L’idea di nazione

Philipp Veilt, Figura allegorica della Germania, 1834–1836. Francoforte sul Meno, Städelsches Kunstinstitut.

Con l’espressione sentimento nazionale si fa riferimento al senso di appartenenza che si percepisce quando ci si sente parte di un popolo: un gruppo umano, cioè, che condivide usi, costumi, tradizioni, storia e soprattutto una lingua comune; tutti aspetti che contribuiscono a distinguerlo da altre comunità di persone (altri popoli), che presentano caratteristiche diverse. In molti casi, la nazione si riconosce in uno Stato, che la riunisce e, in qualche modo, la riassume. Non sempre, però, è così. Esistono nazioni che non dispongono di uno stato unitario, così come ci sono stati che raccolgono più nazioni contemporaneamente.

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Eugène Delacroix, La Grecia sulle rovine di Missolungi, 1826. Olio su tela. Bordeaux, Musée des Beaux-Arts.

A lungo, quello nazionale è stato un legame debole e poco sentito. A prevalere erano infatti altri sentimenti di comunanza: religiosi, familiari, ma anche localistici; legati, cioè, all’appartenenza a piccole comunità di villaggio, cittadine o regionali. Solo dopo la formazione dei grandi Stati nazionali, primi fra tutti la Francia, la Spagna e l’Inghilterra, l’idea di nazione ha cominciato a svilupparsi e a coinvolgere sempre più il senso di identità delle persone.

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Barricate a Parigi durante la rivoluzione. È ben visibile la bandiera tricolore francese.

È tra la fine del 700 e l’inizio dell’800 che l’idea di nazione diventa un elemento identitario forte, in grado di suscitare passioni. Il principale motore della sua diffusione fu la rivoluzione francese, i cui ideali vennero esportati in tutta Europa dagli eserciti napoleonici. Proprio allora, per la prima volta, molti sentirono il desiderio di appartenere a un popolo unito e libero dal dominio straniero.

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Barricate in piazza San Babila, all'imbocco con corso Venezia, durante le Cinque giornate di Milano.

Durante il periodo della Restaurazione, le aspirazioni di libertà e uguaglianza fiorite nel 1789 vennero combattute e represse aspramente, mentre l’idea nazionale venne del tutto ignorata. Così, la Lombardia e il Veneto (abitate da italiani) furono assegnate all’Austria, mentre la Polonia passò sotto il controllo della Russia. I moti rivoluzionari che esploderanno nell’800 saranno spesso determinati da desideri di indipendenza e unità nazionale.

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Ritratto di Otto von Bismarck, il grande costruttore dell’unità tedesca (1870-71).

Una delle aree in cui l’idea nazionale si affermò con più forza è quella tedesca, dove molti intellettuali iniziarono a sognare un vasto Stato unitario, che riunisse i tanti staterelli che componevano la Confederazione germanica. Il grande artefice dell’Unità tedesca, però, non sarà un “rivoluzionario” nostalgico dell’89, ma un politico ultraconservatore, il conte Otto von Bismarck, cancelliere (cioè primo ministro) del re di Prussia Guglielmo I.

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Eliseo Marzi, Ritratto di Giuseppe Mazzini.

In Italia, il più coerente sostenitore dell’idea di nazione fu Giuseppe Mazzini. Spirito profondamente religioso, Mazzini era convinto che Dio avesse assegnato ai popoli il dovere di vivere nella pace e nella giustizia. Tutte le popolazioni, inoltre, avevano diritto alla libertà e all’indipendenza. Per l’Italia, in particolare, Mazzini sognava uno Stato unitario, repubblicano e democratico

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Saverio Altamura, La bandiera italiana portata in Firenze nel 1859. Olio su tela, 51 x 75 cm. Torino, Museo Nazionale del Risorgimento.

Tutti i tentativi insurrezionali promossi da Mazzini e dalla sua organizzazione patriottica (la Giovine Italia) terminarono in un fallimento. Particolarmente drammatica fu la spedizione organizzata nel 1844 dai fratelli Attilio ed Emilio Bandiera. I due erano sbarcati in Calabria con pochi uomini, sperando di convincere i contadini del Regno delle Due Sicilie a insorgere. La popolazione del luogo, però, li ignorò. Le truppe borboniche, subito accorse, li catturarono dopo un breve scontro a fuoco. Tutti gli insorti vennero condannati a morte.

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Gerolamo Induno, Garibaldi sulle alture di Sant'Angelo presso Capua, 1862. Milano, Fondazione Cariplo.

Il più famoso tra i seguaci di Mazzini, Giuseppe Garibaldi, è ricordato, con Cavour, come il principale protagonista dell’Unità italiana. La repubblica immaginata da Mazzini e dallo stesso Garibaldi, però, nascerà soltanto nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale.

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Giacomo Balla, Sbandieramento più folla, 1915. Olio su tela. Milano, Civica Galleria d’Arte Moderna.

Nell’800, insieme al sentimento nazionale, si sviluppò il nazionalismo. Il sentimento nazionale è un’idea ispirata al desiderio di appartenere a una comunità più vasta, con la quale si condividono valori, tradizioni, cultura. Il nazionalismo è invece, innanzitutto, un’ideologia: un sistema di principi che si richiamano a presunte verità assolute e generali, ma che servono, in realtà, a sostenere interessi particolari ed egoistici. Il nazionalismo è, insomma, il pensiero aggressivo di chi ritiene che un popolo sia destinato a dominare sugli altri o a diffondere la cosiddetta “civiltà”. Molti popoli, purtroppo, verranno contaminati dall’ideologia nazionalistica, che porterà ad alcuni tra i più terribili disastri del XX secolo.

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