PRIMI AUSTRALOPITECHI

Uomini e scimmie hanno un antenato in comune. Gli scienziati non sono ancora riusciti a identificarlo, tuttavia hanno ricostruito il processo evolutivo della specie umana.
Nel 1974 è stato rinvenuto in Tanzania lo scheletro di un ominide che i paleontologi hanno ribattezzato Lucy. Lucy era una femmina di Australopiteco, la prima specie ominide di cui si abbia notizia. Era alta meno di un metro e mezzo e pesava circa 30 kg.
Gli Australopitechi abitavano le savane dell’Africa centrale già 4,5 milioni di anni fa; conoscevano la statura eretta, cioè camminavano sugli arti posteriori. Questa caratteristica è il primo importante passaggio verso la specie umana.

COMPARSA DI HOMO HABILIS
INIZIO DELLA PREISTORIA

Sempre in Tanzania sono stati rinvenuti i resti di un ominide più evoluto rispetto all’Australopiteco: Homo habilis. I reperti più antichi sono datati circa 2,5 milioni di anni fa; nella gola di Olduvai accanto alle ossa i paleontologici scoprirono anche delle pietre scheggiate: habilis, significa “capace di usare la mano”, e quelle pietre erano dei rudimentali strumenti di lavoro.
La capacità di produrre utensili è stata riconosciuta come un segno dell’intelligenza umana, perciò il nuovo ominide venne classificato come Homo, cioè appartenente al genere umano.
Con la comparsa dell’Homo habilis inizia convenzionalmente la preistoria.

L’UOMO IMPARA A UTILIZZARE IL FUOCO

Quasi due milioni di anni fa comparve in Africa orientale una nuova specie di uomo: l’Homo erectus. A lui si devono diverse innovazioni tecnologiche, la più importante delle quali è sicuramente il dominio del fuoco.
Imparare a usare il fuoco fu una conquista rivoluzionaria per gli uomini del paleolitico. Si cominciò a cuocere il cibo che divenne così più tenero e digeribile; ci si poteva proteggere dal freddo (dall’Africa Homo erectus migrò in Europa e Asia dove trovò un clima più rigido); teneva lontane le bestie e illuminava la notte. Per sfruttare la nuova conquista probabilmente gli uomini formarono delle piccole comunità in cui c’era chi si occupava appositamente del fuoco.

PRIME SEPOLTURE

Verso la fine del paleolitico si verifica un’altra importante novità: dagli scavi emergono le prime tombe. I resti sono composti e mostrano chiari segni di sepoltura.
Seppellire i morti è una pratica tipicamente umana, nessun animale la conosce e significa che comincia a svilupparsi un senso religioso. La sepoltura è una forma di rispetto per il defunto. Nella tomba venivano posti anche oggetti e ornamenti di osso o madreperla; i corpi spesso venivano tinti con l’ocra che gli conferiva un colore rossastro. In molti casi è stata ipotizzata anche la presenza di fiori per i resti di pollini individuati nelle analisi dei terreni.

PRIME FORME D’ARTE

A partire da 25 000 anni fa sulle pareti delle caverne in Europa compaiono disegni e incisioni. Queste pitture rupestri sono considerate le prime forme d’arte. Raffigurano mandrie in movimento, scene di caccia, animali imponenti come mammut e bisonti. Probabilmente non avevano semplicemente lo scopo di rappresentare la realtà ma erano legate a riti religiosi: servivano a propiziare la caccia, l’attività principale delle prime comunità.
Le sculture dovevano avere una funzione analoga. Le cosiddette “Veneri”, le statuette con fattezze femminili dalle forme esagerate, sarebbero anch’esse il prodotto di una cultura magico-religiosa e legate ai rituali della fertilità.

ULTIMA GLACIAZIONE

Fin dall’inizio dell’Era neozoica sulla Terra si sono alternate glaciazioni, cioè periodi caratterizzati da temperature molto basse e dall’espansione dei ghiacci, e fasi interglaciali, cioè periodi di disgelo.
L’ultima glaciazione iniziò all’incirca nell’80000 a.C. La Penisola scandinava e la regione alpina erano ricoperti da una calotta glaciale, in Europa dominava la tundra mentre i deserti del Nord Africa erano pascoli verdi. I ghiacci cominciarono a ritirarsi nel 10000 a.C. e il pianeta assunse il sistema climatico che tuttora lo caratterizza. Le enormi masse d’acqua rilasciate dai ghiacciai aumentarono il volume dei mari e terre prima unite al continente divennero isole (come la Sicilia).

RIVOLUZIONE NEOLITICA IN MEDIO ORIENTE

Con il neolitico inizia la rivoluzione agricola. Fino a non molto tempo fa, si credeva che l’agricoltura si fosse diffusa in tutto il mondo a partire dalla cosiddetta mezzaluna fertile, dove la disponibilità di acqua era assicurata dalle periodiche inondazioni di Nilo, Tigri ed Eufrate. Oggi si ritiene invece che sia iniziata autonomamente in diverse aree alla fine dell’ultima glaciazione per effetto dei cambiamenti climatici.
È superata ormai anche l’idea che l’uomo si sia dedicato all’agricoltura e all’allevamento per comodità o benessere. Gli studi dimostrano che fu l’aumento della popolazione a innescare un nuovo stile di vita perché i frutti della caccia e della raccolta spontanea non bastavano più a sfamare tutti.

FONDAZIONE DI GERICO

L’agricoltura e l’allevamento si diffusero rapidamente. I popoli che si dedicarono prevalentemente all’agricoltura si fermarono stabilmente in un territorio diventando sedentari.
Le nuove tecniche agricole migliorarono in modo significativo le loro condizioni di vita. C’era più cibo a disposizione, quindi la popolazione cominciò a crescere sensibilmente. L’aumento demografico ebbe come diretta conseguenza la nascita di nuovi villaggi.
In Medio Oriente alcuni di questi villaggi crebbero tanto da diventare delle vere e proprie città. Come Gerico nell’attuale Cisgiordania, che verso l’8000 a.C. ospitava circa 2000 abitanti.

L’UOMO IMPARA A FONDERE IL RAME

Nel neolitico si iniziò anche a lavorare i metalli. Il primo fu il rame, facile da reperire in natura anche allo stato puro: già nel 5000 a.C. gli uomini avevano imparato a fonderlo per ricavare utensili e punte di lancia. Due millenni più tardi con l’aggiunta dello stagno venne creato il bronzo, una lega molto più resistente in cui si forgiavano spade, asce, vasi e piatti. Da ultimo comparve il ferro.
Gli studiosi hanno diviso la storia umana in periodi proprio in base ai progressi della metallurgia: età del rame (5000-3000 a.C.); età del bronzo (3000-1100 a.C.), età del ferro (dal 1100 a.C. in avanti).

INVENZIONE DELLA SCRITTURA
FINE DELLA PREISTORIA

La preistoria inizia con la comparsa dell’uomo, ma quando termina esattamente? Verso il 3000 a.C. in Mesopotamia, verso il 2500 a.C. in India, verso il 1700 a.C. in Cina e solo nell’800 a.C. in Grecia. Non esiste una data precisa perché l’indicatore è l’invenzione della scrittura, che è comparsa in luoghi diversi in tempi diversi. Allora perché questa scelta? Un tempo gli storici consideravano arretrati i popoli che non conoscevano la scrittura e perciò poco interessanti. Oggi si tende a dare importanza a tutte le culture senza discriminarne nessuna, di conseguenza la nozione di preistoria non ha più valore scientifico. Resta solo una comoda convenzione per identificare un periodo fondamentale della vicenda umana.