193 d.C.
SETTIMIO SEVERO IMPERATORE: INIZIA LA DINASTIA DEI SEVERI
Settimio Severo imperatore: inizia la dinastia dei Severi
Nel 193 d.C. salì al potere Settimio Severo: inizia la dinastia dei Severi. Il nuovo imperatore era un militare e concentrò tutti i suoi sforzi per rafforzare l’esercito. Smantellò la guardia pretoriana, salvo poi ricostituirla aprendola però anche ai provinciali che vennero preferiti agli Italici, diventati troppo potenti. I pretoriani continuarono a essere un pericolo per lo Stato ma Settimio aveva il sostegno dei soldati che ripagava con terreni e denaro. Per sostenere le spese Settimio istituì una nuova tassa, l’annona militare: un tributo in natura per il mantenimento dell’esercito.
In politica estera Settimio conquistò la capitale dei Parti ma i Romani non mantennero a lungo il controllo della regione.
212 d.C.
CONSTITUTIO ANTONINIANA: CARACALLA ESTENDE LA CITTADINANZA ROMANA A TUTTO L’IMPERO
Constitutio antoniniana: Caracalla estende la cittadinanza romana a tutto l’impero
Alla morte di Settimio Severo i suoi due figli, Caracalla e Geta, si contesero il potere. Caracalla ebbe la meglio e divenne imperatore. Nel 212 emanò la Constitutio antoniniana, un editto che estendeva la cittadinanza romana a tutti i cittadini liberi dell’impero. Probabilmente la preoccupazione maggiore di Caracalla era di poter estendere le tasse a tutti gli abitanti dell’impero e non pensava alla portata storica del suo editto. Per la prima volta infatti gli abitanti dell’impero costituivano una comunità politica unitaria, senza più differenze dal punto di vista giuridico.
235 d.C.
MASSIMINO IL TRACE IMPERATORE
Massimino il Trace imperatore
Nel 235 l’esercito ribelle proclamò imperatore Massimino detto il Trace perché proveniva appunto dalla Tracia. Massimino è stato il primo imperatore barbaro e “popolare” della storia di Roma. Vinse i Germani ma per compensare le spese militari indisse una persecuzione sistematica contro i cristiani per poterli depredare dei loro beni.
I senatori gli erano contro perché non accettavano la tassazione e non sopportavano di avere come imperatore un uomo di umili origini. Nel 238 sobillarono i suoi stessi soldati alla rivolta e Massimino venne ucciso.
235-284 d.C.
PERIODO DELL’ANARCHIA MILITARE
Periodo dell’anarchia militare
L’esercito detiene ormai il potere eliminando gli imperatori scomodi e scegliendone di nuovi.
Per cinquant’anni (235-284) l’impero è in mano ai legionari, impegnati nel frattempo a difendere i confini minacciati dai barbari. È la guerra civile: si crea una situazione di anarchia in cui sono le truppe a nominare imperatori di volta in volta i loro generali; regna il caos perché gli eserciti si combattono tra loro causando il panico tra la popolazione e dissipando così anche le casse dello Stato. L’impero sembra più volte sul punto di crollare.
260 d.C.
L’IMPERATORE VALERIANO È CATTURATO E UCCISO DAI PERSIANI
L’imperatore Valeriano è catturato e ucciso dai Persiani
Verso la metà del III secolo l’impero è in piena crisi. I militari spadroneggiano e i barbari si fanno sempre più minacciosi. Gli imperatori di questo periodo sono impegnati su più fronti perché devono fronteggiare l’avanzata sia dei Persiani che dei Goti.
Decio, e il suo successore Valeriano, combatterono in prima persona contro i Persiani. Decio morì in battaglia, e anche Valeriano fu catturato e morì prigioniero di Sapore I nel 260.
I Romani considerarono la cattura di Valeriano un grave affronto perché mai prima di allora un imperatore di Roma era caduto vivo nelle mani dei nemici.
270-275 d.C.
