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Prova di ITALIANO cl 2ª

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1 Questo è il titolo del racconto che leggerai.

LE RAGNATELE DI NICOLA

A1 Chi sarà secondo te Nicola?
a. Un bambino.
b. Un ragno.
c. Un drago.
d. Un cavallo.
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PRIME RIGHE DEL RACCONTO

Se nasci ragno, l’unica cosa che vuoi fare nella vita sono le ragnatele. Anzi, le ragnatele sono l’unica cosa che sai fare nella vita. Così tiri e intrecci fili per giorni, settimane, mesi, tessendo ragnatele sempre più belle. E più ne fai, più ti accorgi che al mondo non c’è niente di più bello e di più raffinato di una ragnatela.
A2 Leggendo il titolo e le prime righe ti puoi aspettare che nel racconto si parlerà di alcune situazioni. Quali? Metti una X per ogni riga.
NO
1. Un ragno che non vuole fare le ragnatele.
2. Una bambina che ha paura dei ragni.
3. Un ragno orgoglioso delle sue ragnatele.
4. Un ragno che tesse tante ragnatele.
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IL RACCONTO CONTINUA

Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A3 Leggi le parole nei fumetti e scrivi quale insetto le ha pronunciate.
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IL RACCONTO CONTINUA

Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A4 «Sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare». Quale frase ha lo stesso significato di questa?
a. Sei un pericolo per tutti noi, infatti te ne devi andare.
b. Sei un pericolo per tutti noi, invece te ne devi andare.
c. Sei un pericolo per tutti noi, quindi te ne devi andare.
d. Sei un pericolo per tutti noi, altrimenti te ne devi andare.
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Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A5 Nicola ascolta «a bocca aperta». Qual è dunque il suo stato d’animo?
a. Stupore.
b. Paura.
c. Rabbia.
d. Noia.
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Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A6 Per spiegare il significato di «balbettare» diresti che Nicola
a. parla a voce alta.
b. parla in una lingua sconosciuta.
c. pronuncia le parole con difficoltà, inceppandosi.
d. dice tante parole.
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Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A7 «Era una cosa che lo feriva profondamente». Che cosa feriva Nicola?
a. Sapere che gli insetti lo temevano.
b. Sapere che nessuno nel cespuglio sopportava lui e le sue ragnatele.
c. Sapere che gli insetti lo criticavano.
d. Essere stato lasciato da solo.
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Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A8 Nicola capisce che «cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi». Perché?
a. Perché gli insetti lo avrebbero cacciato anche da lì.
b. Perché non avrebbe avuto altri amici.
c. Perché le sue ragnatele sarebbero comunque state un pericolo.
d. Perché non aveva voglia di trasferirsi.
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Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A9 Secondo lo zio Ovidio, succhiare mele ha tre vantaggi rispetto a mangiare mosche. Quali?
Puoi selezionare più risposte
a. sono più leggere di una mosca
b. sono più grosse di una mosca
c. sono più dolci di una mosca
d. sono più lisce di una mosca
e. sono più facili da acchiappare
f. sono più elastiche di una mosca
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Parte 1

Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A10 Lo zio Rodrigo usava le ragnatele per
a. catturare le mosche.
b. costruire amache.
c. costruire trampolini elastici.
d. passare da un albero all’altro.
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Per questo, quando una delegazione di insetti andò da lui a protestare, Nicola il ragno subito non riuscì a capire.
– Non sei di nessuna utilità in questo cespuglio – gli rinfacciò una coccinella. – Sei solo un pericolo.
– Sì, tu sei un pericolo per tutti noi: te ne devi andare! – disse una mosca con astio.
– Tu sai fare solo trappole! – rincarò la dose una farfalla.
– Sì, è vero – le fece eco un grillo. – Le tue ragnatele sono una minaccia continua.
Nicola li ascoltò per un po’ a bocca aperta, poi finalmente riuscì a balbettare:
– Ma io… io sono un ragno: so fare solo ragnatele.
– Basta con le scuse – gli dissero però gli insetti. – Se vuoi restare in questo cespuglio, smettila con le ragnatele. Altrimenti, trovati un’altra casa!

