Una formazione di aerei North American P51 Mustang in volo sui cieli della Germania.
Anche la seconda guerra mondiale, così come quella del ’14-’18, fu una guerra totale, in cui vennero impegnate tutte le risorse militari, economiche e produttive di cui gli stati in lotta potevano disporre. I due conflitti, tuttavia, presentano molte differenze. Una di queste, forse la più significativa, riguarda il diverso grado di coinvolgimento dei civili. In entrambe le guerre, ogni cittadino fu chiamato a fornire il proprio contributo al conflitto. Tra il ’14 e il ’18, però, vi fu sempre una netta distinzione tra la zona di guerra e le retrovie: tutti, insomma, furono chiamati a fare la loro parte, ma solo chi si trovava in zona di guerra rischiava davvero la vita, esponendosi al fuoco avversario. È questa la ragione per cui i morti della prima guerra mondiale si contano in larghissima maggioranza tra i combattenti al fronte. Durante la seconda guerra mondiale, al contrario, anche i civili furono esposti al pericolo di vita, esattamente come i militari. A minacciarli, soprattutto nelle città, erano i bombardamenti aerei.
Pagina 1/11Il quadrimotore Heinkel He 111, uno dei principali bombardieri tedeschi.
Il bombardamento aereo fu uno degli elementi base della guerra lampo tedesca: l’attacco, infatti, cominciava con l’azione dei bombardieri, chiamati a disarticolare le difese nemiche, a distruggere strade e ferrovie, a interrompere le comunicazioni e a preparare l’avanzata delle divisioni corazzate. La pratica del bombardamento aereo, però, fu largamente utilizzata anche in altre circostanze, lontano dal fronte e in zone che le forze di terra non potevano facilmente raggiungere. Gli obiettivi dei bombardamenti, in quest’ultimo caso, erano innanzitutto di tipo militare: caserme, depositi di armi, fabbriche di materiale bellico. L’entità di molti bombardamenti – durante i quali alcune città furono letteralmente rase al suolo – fa però capire che l’azione dei bombardieri era finalizzata anche a un altro scopo: terrorizzare le popolazioni, fiaccare il loro morale, indurle a convincersi della potenza e dell’invincibilità del nemico.
Pagina 2/11Una formazione di bombardieri tedeschi Heinkel He 111 in volo sul Canale della Manica.
Le città inglesi furono sottoposte al bombardamento tedesco fin dal 1940. L’episodio più traumatico si ebbe il 14 novembre di quell’anno, quando 515 bombardieri tedeschi rasero al suolo il centro urbano di Coventry, una delle città medievali meglio preservate d’Europa. Il numero delle vittime fu relativamente limitato (568 morti), ma in una notte furono distrutti circa 60.000 edifici.
Pagina 3/11La città di Londra all’indomani di un bombardamento tedesco.
Tra il settembre 1940 e il dicembre 1941, Londra fu attaccata 57 volte: le vittime furono 14.000, in media 250 per ogni aggressione. Il principale attacco sulla città ebbe luogo il 29 dicembre 1940; l’obiettivo degli strateghi tedeschi, in quell’occasione, era di scatenare un incendio gigantesco e incontrollabile. I vari focolai suscitati dalle bombe incendiarie, però, non si fusero in un unico rogo e la capitale inglese poté sopravvivere, nonostante gli ingentissimi danni.
Pagina 4/11Londra colpita dai bombardamenti tedeschi. Sullo sfondo, la Mansion House.
Il primo obiettivo dei bombardamenti inglesi fu l’apparato industriale e militare tedesco. I tentativi britannici, però, furono a lungo inefficaci. Nei cieli della Ruhr, per esempio, la più importante regione industriale tedesca, una spessa coltre di fumi impediva la visibilità, mentre un’efficiente contraerea riuscì a decimare i bombardieri inglesi, che solo in pochissimi casi poterono sganciare le loro bombe, senza la certezza di avere colpito l’obiettivo. La strategia di bombardamento inglese, allora, cambiò. Si scelse di puntare alla prostrazione del morale dei tedeschi, colpendo nel modo più duro possibile i centri urbani della Germania.
Pagina 5/11Aereo bombardiere inglese Lancaster Bomber LM309JOV.
