La bomba sganciata su Hiroshima, un ordigno del peso di 4 tonnellate, devastò un’area di circa 12 chilometri quadrati, sprigionando una forza distruttiva mai vista prima di allora. In queste righe, la testimonianza di un sopravvissuto.
Improvvisamente si sprigionò un lampo, come quando si incendia una gigantesca fiaccola di magnesio. […] Quando mi buttai a terra, faccia sotto, venne una mostruosa esplosione. […] Quanto tempo io sia rimasto giacente semisvenuto sulla strada, non so, ma quando riaprii gli occhi, intorno a me era tanto scuro che non potevo vedere nulla. Era come se, nel calore del mattino, improvvisamente si fosse fatta mezzanotte […]. Quando più tardi raggiunsi i binari del tram, vidi giacenti nelle strade e nei mucchi di cenere che una volta erano stati case, innumerevoli cadaveri carbonizzati. Un cadavere, dalla cintola, in su era bruciato fino alle ossa. Nella parte superiore del corpo si poteva ancora vedere un po’ di carne bruciacchiata e nera, ma il cuore e gli altri organi erano esposti. Erano carbonizzati ma chiaramente riconoscibili. La città bruciava ancora, e osservai come cadessero, struggendosi, i pali dei lampioni. Non c’era strada che non fosse coperta di macerie di case e di cadaveri carbonizzati.
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L’inferno di Hiroshima