I Profeti
Tra i Profeti dell’Antico Testamento – testimoni della continua attesa della Redenzione e anticipatori della venuta di Cristo – Michelangelo sceglie sette protagonisti per i suoi affreschi:
– Zaccaria;
– Gioele;
– Ezechiele;
– Geremia;
– Giona;
– Daniele;
– Isaia.
Michelangelo li raffigura ciascuno individuato da una targa sottostante e seduti su troni monumentali. Sono dipinti, sui lati lunghi della Cappella, alternati alle Sibille (la presenza delle Sibille, che appartengono al mondo pagano, è solo apparentemente incongrua. Grazie alle loro doti di indovine, infatti, esse simboleggiano l’attesa della Redenzione da parte dell'intera umanità).
Sui lati corti della Cappella campeggiano le figure di Zaccaria e (proprio al di sopra dell’altare) di Giona, a cui spetta la posizione principale in quanto prefigurazione di Gesù: Giona “rinasce” dopo tre giorni dalla pancia del pesce, Gesù risorge tre giorni dopo la morte.
Compito dei Profeti è ascoltare Dio e, riferendo la sua parola e la sua volontà, aiutare il popolo a comportarsi secondo il suo volere.
Quasi tutti i Profeti tengono in mano un libro o un rotolo. Questo perché attraverso il Profeta Dio si fa parola scritta per l’uomo.
Accanto a ogni Profeta sono quasi sempre presenti alcuni putti. Si tratta di un’allusione agli spiriti celesti che, nell’Antico Testamento, sono spesso presenti accanto agli uomini come aiuti e consiglieri.