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    Legenda

    Nella seconda metà dell’Ottocento l’Africa si presentava ancora come un continente in gran parte sconosciuto. Alcune aree, come quelle costiere, erano note agli Europei già dal XV secolo, grazie alle prime esplorazioni spagnole e portoghesi. Vastissime regioni, soprattutto quelle più aride e meno popolate, come il deserto del Sahara, continuarono a rimanere totalmente inesplorate fino al XX secolo.

    Fino alla metà dell’Ottocento gli Europei ignoravano le sorgenti del fiume Nilo. Negli anni compresi tra il 1850 e il 1880, diversi esploratori inglesi compirono spedizioni alla loro ricerca. Tra questi, John Hanning Speke e James Augustus Grant, che le individuarono nel lago Vittoria.

    Le sorgenti del Nilo furono ricercate anche dagli inglesi David Livingstone e Henry Morton Stanley, che fecero importanti scoperte nelle regioni del Congo e dello Zambesi; tuttavia Livingstone sbagliò nell’individuare l’origine del Nilo, perché confuse il Nilo con il fiume Congo.

    L’esplorazione dell’Africa non fu condotta solo dagli Inglesi. Tra il 1860 e il 1880 il tedesco Gerhard Rohlfs si addentrò nell’Africa nera, e nei decenni successivi Gustav Nachtigal viaggiò da Tripoli alla catena montuosa del Tibesti, al lago Ciad, al Sudan, all’Egitto.

    Anche Pietro Savorgnan di Brazzà, di famiglia italiana ma trasferitosi in Francia, fece importanti scoperte nel territorio che si estende tra i fiumi Congo e Ogooué. La sua attività non fu solo di esplorazione ma anche di diplomazia e di conquista; infatti pose le basi della vastissima colonia che la Francia creò in quella regione e che fu chiamata Africa Equatoriale Francese.

    Note

    Le esplorazioni dell’Africa

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