Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, l’emigrazione italiana raggiunse molti paesi del mondo. Un po’ ovunque, però, gli italiani furono guardati con sospetto. Qui di seguito, i giudizi espressi in quegli anni da diffusissimi giornali e da importanti personaggi pubblici: parole sorprendentemente simili a quelle che, ai nostri giorni, si sentono dire a proposito degli stranieri immigrati in Italia.
Gli italiani delle classi inferiori si sono sempre distinti come mendicanti. Sembra che molti di loro lo facciano per il piacere di mendicare e questo costume nazionale è estremamente umiliante per le classi superiori, che cercano di spiegare questo fenomeno in ogni modo tranne quello giusto, e cioè che esiste in loro uno spirito profondamente mendicante, generato da secoli di ignoranza, dipendenza e povertà.
Dal New York Times, 1878
Per un’altissima percentuale [gli italiani] sono ricercati dalla giustizia o ex galeotti. […] Di rado acquistano una casa, si radunano sempre in bande, non imparano la lingua e non hanno rispetto per il governo né obbedienza per le leggi. […] Sono sudici nella persona e nelle abitazioni e le epidemie, qui da noi, scoppiano quasi sempre nei loro quartieri. Sono codardi, privi di qualsiasi senso dell’onore, di sincerità, di orgoglio, di religione e di qualsiasi altra dote atta a fare di un individuo un buon cittadino.
Lettera del sindaco di New Orleans a un amico dell’Ohio, 1890
Gli italiani cominciano a esagerare con le loro pretese. Presto ci tratteranno come un paese conquistato. Fanno concorrenza alla manodopera francese e si accaparrano i nostri soldi a vantaggio del loro paese. […] La presenza degli stranieri in Francia costituisce un pericolo permanente; spesso questi operai sono delle spie. Generalmente sono di dubbia moralità e il tasso di criminalità è elevato: del 20 per mille, mentre nei nostri non è che del 5.
Dal settimanale francese Le Memorial d’Aix, 1893
Gli abitanti della zona vedono con dispiacere questi stranieri che, meno esigenti e con minori bisogni, vengono a togliere un lavoro che dovrebbe essere affidato a loro e li obbligano ad accettare condizioni meno favorevoli. Si lamentano anche del temperamento rissoso degli italiani, che per il minimo litigio prendono in mano il coltello o la pistola.
Il Procuratore generale di Nîmes, Francia, 1893
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Quando gli stranieri erano gli italiani