Stalin in posa oratoria in una classica immagine di regime, simile a quelle che riproducevano i dittatori di Italia e Germania. Nonostante la profonda distanza ideologica, le affinità e i punti di contatto tra il totalitarismo sovietico e quello nazista e fascista furono moltissimi.
Iosif Vissarionovič Džugašvili, noto come Stalin ("uomo d'acciaio"), militò fin da giovane nelle file del socialismo russo. Dopo la Rivoluzione bolscevica, entrò nel gruppo dirigente del nuovo Stato e assunse la carica di segretario del Partito comunista sovietico, cominciando ad accentrare su di sè un potere sempre più ampio.
Alla morte di Lenin (1924), divenne il padrone incontrastato dell'URSS. Impose la collettivizzazione delle terre e, per colmare il divario che separava l'arretrata Russia da Paesi come la Germania e l'Inghilterra, promosse l'industrializzazione del Paese, schiacciando ogni forma di opposizione e instaurando un regime di terrore.
Deportò milioni di persone nei gulag e nelle aree più remote dell'URSS, condannando a morte i più noti protagonisti della Rivoluzione del '17. Durante il secondo conflitto mondiale guidò la riscossa sovietica contro la Germania, alleandosi con gli avversari del nazifascismo.
La vicinanza con le potenze occidentali, Inghilterra e Stati Uniti in primis, avrà termine subito dopo la sconfitta di Hitler, con l'inizio di un nuovo, inedito conflitto: la cosiddetta guerra fredda. Stalin morirà nel 1953.
Pagina 1/7Manifesto raffigurante Lenin e Stalin. La propaganda staliniana utilizzò la figura di Lenin, capo della Rivoluzione, per esaltare il prestigio dello stesso Stalin. Nascondendo la verità sul fatto che, durante la rivoluzione d'ottobre, Stalin aveva svolto un ruolo secondario.
Pagina 2/7Lev Davidovic Trocklij.
Lev Trockij era stato, dopo Lenin, il più importante protagonista della rivoluzione d'ottobre. Più tardi, durante la guerra civile, aveva dato vita all'Armata rossa, fornendo un apporto decisivo alla vittoria comunista. Il prestigio maturato in quegli anni ne fece però un naturale concorrente di Stalin, che per consolidare il suo potere lo fece espellere dapprima dal partito comunista (1927) e poi dall'URSS (1929). Lo farà quindi assassinare, in Messico, nel 1940. Il tragico destino di Trockij fu comune a molti oppositori del regime staliniano.
Pagina 3/7A partire dal 1929, per accelerare il processo di industrializzazione dell'URSS, Stalin varò il primo dei cosiddetti "piani quinquennali", in base ai quali i processi di produzione vennero sottoposti a rigide scadenze, sotto il controllo della burocrazia centrale. In pochi anni, grazie a questo sforzo, l'URSS diverrà la terza potenza industriale del mondo. Il manifesto qui raffigurato, del 1931, esalta il piano quinquennale inneggiando a un'"accelerazione bolscevica" e a un "ottobre universale".
Pagina 4/7Per sostenere lo sviluppo industriale sovietico, la propaganda staliniana inventò un nuovo tipo di eroe: l'eroe del lavoro, un sorta "santo" laico e socialista, additato a tutti come esempio da seguire. Aleksej Stachanov, al centro della foto, fu il primo di questi eroi: minatore caposquadra, il 31 agosto 1935 estrasse una quantità di carbone 14 volte superiore al normale. Da allora, con la parola stacanovista, si indica una persona che lavora moltissimo.
Pagina 5/7L'età dei massacri di massa finirà con la morte di Stalin e con l'ascesa di un nuovo leader, Nikita Krusciov, che denuncerà i crimini del suo predecessore dando il via alla cosiddetta destalinizzazione. Fino agli anni '80, tuttavia, quando la carica di segretario del partito comunista sovietico verrà assunta da Michail Gorbačëv, il regime sovietico manterrà i tratti autoritari che ne hanno contraddistinto l'intera storia.
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Stalin e la costruzione del socialismo