Circa 1 milione di anni fa
PRIME TRACCE DI PRESENZA UMANA IN ITALIA
PRIME TRACCE DI PRESENZA UMANA IN ITALIA
A causa della presenza degli Appennini, montagne che rendevano difficili gli scambi con altri popoli, lo sviluppo della Penisola avvenne in ritardo rispetto ad altre aree del Vicino Oriente. Solo dal I millennio a.C., infatti, si svilupparono in Italia le prime forme di una civiltà progredita. Sappiamo che nel II millennio a.C. la Penisola era abitata da popoli autoctoni, da alcune popolazioni di origine indoeuropea e da altre di cui è ignota la provenienza: gli Etruschi, i Sicani della Sicilia e i Camuni.
Circa 6000 a.C.
INIZIO DELL’AGRICOLTURA IN ITALIA
INIZIO DELL’AGRICOLTURA IN ITALIA
Per avere un’idea dell’arretratezza che caratterizzava la Penisola, basta pensare che, mentre in Egitto si erigevano le piramidi (2500 a.C.), in Italia gli uomini vivevano ancora in villaggi e abitazioni primitive e l’agricoltura, in particolare, fu introdotta solo intorno al 6000 a.C.
Non tutta la Penisola, poi, ebbe gli stessi tempi di “modernizzazione”: alcune aree del Nord e le zone di montagna uscirono dalla Preistoria solo con la conquista romana del III secolo a.C.
Gli storici tendono a spiegare questo ritardo a causa della morfologia dell’Italia.
II millennio a.C.
TERRAMARE, CULTURA APPENNINICA E CIVILTÀ NURAGICA
TERRAMARE, CULTURA APPENNINICA E CIVILTÀ NURAGICA
Nel II millennio (età del bronzo) tra la Bassa Pianura Padana e l’Emilia nacque la civiltà delle “terramare”, parola che in dialetto emiliano significa terre grasse, ossia ricche di sostanze fertilizzanti. Questa civiltà fu caratterizzata dalla costruzione di villaggi su palafitte lungo i corsi d’acqua; si praticavano l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato del bronzo.
La civiltà nuragica, invece, si sviluppò in Sardegna dal XIX secolo a.C. e si specializzò nella tecnica della metallurgia. Nel 1200 a.C., tuttavia, iniziò il suo declino e fu poi cancellata dai Cartaginesi nel VI secolo a.C.
Circa 1200 a.C.
CULTURA VILLANOVIANA
CULTURA VILLANOVIANA
Alla fine del II millennio a.C. si sviluppò la cultura villanoviana (nella zona compresa tra la pianura padana e il Lazio). Fu con questa nuova civiltà che, infine, la Penisola entrò nell’età del ferro. I Villanoviani abitavano in villaggi di capanne, erano dediti all’agricoltura e all’artigianato del ferro. Praticavano l’incinerazione e usavano conservare le ceneri dei defunti in particolari tipi di urne. Nell’VIII secolo a.C., all’incirca, la cultura villanoviana fu assorbita dalla più avanzata civiltà etrusca.
VIII secolo a.C.
ARRIVO DEI COLONI FENICI E GRECI
ARRIVO DEI COLONI FENICI E GRECI
Intorno all’VIII secolo, l’arrivo di colonizzatori greci e fenici sulle coste della Penisola fu un’importante novità. Nell’insieme, infatti, il livello di civiltà raggiunto dai popoli stanziati in Italia era piuttosto basso se paragonato alle grandi civiltà antiche mediorientali. Greci e Fenici introdussero l’uso della moneta e della scrittura e il modello politico della polis. Tra le più importanti colonie greche ci furono: Napoli, Siracusa e Agrigento; mentre i Fenici fondarono le città di Cagliari e di Palermo.
753 a.C.
FONDAZIONE DI ROMA SECONDO LA LEGGENDA
FONDAZIONE DI ROMA SECONDO LA LEGGENDA
La fondazione leggendaria di Roma viene fatta risalire al 753 a.C. Romolo e Remo, due gemelli figli del dio della guerra Marte e discendenti dell’eroe troiano Enea, avrebbero stabilito sul colle Palatino le fondamenta della futura Città Eterna. I ritrovamenti archeologici confermano questa datazione: sono state ritrovate delle mura erette verso la metà dell’VIII secolo a.C.
La città vera e propria ebbe origine dall’unificazione di 7 villaggi abitati dai Latini e sorti sui colli vicino al fiume Tevere, nei pressi dell’isola Tiberina: Palatino, Campidoglio, Quirinale, Aventino, Capitolino, Esquilino e Celio.
VII-VI secolo a.C.
MASSIMO SVILUPPO DELLA CIVILTÀ ETRUSCA
MASSIMO SVILUPPO DELLA CIVILTÀ ETRUSCA
La civiltà etrusca, nata dall’incontro tra alcuni popoli dall’Asia Minore e i Villanoviani, realizzò una società evoluta fondata su città-stato autonome e governate da un re controllato da un’assemblea di aristocratici. Tuttavia, tra il VII e il VI secolo a.C., quando si era già affermata un’organizzazione di stampo repubblicano, la civiltà etrusca raggiunse il suo massimo sviluppo, riuscendo a controllare gran parte della Penisola: un’area compresa tra la Pianura Padana e la Campania, oltre che la Corsica orientale.
474 a.C.
SCONFITTA ETRUSCA AL LARGO DI CUMA
SCONFITTA ETRUSCA AL LARGO DI CUMA
Nonostante il grado di civiltà raggiunto, la suddivisione amministrativa in poleis rese gli Etruschi politicamente fragili e perciò soggetti a molti attacchi. Nel 474 a.C., in particolare, subirono una pesante sconfitta a Cuma da parte dei Greci, mentre, tempo dopo, furono sospinti dai Celti fuori dalla Pianura Padana, attaccati dai Sanniti da sud e infine sottomessi dai Romani tra il IV e III secolo a.C.
V secolo a.C.
ARRIVO DELLE POPOLAZIONI CELTICHE IN ITALIA
ARRIVO DELLE POPOLAZIONI CELTICHE IN ITALIA
I Celti dal X secolo a.C. si stanziarono nell’Europa centro-orientale. Intorno al V secolo a.C. intrapresero spedizioni di conquista, raggiungendo anche l’Italia del Nord. I Romani li chiamavano col nome di Galli.
Con un’organizzazione piuttosto primitiva, vivevano in villaggi dove praticavano agricoltura e allevamento ma anche guerre e razzie. Vivevano in tribù a cui appartenevano varie famiglie con un antenato comune. La società era divisa in tre classi, quella dei druidi, dell’aristocrazia guerriera e dei produttori e al fondo della scala sociale vi erano gli uomini non liberi: gli schiavi.