L'espressionismo

Oskar Kokoschka, Innamorati con un gatto, 1917.

Con il termine Espressionismo si indica un movimento artistico europeo dei primi del Novecento, caratterizzato dalla scelta di dare alle immagini e alle parole un’espressività molto intensa. Lo si vede bene nella pittura: artisti come Oskar Kokoschka e Egon Schiele si imposero, spesso scandalizzando, per come stravolgevano una rappresentazione naturalistica della realtà grazie all’uso di colori intensi, prospettive errate e pennellate nervose.

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I principali centri di sviluppo e diffusione dell’Espressionismo pittorico furono la Francia e la Germania. In Francia, la ricerca espressionista coincise con l’attività del gruppo dei cosiddetti Fauves, che in francese significa “belve”. Appartenevano a questo movimento artisti come Henri Matisse e André Deraine, autore di questo dipinto del 1906 intitolato La danza.

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Ernst Ludwig Kirchner, I pittori della Brücke, 1925.

In Germania, l’Espressionismo pittorico coincise con l’azione del movimento Die Brücke (Il ponte), caratterizzato da un deciso impegno politico. Uno dei principali artisti fu Ernst Ludwig Kirchner, che sviluppò un’arte violenta, emotiva e tagliente anche dopo la scioglimento del gruppo de Il ponte, avvenuto nel 1913. Dopo l’avvento del nazismo, la pittura di Kirchner – come quella di altri espressionisti – venne bollata dal regime come “deviata”.

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L’influenza dell’Espressionismo toccò anche l’architettura europea, e particolarmente quella tedesca. Architetti come Hans Poelzig e Bruno Taut deformarono simmetrie ed equilibri tipici dell’architettura precedente, insistendo soprattutto sull’aspetto emotivo. Lo si vede bene anche nella Torre Einstein progettata dal tedesco Erich Mendelsohn a Postdam, più simile a una scultura che a un edificio.

 

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Gli aspetti caratteristici dell’Espressionismo toccarono anche il cinema. L’Espressionismo cinematografico, anzi, contribuì in modo determinante a sviluppare la ricerca attorno alle potenzialità espressive di un’arte ancora giovane. Il segno distintivo dell’espressionismo filmico, come rivela l’opera all’origine del movimento, Il Gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene (1920), è una forte distorsione della realtà, del tutto in linea con quanto sperimentato in pittura.

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