Parte 2

I quattro insetti si girarono e se ne andarono, lasciando il povero Nicola ai suoi dubbi. Certo, sapeva bene che gli insetti non lo amavano, anzi, lo temevano.
Ma sapere che nessuno nel cespuglio sopportava la sua presenza e le sue ragnatele, era una cosa che lo feriva profondamente.
Così si chiuse in un bozzolo della sua tela, un po’ per la vergogna, un po’ per il dispetto, e un po’ per pensare tutto solo. E capì che gli insetti purtoppo avevano ragione: lui costruiva meravigliose ragnatele, ma queste non erano altro che trappole per mosche, coccinelle, lucciole, grilli e farfalle.
Dispiaciuto, cominciò a pensare di trasferirsi per davvero. Poi però ci ripensò: cambiare cespuglio non avrebbe risolto i suoi problemi. Doveva cambiare vita.
Si ricordò allora di suo zio Ovidio, che viveva in Trentino. Lui aveva smesso di mangiare insetti e per vivere succhiava mele.
– Sono più grosse di una mosca – gli aveva detto una volta ridendo – più dolci e anche più facili da acchiappare.
Nicola il ragno decise allora di assaggiare un frutto qualsiasi. Succhiò una fragola, e scoprì che era dolce e buona.

Parte 3

Contento di aver trovato un cibo diverso, Nicola era però dispiaciuto per le sue ragnatele: davvero avrebbe dovuto smettere di tesserle?
Ci pensò e ci ripensò su, finché gli venne in mente suo zio Rodrigo, che viveva in Messico. Lui si costruiva delle bellissime amache di ragnatela, per riposare all’ombra degli alberi.
Nicola scelse due rametti vicini e cominciò a tessere fili. Non i soliti, però: aveva avuto una buona idea, così usò solo quelli che non appiccicavano. In breve mise insieme una ragnatela che assomigliava a un letto rotondo. Poi ci salì sopra e cominciò a saltare. La ragnatela era elastica, e Nicola faceva salti così alti che sembrava il campione del mondo dei grilli. Nicola il ragno rise tutto soddisfatto: la sua nuova ragnatela era veramente speciale. Forse anche meglio delle vecchie. Chissà se gli insetti del cespuglio se ne sarebbero accorti?
 
A11 «Usò solo quelli che non appiccicavano». La parola «quelli» si riferisce
a. ai rametti.
b. ai fili.
c. all’idea.
d. a Nicola.
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FINALE DEL RACCONTO

Gli insetti se ne accorsero, ma ci misero un po’ a fidarsi di Nicola.
Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più: voleva provare anche lui il trampolino elastico del ragno. Nicola fu molto gentile con lui, e il giorno dopo a saltare sulla sua ragnatela c’erano anche coccinelle e farfalle. Da ultima giunse la mosca, la più sospettosa. Quando Nicola il ragno la vide saltare e divertirsi sulla sua ragnatela elastica, capì che era stato accettato. Succhiando una fragola che aveva raccolto lì vicino, cominciò a preparare una seconda ragnatela trampolino per i suoi nuovi amici.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi ragazzi
A12 La frase «Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più» significa che
a. il grillo non riuscì più a fidarsi di Nicola.
b. il grillo non riuscì più a fingere di non aver visto la nuova ragnatela.
c. il grillo non riuscì più a resistere alla voglia di saltare sul trampolino.
d. il grillo non riuscì più a rimanere nello stesso cespuglio del ragno.
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FINALE DEL RACCONTO

Gli insetti se ne accorsero, ma ci misero un po’ a fidarsi di Nicola.
Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più: voleva provare anche lui il trampolino elastico del ragno. Nicola fu molto gentile con lui, e il giorno dopo a saltare sulla sua ragnatela c’erano anche coccinelle e farfalle. Da ultima giunse la mosca, la più sospettosa. Quando Nicola il ragno la vide saltare e divertirsi sulla sua ragnatela elastica, capì che era stato accettato. Succhiando una fragola che aveva raccolto lì vicino, cominciò a preparare una seconda ragnatela trampolino per i suoi nuovi amici.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi ragazzi
A13 La mosca giunse per ultima perché
a. era la più lenta.
b. era la meno curiosa.
c. era la più arrabbiata.
d. era la più sospettosa.
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FINALE DEL RACCONTO

