L'architettura di Hitler

Nell’immagine, un plastico della “nuova Berlino” sognata dal regime.

Come tutti i mezzi di espressione artistica, anche l’architettura venne utilizzata dal nazismo per sostenere la “rinascita” della Germania e per testimoniare la potenza della dittatura. L’architettura nazista è un esempio emblematico di stile monumentale: essa servì a dare forma all’idea di grandezza e forza della nazione guidata da Adolph Hitler.

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Monumentalità significò spesso gigantismo. Edifici imponenti, spesso ispirati all’architettura dell’impero romano, vennero progettati dal più importante architetto nazista, Albert Speer (1905-1981), ma quasi nessuno venne effettivamente costruito. Tra i progetti più ambiziosi, questo enorme edificio a cupola, rimasto sulla carta, che richiamava la forma della Basilica di San Pietro a Roma. La cupola doveva superare i 200 metri di altezza.

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Tra i progetti di Speer che videro la luce, vi fu la nuova cancelleria di Berlino, completata in un solo anno, tra il 1938 e il 1939, e distrutta a causa dei bombardamenti Alleati su Berlino. Come rivela questa immagine, che ne raffigura l’ingresso, Speer riprese con coerenza una serie di elementi dell’architettura romana, per restituire, insieme, un senso di grandezza e perfezione.

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Nonostante i cambiamenti subiti nel tempo, l’attuale stadio di Berlino mantiene forti tracce del progetto originale, disegnato da Speer in vista delle Olimpiadi del 1936 (nell’immagine). Costruito tra il 1934 e il 1936, lo stadio olimpico di Berlino poteva contenere più di 100 mila spettatori, e nella struttura interna ed esterna si ispira agli anfiteatri romani.

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