Il primo dei bombardamenti inglesi sulle città fu quello su Lubecca, grande centro industriale, base per i sommergibili U-Boot e porto di primaria importanza, nel quale venivano scaricati i minerali ferrosi provenienti dalla Svezia. L’attacco avvenne nella notte tra il 28 e il 29 marzo 1942. All’alba, il centro di Lubecca non esisteva più. La tragica efficacia di quell’azione era dovuta al particolare tipo di armamento utilizzato. Alle classiche bombe ad alto potenziale, in grado sventrare case, strade e condutture, si affiancò, infatti, l’uso di ordigni incendiari, studiati per suscitare grandi roghi. Per la prima volta, inoltre, venne sperimentata la tecnica del doppio attacco. Secondo questa strategia, il primo bombardamento doveva essere seguito, a distanza di poche ore, da una secondo lancio di bombe, durante il quale andavano colpiti i grandi incendi scatenati durante l’incursione iniziale.
Pagina 6/11Fuga da una città tedesca dopo il bombardamento nemico.
Uno degli attacchi aerei più noti è quello subito il 27 luglio 1943 dalla città di Amburgo. All’azione parteciparono 787 velivoli, che scaricarono 2.326 tonnellate di bombe, per la maggior parte incendiarie. La città fu travolta da una tempesta di fuoco: un incendio anomalo, caratterizzato da temperature altissime e da violentissime correnti ascensionali, in grado di risucchiare tutto l’ossigeno verso l’alto. Le vittime furono circa 40.000, contro le poche centinaia che si erano registrate a Lubecca. Migliaia di persone, anche tra quelle che avevano trovato protezione nei rifugi, morirono per asfissia.
Pagina 7/11La città di Amburgo dopo il bombardamento del 27 luglio 1943.
Quando i bombardieri inglesi colpirono Amburgo, lo scrittore tedesco Hans Erich Nossack era fuori città. Al suo ritorno, trovò uno scenario surreale: «Quel che vedevamo intorno a noi non ci ricordava in alcun modo ciò che era andato perduto. […]Ho attraversato tutti questi quartieri, a piedi o in auto. Solo alcune delle strade principali erano tenute sgombre, ma chilometro dopo chilometro non c’era più una sola casa viva. E se si provava a infilarsi nelle strade laterali, si smarriva subito ogni senso del tempo e dell’orientamento. Mi perdevo completamente in zone che credevo di conoscere bene. […] E se dopo ore s’incontrava un’anima, si trattava comunque di qualcuno che vagava come in sogno attraverso quella desolazione eterna. Si passava uno di fianco all’altro con uno sguardo timido e parlando a voce ancora più bassa di prima. Magari da qualche parte splendeva il sole, che però nulla poteva su questo crepuscolo».
Pagina 8/11Berlinesi camminano per le strade della città bombardata.
Tra l’agosto del 1943 e il marzo 1944, gli inglesi tentarono di lanciare una grande offensiva su Berlino, ma incontrarono una resistenza durissima, sia da parte dell’artiglieria contraerea, sia da parte dell’aeronautica tedesca, i cui velocissimi aerei da caccia abbatterono numerosi bombardieri britannici. A fronte di circa 10.000 vittime berlinesi, la Gran Bretagna perse un ventesimo della sua flotta aerea ed ebbe 2.690 uomini uccisi. Molto più efficace sarà l’attacco sferrato il 3 febbraio 1945 da una forza congiunta di inglesi e americani. I berlinesi morti, in quel caso, saranno circa 3.000 e solo pochi edifici saranno risparmiati dal crollo.
Pagina 9/11La città di Dresda dopo il bombardamento anglo-americano. Fotografia di Richard Pete.
Il bombardamento di Dresda ebbe luogo nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1945 e si svolse secondo il collaudato sistema del doppio attacco. Durante la prima ondata di attacco, della durata di appena 15 minuti, 244 quadrimotori inglesi Lancaster sganciarono 881 tonnellate di bombe sul centro storico della città. Il secondo gruppo di bombardieri (550 aerei) arrivò tre ore dopo e allargò ulteriormente l’area di attacco, che sarà la più vasta mai colpita nel corso di in una singola aggressione. Il bilancio dell’azione è impressionante. Nel solo centro città – un’area di 15 chilometri quadrati – su un totale di 28.000 edifici ne furono distrutti quasi 25.000. Tra questi, 14.000 case, 72 scuole, 22 ospedali, 19 chiese, 5 teatri, 31 alberghi, 62 edifici amministrativi. Il numero preciso delle vittime è sconosciuto, ma oscilla tra i 25.000 e i 40.000 morti.
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I bombardamenti alleati sulla Germania