Gli insetti se ne accorsero, ma ci misero un po’ a fidarsi di Nicola.
Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più: voleva provare anche lui il trampolino elastico del ragno. Nicola fu molto gentile con lui, e il giorno dopo a saltare sulla sua ragnatela c’erano anche coccinelle e farfalle. Da ultima giunse la mosca, la più sospettosa. Quando Nicola il ragno la vide saltare e divertirsi sulla sua ragnatela elastica, capì che era stato accettato. Succhiando una fragola che aveva raccolto lì vicino, cominciò a preparare una seconda ragnatela trampolino per i suoi nuovi amici.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi ragazzi
A14 Perché alla fine Nicola capisce di essere stato accettato?
Seleziona più risposte
Perché vede che anche la mosca
a. salta e si diverte sul suo trampolino
b. ormai si fida di lui
c. succhia una fragola
d. non ha più paura delle sue ragnatele
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Gli insetti se ne accorsero, ma ci misero un po’ a fidarsi di Nicola.
Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più: voleva provare anche lui il trampolino elastico del ragno. Nicola fu molto gentile con lui, e il giorno dopo a saltare sulla sua ragnatela c’erano anche coccinelle e farfalle. Da ultima giunse la mosca, la più sospettosa. Quando Nicola il ragno la vide saltare e divertirsi sulla sua ragnatela elastica, capì che era stato accettato. Succhiando una fragola che aveva raccolto lì vicino, cominciò a preparare una seconda ragnatela trampolino per i suoi nuovi amici.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi ragazzi
A15 Chi è il protagonista di questo racconto?
a. Lo zio Rodrigo.
b. Nicola il ragno.
c. La mosca.
d. Il trampolino elastico.
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FINALE DEL RACCONTO

Gli insetti se ne accorsero, ma ci misero un po’ a fidarsi di Nicola.
Dopo qualche giorno un grillo non ce la fece più: voleva provare anche lui il trampolino elastico del ragno. Nicola fu molto gentile con lui, e il giorno dopo a saltare sulla sua ragnatela c’erano anche coccinelle e farfalle. Da ultima giunse la mosca, la più sospettosa. Quando Nicola il ragno la vide saltare e divertirsi sulla sua ragnatela elastica, capì che era stato accettato. Succhiando una fragola che aveva raccolto lì vicino, cominciò a preparare una seconda ragnatela trampolino per i suoi nuovi amici.

Stefano Bordiglioni, Omero e l’Acchiappastorie, Einaudi ragazzi
A16 Questo racconto fa capire alcune cose. Quali?
NO
1. Non bisogna mai ascoltare le lamentele degli altri.
2. A volte cambiare comportamento può risolvere i problemi.
3. A volte fidarsi di un nemico può essere pericoloso.
4. È bello trovare il modo di vivere bene tutti insieme.
5. Quando si è in tanti, è impossibile andare d’accordo.
6. Quando qualcuno ci critica, non bisogna abbattersi, ma riflettere e correggere ciò che non va bene.
B1 Leggi le parole e rispondi alla domanda
1. Scegli la parola che non c’entra con le altre
a. penna
b. borsa
c. leggero
d. marinaio
e. tigre
f. Alice
2. La parola cerchiata non c’entra con le altre perché
a. non è un nome proprio.
b. non è un nome.
c. non è un aggettivo.
d. è un nome.
B2 Ricostruisci ogni testo (A, B, C): riordina le parti numerandole da 1 a 3.
A Sabato sono andato al cinema con gli zii. Il finale però mi ha davvero sorpreso! Il primo tempo del film è stato piuttosto noioso.
B Oggi pomeriggio io e la nonna le useremo per fare la marmellata. Stamattina il nonno le ha raccolte e ne ha riempito un’intera cassa. Nell’orto dei nonni le pesche sono finalmente mature al punto giusto.
C Si erano diffusi in tutti gli ambienti: acqua, aria e terraferma. I dinosauri vissero sulla Terra circa 230 milioni di anni fa. Per ragioni ancora incerte, circa 65 milioni di anni fa tutte le specie si estinsero.