X secolo a.C.
FONDAZIONE DI SPARTA DA PARTE DEI DORI
FONDAZIONE DI SPARTA DA PARTE DEI DORI
Il mito ci racconta che a fondare Sparta furono i Dori, arrivati nel Peloponneso al seguito degli Eraclidi (i discendenti di Ercole).
La città sorse lungo le rive dell’Erota e raccoglieva quattro “villaggi sparsi” della valle, da qui il nome Sparta, che significa “dispersa”. Fu l’unica polis senza mura, perché per la difesa gli Spartani confidavano totalmente nel loro potente esercito.
La grandezza territoriale era un altro punto di forza della città: Sparta era così estesa che i prodotti delle terre circostanti le garantivano l’autosufficienza alimentare. Tale condizione le consentì di tralasciare i commerci.
VIII-VII secolo a.C.
SPARTA: GUERRE MESSENICHE
SPARTA: GUERRE MESSENICHE
I Dori che fondarono Sparta erano una piccola comunità circondata da nemici di gran lunga più numerosi.
Conquistata con fatica la Laconia, gli Spartani invasero la fertile Messenia. Gli abitanti opposero una strenua resistenza e ci vollero quasi cent’anni e due guerre per sottomettere completamente la regione. La prima guerra fu combattuta tra il 743 e il 724 a.C., la seconda tra il 684 e il 668 a.C, dopodiché gli Spartani rinunciarono a espandersi ulteriormente.
706 a.C.
FONDAZIONE DELL’UNICA COLONIA DI SPARTA, TARANTO
FONDAZIONE DELL’UNICA COLONIA DI SPARTA, TARANTO
Nel periodo delle guerre messeniche, Sparta fondò la sua prima e unica colonia. Un gruppo di coloni spartani attraversò lo Ionio e approdò sulle coste dell’attuale Puglia nel 706 a.C. Taranto fu una delle città più fiorenti della Magna Grecia, con una ricca economia fondata sui commerci e una potente flotta. Quando Roma la conquistò nel 272 a.C., era la città più grande e importante della penisola.
Metà del VII secolo a.C.
SPARTA: COSTITUZIONE DI LICURGO
SPARTA: COSTITUZIONE DI LICURGO
In origine a Sparta governavano due re e il potere era trasmesso per via ereditaria (diarchia).
Dalla metà del VII secolo si affermò la costituzione di Licurgo, personaggio leggendario della storia spartana. I due re vennero affiancati da due assemblee popolari, a cui erano ammessi esclusivamente gli spartiati, cioè i discendenti dei guerrieri Dori. Una era l’apélla, formata dai cittadini maschi che avevano compiuto i 30 anni, l’altra la gerusìa, composta da 28 anziani.
Ogni anno l’apélla eleggeva cinque magistrati, gli éfori, con poteri legislativi, esecutivi e giudiziari.
621 a.C.
ATENE: LEGGI DI DRACONE
ATENE: LEGGI DI DRACONE
Nel VII secolo a.C. Atene era in balìa dello strapotere degli aristocratici. Per risolvere la situazione, nel 621 a.C. Dracone emanò le prime leggi scritte della città.
Chi era accusato di omicidio aveva diritto a un pubblico processo. Si faceva distinzione tra omicidio volontario e involontario: chi uccideva volontariamente commetteva un reato punibile con la morte; chi lo faceva involontariamente veniva mandato in esilio. Non era prevista nessuna pena, invece, per chi uccideva come legittima difesa.
Le leggi di Dracone sono dunque il primo codice di diritto penale della storia.
594-593 a.C.
ATENE: COSTITUZIONE TIMOCRATICA DI SOLONE
ATENE: COSTITUZIONE TIMOCRATICA DI SOLONE
L’ateniese Solone emanò una costituzione timocratica: si stabiliva che era il censo (ovvero la ricchezza) il criterio su cui si sarebbe basata la distribuzione del potere.
In base alla terra posseduta la popolazione venne divisa in quattro classi. Solo i più ricchi potevano diventare arconti, mentre le altre cariche pubbliche erano accessibili anche ai medi e ai piccoli proprietari. Infine tutti, compresi i nullatenenti, potevano partecipare all’ecclesìa.
La costituzione di Solone ebbe il merito di eliminare la schiavitù per debiti, ma non riuscì a colmare la distanza tra aristocratici e contadini.
561-528 a.C.
ATENE: TIRANNIA DI PISISTRATO
ATENE: TIRANNIA DI PISISTRATO
Conclusa la sua opera, Solone abbandonò Atene lasciando che gli Ateniesi sperimentassero in libertà la nuova costituzione. La sua azione non placò però il malcontento. Mentre gli aristocratici e il demos erano impegnati a combattersi a vicenda, Pisistrato seppe approfittare della situazione e si insediò al potere. Ai suoi uomini di fiducia affidò le cariche più importanti, escludendo di fatto gli aristocratici dalla politica.
Pisistrato fu un tiranno moderato: incentivò il commercio, favorì la cultura, si occupò dei lavori pubblici e della flotta militare, fondò nuove colonie.
514-510 a.C.
ATENE: TIRANNIA DI IPPIA
ATENE: TIRANNIA DI IPPIA
A Pisistrato successero i figli Ippia e Ipparco, non altrettanto abili però nella gestione del potere.
Uscito di scena Ipparco, nel 514 a.C. Ippia cominciò ad assumere atteggiamenti sempre più dispotici, tanto da inimicarsi gli aristocratici che, per liberarsene, arrivarono a chiedere l’intervento di Sparta. Nel 510 a.C. l’esercito spartano entrò ad Atene costringendo Ippia alla fuga. Gli aristocratici intravidero la possibilità di riprendere il potere e di tornare all’oligarchia; ciò voleva dire l’esclusione dalla vita politica per il demos. Si riaccesero così gli scontri sociali e fu di nuovo la crisi.
508 a.C.
ATENE: COSTITUZIONE DEMOCRATICA DI CLISTENE
ATENE: COSTITUZIONE DEMOCRATICA DI CLISTENE
Per superare la crisi, Clistene nel 508 a.C. dotò Atene di una nuova costituzione: quello a cui bisognava mirare ora era l’uguaglianza sociale (isonomìa).
Clistene proponeva una forma, seppur ancora imperfetta, di democrazia. Solo gli schiavi, le donne e i meteci restavano esclusi dalla vita politica. La popolazione fu suddivisa in 10 tribù; ciascuna tribù era composta da cittadini di ogni classe sociale e nominava 50 consiglieri per la bulé, l’assemblea che sottoponeva le leggi all’ecclesìa. La votazione avveniva per sorteggio: tutti i cittadini così potevano ricoprire una carica e nessuno diventava mai troppo potente.