I secolo
I LONGOBARDI SONO STANZIATI ALLA FOCE DELL’ELBA
I Longobardi sono stanziati alla foce dell’Elba
Secondo lo storico dei Longobardi, Paolo Diacono, il luogo d’origine di questo popolo fu il meridione della Scandinavia, dove erano conosciuti come Winnili, ossia “i combattenti”. Da alcune fonti storiche pare che, attorno al I secolo a.C., i Winnili migrarono verso la foce del fiume Elba, nel Nord dell’attuale Germania. In questa zona presero il nome di Langbärte, che divenne poi Longobardi. Si sa inoltre che nel 167 si spostarono nuovamente verso sud, occupando le aree meridionali della Germania.
Fine IV secolo
I LONGOBARDI SI STABILISCONO IN PANNONIA
I Longobardi si stabiliscono in Pannonia
Alla fine del IV secolo, nello stesso momento in cui i Visigoti penetrarono nell’impero romano, i Longobardi scesero in Pannonia, che corrisponde all’incirca al territorio dell’odierna Ungheria, nelle vicinanze del fiume Danubio. Quella fu la base strategica da cui partirono nei secoli successivi per invadere l’Italia. Già a metà del VI secolo, alcuni di loro, combatterono in Italia al fianco dei Bizantini contro i Goti.
569
I LONGOBARDI ARRIVANO IN ITALIA
I Longobardi arrivano in Italia
I Longobardi partirono dalla Pannonia nella primavera del 568 alla volta dell’Italia guidati dal loro re Alboino. Vi arrivarono esattamente un anno dopo. La presenza delle donne e dei bambini aveva rallentato la marcia: si trattò dello spostamento di un intero popolo. Trovarono un panorama desolante: la penisola era ben diversa da quella che aveva dominato il mondo; il lungo conflitto tra Bizantini e Goti aveva lasciato pesanti distruzioni; per di più, nel 565, un’epidemia di peste aveva decimato la popolazione lasciando terreni incolti e provocando un calo dei commerci. Nel 569 Alboino prese Milano e nel 572 Pavia. Nel complesso i Longobardi ottennero la Pianura Padana, la Toscana e la Liguria.
584-590
REGNO DI AUTARI
Regno di Autari
Dopo un periodo di anarchia, il re longobardo Autari impose la propria autorità sui duchi, obbligandoli a versare metà delle tasse raccolte nei propri territori. Tali risorse consentirono di creare un sistema centralizzato basato sui gastaldi, amministratori dei territori del re. Si trattò di un dominio particolarmente duro per la popolazione locale che venne asservita. L’economia andò sempre più peggiorando, finché tornò in uso il baratto. Re Autari, tuttavia, tentò un avvicinamento tra Romani e Longobardi sposando una principessa di origine cattolica, Teodolinda. I Longobardi, infatti, erano per lo più pagani o ariani e con questo gesto sperava di gettare un ponte tra i popoli.
603
BIZANTINI E LONGOBARDI RATIFICANO LA DIVISIONE DELLA PENISOLA ITALIANA
Bizantini e Longobardi ratificano la divisione della penisola italiana
I Longobardi non furono in grado di occupare tutta la penisola, così l’Italia venne spaccata in due. Questa spartizione venne ratificata nel 603 da un accordo tra i due popoli. I territori controllati dai Longobardi furono detti Langobardia (da cui Lombardia) e ottennero come capitale Pavia; i territori bizantini, invece, erano chiamati Romània (da cui Romagna) e avevano come capitale Ravenna e l’Esarcato, dal nome del funzionario che la governava: l’esarca. I Longobardi, oltre alla Pianura padana controllavano la Liguria, la Toscana, il Ducato di Spoleto e quello di Benevento; mentre i Bizantini dominavano sul Meridione, le isole e la Pentapoli (cinque città), composta da Fano, Pesaro, Rimini, Ancona, Senigallia.
643
EDITTO DI ROTARI
Editto di Rotari
Con il passare del tempo dallo stanziamento dei Longobardi in Italia, questo popolo subì infine l’influsso della civiltà romana. Re Rotari emanò un Editto, ossia un insieme di norme scritte in latino, che avevano come unico fine il mantenimento della pace sociale. Tale corpus di leggi era caratterizzato da elementi del diritto germanico e da altri di diritto romano. In particolare venne eliminata la faida (sorta di vendette famigliari che riguardavano le varie fare e si protraevano nel tempo e nelle generazioni) che fu sostituita con il guidrigildo, cioè il risarcimento con somme di denaro per i reati commessi.
712
SALE AL TRONO LIUTPRANDO
Sale al trono Liutprando
Con re Liutprando (712-744), il regno longobardo raggiunse il suo massimo splendore. I commerci ripresero vigore e la moneta tornò a essere il sistema di scambio e a circolare nei mercati sostituendo il baratto. Il sovrano attuò una politica di forte integrazione con i Romani: anch’egli emanò delle norme che accoglievano leggi romane. Inoltre compì delle riforme sociali: distinse all’interno degli arimanni (ossia gli uomini liberi, i guerrieri) i nobili, detti primi, che possedevano case e terreni, e i minimi, che non avevano proprietà ma erano capaci di combattere.
715-731
PAPATO DI GREGORIO II
Papato di Gregorio II
In politica estera, Liutprando si impegnò nella conquista degli ultimi territori italiani che Bisanzio ancora possedeva; poi si mosse verso il Lazio e Roma, sottraendo questa parte dell’Italia all’influenza del papa. Il pontefice, in questi anni era Gregorio II (715-731). L’obiettivo di Liutprando era di unire i territori longobardi del Nord con quelli del Sud, per questo aveva invaso il Lazio.
L’offensiva di Liutprando ebbe successo per quanto riguarda i territori bizantini: Ravenna e l’Esarcato furono presi, mentre il sovrano longobardo, dopo alcune conquiste, rinunciò ad annettere il territorio laziale.
728
DONAZIONE DI SUTRI
Donazione di Sutri
Liutprando non riuscì ad annettere il Lazio perché il pontefice Gregorio II protestò di fronte alla pretesa del re barbaro. Così il sovrano decise di riconciliarsi con il pontefice. Nel 728 Liutprando fece la donazione di Sutri, ossia restituì a Gregorio II il territorio di Sutri, nel Lazio. Alla sua decisione contribuì anche la preoccupazione di una reazione dei duchi di Spoleto e Benevento che non avevano interesse a essere direttamente controllati dal re.
749
SALE AL TRONO ASTOLFO
Sale al trono Astolfo
Il successore di re Liutprando fu Astolfo (749-756), che si fece molti meno scrupoli del predecessore e riprese la guerra per la conquista del Lazio. Il nuovo pontefice, Stefano II, reagì chiedendo l’aiuto dei Franchi, un altro popolo barbaro. Da questo momento iniziò un periodo negativo per i Longobardi che vissero un rapido declino finché saranno sconfitti dai Franchi nel 756 e sostituiti da questi ultimi nel controllo della penisola italiana.