L’ETÀ CLASSICA E LA GUERRA DEL PELOPONNESO

479 a.C.

FINE DELLE GUERRE PERSIANE

FINE DELLE GUERRE PERSIANE

La vittoriosa Atene colse tutta l’importanza che rivestiva il mare sul piano strategico: fu in seguito alle guerre persiane che molte poleis di mare iniziarono a guardare ad Atene come un punto di riferimento. Nella città greca intanto, due fazioni si contrapponevano: i democratici, capeggiati da Temistocle, e i conservatori, con a capo Cimone. Il primo mirava all’espansione di Atene: verso l’Impero persiano da una parte e verso le altre poleis dall’altra. Cimone era invece favorevole a una politica meno espansionista e più moderata, tendente alla pace e all’equilibrio tra le città greche.

477 a.C.

FORMAZIONE DELLA LEGA DI DELO

FORMAZIONE DELLA LEGA DI DELO

Il prestigio che Atene ottenne fece sì che si costituì nel 477 a.C. la Lega di Delo: un’alleanza tra varie poleis capeggiata da Atene. Il patto “eterno” che queste città avevano stretto tra di loro decretava un impegno comune a contribuire alla difesa dai potenziali nemici. Le città si impegnavano a fornire navi e contingenti militari, oppure a versare denaro, la cui riscossione era affidata ad Atene. Di fatto questa alleanza fu il primo passo verso la sottomissione ad Atene che, incassando il tributo delle altre poleis, aveva maggior potere decisionale.

431 a.C.-404 a.C.

GUERRA DEL PELOPONNESO

GUERRA DEL PELOPONNESO

Dopo le guerre persiane si formarono due blocchi contrapposti: le città della Lega di Delo (con una costituzione democratica) e le città della Lega peloponnesiaca, alleate di Sparta (con una costituzione aristocratica). Pericle provocò in varie occasioni Sparta finché si scatenò la cosiddetta Guerra del Peloponneso, che durò quasi trent’anni.
Nel 430 a.C. scoppiò ad Atene una misteriosa quanto devastante epidemia, che decimò la popolazione e obbligò i superstiti a riaprire il dibattito tra chi era favorevole alla guerra (i democratici) e i conservatori (desiderosi di patteggiare una tregua).

429 a.C.

MORTE DI PERICLE

MORTE DI PERICLE

Nel 429 a.C., a un anno dallo scoppio dell’epidemia, lo stesso Pericle ne rimase vittima. Con la morte del grande politico ateniese si riaccesero le dispute tra i democratici, favorevoli alla prosecuzione del conflitto e capeggiati da Cleone, e i conservatori, guidati da Nicia, un aristocratico che mirava a trattare una pace con gli Spartani.

421 a.C.

PACE DI NICIA

PACE DI NICIA

La battaglia decisiva tra la Lega di Delo e la Lega peloponnesiaca avvenne ad Anfipoli nel 422 a.C.: fu vinta dagli Spartani, sebbene a caro prezzo da entrambe le parti.
Con la morte in battaglia di Cleone e del comandante spartano Brasida si fece più forte il desiderio di pace, che arrivò l’anno successivo.
La pace di Nicia del 421 a.C. prevedeva la fine delle ostilità e la restituzione dei prigionieri di guerra, ma l’equilibrio tra Sparta e Atene era tutt’altro che stabile.

405 a.C.

SCONFITTA DI ATENE A EGOSPÒTAMI

SCONFITTA DI ATENE A EGOSPÒTAMI

L’equilibrio instabile tra Sparta e Atene crollò quando Alcibiade, nipote di Pericle e nuovo stratega ateniese attuò una politica imperialistica. L’evento scatenante fu la richiesta di aiuto ad Atene da parte di Segesta, una polis siciliana, per attaccare Siracusa, città alleata di Sparta. La flotta ateniese fu annientata dall’esercito spartano. Atene però non era ancora vinta, così Sparta strinse un’alleanza con i Persiani, che ottennero in cambio il permesso di conquistare le città greche della Ionia. A Egospòtami, nel 405 a.C., la flotta ateniese venne distrutta e l’anno successivo la città fu definitivamente conquistata dagli Spartani.

404 a.C.

GOVERNO DEI TRENTA TIRANNI AD ATENE

GOVERNO DEI TRENTA TIRANNI AD ATENE

Sparta impose condizioni terribili alla città sconfitta: l’abbattimento di tutte le fortificazioni; la perdita dei possedimenti fuori dall’Attica; una drastica riduzione della flotta; l’adesione di Atene alla Lega peloponnesiaca e l’abolizione delle istituzioni democratiche. Al governo venne imposto un consiglio oligarchico formato da trenta tiranni.

403 a.C.

TRASIBULO RIPORTA IL GOVERNO DEMOCRATICO AD ATENE

TRASIBULO RIPORTA IL GOVERNO DEMOCRATICO AD ATENE

Nonostante l’imposizione del “Governo dei Trenta tiranni”, nel 403 a.C. un manipolo di democratici, che erano fuggiti all’estero per scampare alle rappresaglie spartane, ritornarono in patria e ripristinarono, sotto la guida di Trasibulo, le antiche istituzioni democratiche. Sparta non si intromise perché ritenne più sicuro un governo democratico stabile, che un governo oligarchico instabile.

371 a.C.

TEBE SCONFIGGE GLI SPARTANI A LEUTTRA

TEBE SCONFIGGE GLI SPARTANI A LEUTTRA

Nonostante la vittoria di Sparta, la sua egemonia sulla Grecia non poggiava su basi solide. La sconfitta di Atene aveva infatti lasciato i commerci allo sbaraglio e i pirati imperversavano indisturbati. Del malcontento delle poleis si fece interprete Tebe che, sebbene fosse alleata di Sparta, si ribellò alla sua l’egemonia. Il tebano Epaminonda sconfisse nel 371 a.C. gli Spartani nella battaglia campale di Leuttra. Per nove anni Tebe dominò la Grecia ma, come era già accaduto per Atene e Sparta, neanche la città beota riuscì a dominare con continuità.

362 a.C.

TEBE SCONFIGGE SPARTA E ATENE A MANTINEA

TEBE SCONFIGGE SPARTA E ATENE A MANTINEA

Gli Iloti approfittarono della sconfitta dei dominatori a Leuttra e si ribellarono facendo crollare l’economia spartana. Tebe, intanto, guidata da Epaminonda e da Pelopida, dominò per alcuni anni la Grecia. Ma il fallimento dei due uomini come politici fece sì che Atene e Sparta potessero riorganizzarsi e addirittura allearsi contro l’egemonia di Tebe.
Nel 362 a.C. i Tebani vinsero la battaglia di Mantinea contro le due città alleate, tuttavia persero Epaminonda e Pelopida che avevano assicurato fino a quel momento il dominio di Tebe sulle altre poleis. Fu così che la città beota ritornò nell’ombra dopo nove anni di egemonia.