tonnellaggio di Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna e Germania messe insieme. In cifre assolute, secondo fonti francesi, la potenza marittima olandese, nel 1669, assommava a circa seimila navi e quarantottomila marinai.
Pagina 5/8Pieter de Hooch, Conversazione, 1663-1665. Lisbona, Museo Nazionale d'Arte Antica.
La grande borghesia olandese amava circondarsi di cose belle: lo testimonia lo splendore delle facciate delle abitazioni dei centri cittadini, la raffinatezza delle ville di campagna, la cura nell’arredamento delle case, l’amore per oggetti raffinati come le porcellane cinesi e i tappeti orientali. Va poi ricordato l’interesse per l’arte, che nell’Olanda del ‘600 si coniuga con una nuova forma di gusto pittorico. Salvo poche eccezioni, in effetti, i soggetti rappresentati dai pittori olandesi non sono più i grandi eventi storici, i personaggi mitologici, le scene di vita sacra. Protagonista della pittura olandese del ‘600 è la vita quotidiana: scene domestiche, nelle quali le donne sono intente a rigovernare la cucina, mentre gli uomini sono impegnati in conversazioni d’affari.
Pagina 6/8Jan Vermeer, Donna con brocca, 1662 circa. Olio su tela. New York, Metropolitan Museum of Art.
Gli olandesi importavano enormi quantità di cereali dall’Europa dell’est. L’agricoltura olandese, pertanto, abbandonò la coltura del grano e si specializzò nell’allevamento intensivo dei bovini e nella coltivazione di frutteti. Ciò garantì agli olandesi una dieta straordinariamente ricca, se confrontata con quelle degli altri paesi europei. Mentre nel resto d’Europa si soffriva spesso la fame, il quadro della realtà olandese (salvo che in brevi periodi di carestia) fu quello di una società in cui l’eccesso di cibo, soprattutto dolciumi, provocava i disturbi tipici di un’alimentazione squilibrata e scorretta. Una sorprendente eccezione, in un’Europa assillata da penurie costanti, dal calo dei salari e dalla morte per fame
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L’età della supremazia olandese