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Legenda
Interpretare la scrittura egizia sembrò a prima vista semplice, poiché vi era un testo conosciuto, il greco, dal confronto con il quale si potevano trovare le parole corrispondenti in demotico e geroglifico. Per molti anni però il problema non venne risolto perché gli studiosi erano convinti che la scrittura egizia fosse o ideografica o fonetica.
La sua decifrazione si deve all’egittologo francese Jean-François Champollion che nel 1822 intuì la soluzione: l’egiziano antico era sia ideografico che fonetico.
In questa pittura è rappresentato il faraone Thutmosi III davanti al dio Amon. La lettura dei geroglifici presuppone la conoscenza di circa 600 segni. Una parola può essere scritta come ideogramma (un solo segno per indicare una parola) oppure da un segno che va letto come suono.
Sopra il braccio sinistro del faraone è riportato il suo nome, racchiuso in un’ellisse, linea che rappresenta l’eternità perché priva di un principio e di una fine.
Al di sopra del nome del faraone ci sono un piccolo cerchio e un’anatra. Il cerchio è un ideogramma: rappresenta il Sole e quindi il dio Ra. L’anatra è invece un simbolo fonetico. Anatra in egiziano si dice sa, ma anche la parola figlio suonava sa: quindi l’anatra viene usata per esprimere il suono sa. L’ideogramma e il segno fonetico combinati significano “figlio di Ra”.