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    Legenda

    23 agosto 1989: nelle tre repubbliche baltiche di Lituania, Estonia, Lettonia, la popolazione manifesta unita per ottenere l’indipendenza; sfilano due milioni di persone in una catena umana.
    Il 6 settembre 1991 l’URSS ne riconosce l’indipendenza.

    Nel 1993 la Cecoslovacchia si divide formando due Stati indipendenti: la Cechia e la Slovacchia.

    Si dichiarano indipendenti, rispettivamente, il 9 aprile e il 22 settembre 1991.
    Gli Armeni vogliono rientrare anche in possesso del Nagorno Karabakh, un territorio situato nell’Azerbaigian, mentre gli Azeri vorrebbero riunirsi all’Iran. Tra Armeni e Azeri inizia una serie di rivendicazioni che porta a scontri sanguinosi.

    Dopo il fallito golpe dell’agosto 1991, Ucraina e Moldova dichiarano la loro indipendenza.

    La minoranza turca in Bulgaria e la minoranza ungherese in Romania, dopo le repressioni del regime comunista, vogliono maggiori riconoscimenti dai rispettivi governi.

    In Cecenia, una repubblica che fa parte della Federazione Russa, è molto attivo il movimento nazionalista che combatte per ottenere l’autonomia anche con attentati terroristici.

    Il 21 dicembre 1991 i presidenti di 11 delle 15 repubbliche ex sovietiche firmano ad Alma Ata la nascita della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI).

    Note

    L’Europa centro-occidentale e l’ex URSS oggi

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