IMPERO DI AURELIANO: COSTRUZIONE DELLE MURA AURELIANE
Impero di Aureliano: costruzione delle mura aureliane
Nel 270 divenne imperatore Aureliano; proveniva dall’Illirico, una regione dei Balcani, cioè era un barbaro. Fu una figura importante perché riuscì a risollevare Roma dalla crisi. Aureliano perseguitò i cristiani per riaffermare la religione tradizionale, riunificò l’impero imponendo l’autorità romana anche in Occidente, conquistò la città di Palmira, la Siria, la Palestina e altre regioni dell’Asia Minore. Ma la sua impresa più nota fu la costruzione di un imponente cinta muraria (le mura aureliane) attorno a Roma: era dai tempi dei re che non si edificavano più mura per difendere la città. Morì per mano dei suoi ufficiali mentre si preparava a una campagna militare contro i Persiani.
284-305 d.C.
IMPERO DI DIOCLEZIANO: PERIODO DELLA TETRARCHIA
Impero di Diocleziano: periodo della tetrarchia
Con Diocleziano (284-305) l’impero entra in una nuova fase storica. La crisi viene superata e la dittatura militare finisce. Diocleziano ereditava un impero tutto da ricostruire e la riorganizzazione dello Stato fu la sua preoccupazione principale. La novità più importante fu l’istituzione della tetrarchia: Diocleziano divise l’impero in due; affidò a sé la parte orientale e a Massimiano quella occidentale; entrambi assunsero il titolo di Augusto e scelsero un collaboratore (un Cesare) che li affiancasse. In questo modo c’erano di fatto quattro imperatori (tetrarchia significa “governo di quattro”). Diocleziano, tuttavia, rimaneva la prima autorità dell’impero, il dominus a cui spettavano onori divini.
301 d.C.
EDITTO DEI PREZZI PER FRENARE L’INFLAZIONE
Editto dei prezzi per frenare l’inflazione
Diocleziano non si preoccupò di riorganizzare solo istituzionalmente lo Stato. Dopo cinquant’anni di crisi le casse dell’impero erano vuote e bisognava riavviare l’economia.
L’inflazione era altissima e per risolvere la situazione nel 301 Diocleziano fissò un calmiere sui prezzi con uno speciale editto. Molte merci non dovevano superare un dato prezzo, pena la morte. Per i commercianti divenne difficile guadagnare e per aggirare la legge cominciarono a vendere i loro prodotti a prezzo maggiorato sul mercato nero. Nonostante l’editto, quindi, la situazione restò critica, soprattutto nelle campagne.
303-304 d.C.
PERSECUZIONE DEI CRISTIANI
Persecuzione dei cristiani
Diocleziano si fece venerare come un dio e chiunque si rifiutava di riverirlo era considerato un nemico dello Stato. La religione serviva a mantenere il potere e in quest’ottica ogni altro credo diverso da quello ufficiale andava bandito. Diocleziano si scagliò così contro i cristiani programmando una persecuzione sistematica. Tra il 303 e il 304 furono distrutte molte chiese, bruciate pubblicamente le Sacre Scritture e molti cristiani vennero uccisi perché si rifiutarono di abbandonare la loro fede e di adorare gli dei pagani.
La persecuzione di Diocleziano non riuscì a sradicare il cristianesimo dalla società e finì per esaurirsi lentamente.
305 d.C.
ABDICAZIONE DI DIOCLEZIANO
Abdicazione di Diocleziano
Anche la tetrarchia si rivelò un fallimento. Alla morte dei due Augusti sarebbero dovuti subentrare i rispettivi Cesari che avrebbero a loro volta nominato nuovi collaboratori.
Nei piani di Diocleziano questo meccanismo di successione “automatica” avrebbe dovuto scongiurare rivolte militari e garantire stabilità all’impero. Probabilmente fu per mettere alla prova l’efficienza del suo sistema che Diocleziano decise di abdicare nel 305. Anche Massimiano abdicò e i due Cesari (Costanzo Cloro e Galerio) divennero di diritto Augusti. Solo un anno dopo, però, Costanzo Cloro morì e fu di nuovo guerra civile.