Guarda e rispondi
Di quali strumenti disponevano i medici?
Che cosa si usava come antidolorifico?
Come si curavano i problemi della vista?
Legenda
Nel caso di problemi agli occhi, i ricettari romani suggerivano composto che oggi apparirebbero come delle pozioni magiche: sostanze a base di bile di vipera o di iena, bianco d'uovo, latte di donna o oppio.
Per le sue proprietà antidolorifiche, era molto usato l'oppio: poteva essere somministrato direttamente al paziente, ma anche essere impiegato per preparare impasti da applicare sulle ferite.
In età repubblicana lo Stato garanti la presenza di medici negli accampamenti militari per curare i feriti.
Il medico puliva le ferite con spugne o pezze di lana imbevute nell'acqua o del vino e se era necessario dava dei punti di sutura. Poi applicava sulla ferita sostanze disinfettanti.
Quando l'intervento del chirurgo poteva essere particolarmente doloroso si utilizzavano dei sistemi anestetizzanti. Il medico Dioscòride, nel I secolo d.C., dava al paziente del vino, in cui era stata lasciata a macerare della corteccia di mandragola, una solanacea dotata di proprietà anestetiche.
Traumi e ferite erano all'ordine del giorno per i soldati. Talvolta erano necessari interventi chirurgici o operazioni come la disinfezione di una ferita con un ferro arroventato.
Descrizione
Nuove tecniche operatorie e rimedi farmacologici sottrassero la sanità all'improvvisazione di ciarlatani e guaritori.